Nuovo bond a tasso fisso cumulative del 6,75% e durata minima di 1 anno e massima di 10

Stefano Vozza

22 Agosto 2025 - 09:57

Ricca cedola nominale sulla nuova obbligazione bancaria ad elevato rating e durata compresa nel range tra 1 e 10 anni massimo

Nuovo bond a tasso fisso cumulative del 6,75% e durata minima di 1 anno e massima di 10

A inizio mese la nota banca d’affari americana “The Goldman Sachs Group, Inc., Delaware USA” (l’emittente) ha lanciato una dual tranche retail sul mercato domestico. Si tratta di titoli simili nella macro struttura di fondo ma distinti nei tassi nominali annui e nella valuta di denominazione dei rispettivi prestiti. Quello espresso nella valuta comunitaria privo di rischio di cambio lo abbiamo già illustrato, mentre ora ci soffermeremo sull’altro. Anticipiamo che il nuovo bond a tasso fisso cumulative del 6,75% ha durata minima di 1 anno e massima di 10.

L’obbligazione Goldman Sachs espressa in dollari USA

L’identificativo sul MOT del titolo espresso in $ USA è XS2982296092, quotato e scambiato sul segmento EuroMOT di Borsa Italiana. Tuttavia, come specifica lo stesso prospetto emittente non vi è alcuna garanzia che si sviluppi un mercato secondario liquido, per almeno due ragioni. In primis il flottante di 80 milioni di $ USA non è così enorme come nel caso dei bond sovrani in genere emessi nell’ordine dei miliardi. Poi c’è che la banca si è riservato il diritto di ridurre il debito in ogni momento cancellando lo stock di titoli eventualmente non sottoscritti.
La natura retail dell’emissione emerge meglio dal taglio minimo di sottoscrizione di 100 USD, cioè 85,33 € al cambio attuale €/$ a 1,1719. L’importo esiguo è un vantaggio nella misura in cui non richiede grossi capitali per sottoscriverlo, ma va prestata attenzione sul controvalore minimo da impiegare. L’investimento prevede anche spese fisse come le commissioni bancarie e il conto titoli, per cui il payout minimo incassato dovrebbe essere almeno pari alle spese “obbligate”.
Al riguardo le si può sottoscrivere tanto in autonomia da remoto, online banking e piattaforma di trading online, quanto allo sportello dove si detiene il conto titoli.

Obbligazione del tipo callable e quindi durata variabile

Il bond ha data emissione 04/08/’25 e scadenza massima alla stessa data del 2035, tra 10 anni. Nei fatti potrebbe essere più corta dato che si tratta di un callable bond già a partire dal 1° anno (4/08/’26) e fino al 9°. A queste date, come a naturale scadenza, l’emittente rimborserà il 100% del nominale sottoscritto.
La sua natura callable apre a diverse considerazioni. Uno, l’incertezza circa l’effettiva durata dell’investimento per il cassettista o l’investitore di lungo corso. Discorso a parte per il trader in bond, di solito abituato a dettarsi da solo i tempi di entrata e di uscita da un titolo.
In secondo luogo la call ridurrebbe il rendimento complessivo dell’investimento in quanto priverebbe il titolare delle cedole residue. Terzo, ecco il rischio di reinvestimento giacché la call scatterebbe in uno scenario di costi di rifinanziamento più bassi per l’emittente rispetto all’interesse associato al bond ISIN XS2982296092.
Infine c’è una considerazione tecnica che accomuna tutti i callable bond e attiene alle dinamiche dei loro corsi sul secondario. In pratica il mercato tende a premiarli, e quindi ad apprezzarli, meno rispetto ai titoli pari durata non callable. Questo perché il timore che la banca possa richiamare il prestito e rimborsarlo a 100 ne rallenta gli acquisti quando le quotazioni si portano sopra la parità e/o i tassi scendono.

La cedola del bond in dollari statunitensi è callable

A scadenza o alla data di call, l’emittente oltre all’accredito del nominale pagherà anche gli interessi netti nel frattempo maturati. Il titolo paga cedole annue lorde del 6,75%, il 4,995% al netto della ritenuta del 26%, ma corrisposte tutte in un’unica soluzione ad agosto 2035 o alla data di estinzione anticipata. Si tratta quindi di un bond del tipo cumulative oltre che callable.
Per determinarne l’importo finale basterà moltiplicare la cedola per il numero di anni trascorsi dall’emissione. Se dopo 36 mesi, per esempio, basterà fare 6,75%X3 per ottenere un 20,25% lordo riconosciuto. Se dopo 7 anni, 6,75%X7= 47,25%, se a naturale scadenza 6,75%X10= 67,5% e così via alle altre date.
Tuttavia, un conto sono il ritorno lordo e netto (di tasse e commissioni) del bond, un altro il reale e l’effettivo. Il reale lo si ottiene considerando anche il tasso di crescita dei pezzi nel periodo di detenzione del titolo, così come per tutti i bond, nessuno escluso. L’effettivo, invece, coinvolge i titoli cumulative per via della considerazione dell’interesse composto. Cioè cedola e rendimento coincidono solo al termine del 1° anno (in ipotesi di acquisto in emissione e alla pari), poi i due dati divergono con l’effettivo in costante riduzione nel corso del tempo. Così se ad esempio il rimborso avvenisse dopo 3 anni il rendimento lordo scenderebbe al 6,339%, se al 7° anno al 5,683% e a naturale scadenza al 5,29%.

Nuovo bond a tasso fisso cumulative del 6,75% e durata minima di 1 anno e massima di 10

Ad ogni modo si tratta di ritorni ricchi se si pensa che quello lordo finale a 10 anni è quasi due punti percentuali sopra il BTP 10y. Laddove invece la call giungesse dopo pochi anni dal lancio c’è che l’effettivo sarebbe ancora più ricco sia in sé sia in rapporto a molti titoli sovrani di durate a 2, 4, 6, etc anni.
In chiusura diamo un cenno ad altri tre rischi dopo quelli di reinvestimenti e di liquidità già accennati. Uno riguarda quello di mercato, con i corsi del titolo che inevitabilmente subiranno gli impatti positivi e negativi dei parametri chiave che governano l’obbligazionario e l’emittente. Il rating Goldman Sachs, invece, è buono e pari ad A per Fitch, ad A2 per Moody’s e a BBB+ per S&P.
L’ultimo, infine, è il rischio valutario, sicuramente il più insidioso. In termini semplici si tratta di capire a quanto verranno riconvertiti a scadenza o a di rivendita o a data call quei 100 USD iniziali. Se a un importo maggiore agli attuali 85,33 € (aldilà della cedola) allora ecco il gain da cambio, in caso contrario ci sarà la perdita da attutire in tutto o in parte con il flusso cedolare.

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