Durante l’ottava in corso potremmo assistere a nuovi massimi storici sui listini statunitensi, ma, successivamente, l’incertezza potrebbe caratterizzare una prima fase di discesa
È record. Le borse non si fermano e non si sono fermate davanti a nulla. L’ottava che ci lasciamo alle spalle ha visto un nuovo primato per l’asset class azionaria che, rappresentata dall’importante e principale benchmark MSCI World Usd, ha visto aggiornare i propri valori storici.
Oggettivamente e, forse, con un sano e doveroso cinismo, bisogna ammetterlo: le persistenti e sempre attuali tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia non hanno interferito sull’andamento dei listini globali così come la recente diffusione dei dati economici sui molteplici indici PMI che riportano, in forme diverse, uno status economico dei vari paesi come ancora troppo incerto.
Neppure il consueto e paventato sell in may and go away ha potuto alimentare una potenziale negatività, infatti, negli ultimi 50 anni (dal 1976), il maggio 2025, occupa il terzo gradino (+5,69%) del miglior maggio di sempre a pochi centesimi dal maggio 1997 (+6,03%) e dal primatista maggio 2009 (+8,62%). Nulla di tutto questo ha arginato la forza del mercato che, inesorabile, ha proseguito la corsa portando ad un rotondo +4,24% da inizio anno.

Operativamente, sul principale benchmark azionario MSCI World Usd, si può facilmente riscontrare una tipica impostazione grafica di potenziale incertezza se contestualizzata al brevissimo termine. Sul versante algoritmico, infatti, il palinsesto dei più importanti leading indicators sono ormai a ridosso delle loro rispettive zone di ipercomprato ed, anzi, in alcuni casi, quest’ultima sell zone è stata ampiamente oltrepassata (rif. William %R a 14).
Guardando ai prezzi, una soglia di approdo rialzista viene circoscritta al superamento della soglia psicologica dei 4.000 punti dove, plausibilmente, al suo superamento si potrebbe concretizzare una prima fase ribassista circoscritta fino ad area 3.863. Al momento, il conseguimento di nuovi record, potrebbe essere negato solo in caso di una immediata e violenta discesa con traguardo in prossimità di soglia 3.726 punti.
Sul contrapposto comparto equity rappresentato dal paniere dei cosiddetti paesi emergenti, il tradizionale sottostante MSCI Emerging Market, a seguito dei recenti massimi di periodo, evidenzia un chiaro segnale di potenziale allerta poiché alla prese con un classico doppio massimo: il target a quota 1.200 appare il più probabile in caso di negata inversione ribassista, mentre, per quest’ultima, viene fin da ora individuata la soglia a 1.130 punti quale primario supporto statico di breve termine. Le prossime giornate saranno molto importanti poiché, in caso di mancato conseguimento di quota 1.200, appare inevitabile il successivo ripiegamento verso l’opposto scenario.

Dal monitoraggio di quanto accade nel Vecchio continente, il benchmark Stoxx Europe 600, appare ben impostato per un veloce aggiornamento dei propri massimi. Qualora si dovesse assistere nelle prossime ore al superamento di area 555 punti, una continuazione ulteriore dei prezzi con destinazione quota 565,18 (massimo storico) non sembra essere proibitiva.
Fondamentale, quindi, l’evoluzione di queste giornate che, salvo inaspettati cedimenti, potrebbe essere favorevoli per un posizionamento long in ottica speculativa di brevissimo termine coerentemente ai precedenti prezzi indicati. Uno scenario avverso, invece, si può certamente configurare in caso di approdo (prima) e violazione (dopo) di soglia 540,76 punti: pertanto, qualora ciò dovesse concretizzarsi, una strategia short implicherebbe un potenziale premio (take profit) in coincidenza di 527,73 punti.
Se oltre oceano e nel Vecchio continente le impostazioni dei principali listini azionari appaiono allineati tecnicamente e ormai prossimi al conseguimento di nuovi massimi di periodo, nella sfera cosiddetta Asia/Pacifico, le più importanti piazze finanziarie borsistiche evidenziano diverse configurazioni.
L’indice nipponico Nikkey 225 appare in affanno dopo l’importante rialzo messo a segno dai minimi dello scorso aprile: ancora distante dai suoi stessi massimi, il superamento di area 38.500 punti potrebbe rappresentare il primo test di maturità ai fini di un nuovo upside. Nella più volatile e, ad oggi, più frammentata dal punto di vista grafico piazza cinese, l’indice SSE Composite deve fare i conti con l’importante resistenza a quota 3.439,50 punti: solo il superamento di quest’ultima potrà favorire un eventuale prosecuzione dei prezzi verso il traguardo degli oltre 3.510 punti. Una nota: particolare attenzione in caso di ritorno delle quotazioni inferiori ad area 3.297 punti che, di fatto, favorirebbe una potenziale ulteriore discesa in direzione di soglia 3.152 punti.
Complessivamente, l’ottava in corso, potrebbe favorire l’aggiornamento di nuovi massimi storici sul principale benchmark azionario: un record che, concretamente, rappresenterebbe la stretta correlazione e conseguenza di un ulteriore allungo da parte dei listini azionari globali soprattutto quelli a stelle e strisce. A seguito di questo scenario, un successivo momentum di debolezza circoscritta, non può essere escluso e, pertanto, un primo alleggerimento prudenziale è probabilmente la scelta più idonea.
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