Le nuove regole Ue vietano davvero i trasferimenti tra i propri conti correnti?

Ilena D’Errico

8 Agosto 2025 - 20:08

Ecco cosa prevedono davvero le regole Ue sui trasferimenti di denaro tra i propri conti.

Le nuove regole Ue vietano davvero i trasferimenti tra i propri conti correnti?

In questi giorni si discute di presunti limiti europei riguardanti il trasferimento di denaro tra i propri conti correnti. Tra i cittadini si sta così diffondendo una comprensibile preoccupazione, perché un divieto di questo genere comporterebbe limitazioni enormi e di fatto ingiuste. Le molteplici novità dell’Unione europea sulle operazioni bancarie e il contante non aiutano certo a tenere il passo dei cambiamenti, insieme alle differenze tra i vari Stati comunitari. Per quanto la normativa comunitaria sia uguale per tutti, infatti, ogni Paese si adegua con alcune differenze attraverso il diritto nazionale e spesso con tempistiche diverse. Ciò non aiuta a capire con precisione le norme di riferimento, rischiando fraintendimenti spiacevoli, proprio come sta accadendo riguardo ai trasferimenti di denaro tra conti dello stesso titolare. Ecco cosa sta succedendo e quali sono le regole.

Le nuove regole dell’Ue vietano il trasferimenti tra i propri conti?

Anticipiamo subito che l’Unione europea non vieta il trasferimento di denaro tra i propri conti correnti. Non lo ha fatto in passato, né ha previsto novità in questo senso. A quanto risulta, nemmeno le singole normative nazionali prevedono limitazioni al riguardo, sicuramente non il diritto italiano. Questo però non significa che la notizia discussa in questi giorni sia inventata completamente da zero. Molto semplicemente, gli istituti bancari di alcuni Paesi europei (tra cui Paesi Bassi e Macedonia del Nord per esempio) si stanno adeguando alle novità bancarie e alla seconda direttiva europea sui servizi di pagamento.

Quest’ultima (PSD2) è entrata in vigore nel 2019, con diverse scadenze successive per l’implementazione, ma la materia trattata è stata spesso incrementata e completata da ulteriori disposizioni. Si attende a breve, peraltro, la nuova direttiva (PSD3) in merito agli strumenti di pagamento, che andrà a completare le disposizioni precedenti in linea con i nuovi criteri per l’home banking.

In ogni caso, non è previsto un vero e proprio divieto in merito al trasferimento tra i conti correnti dello stesso titolare. L’Unione europea prevede piuttosto degli obblighi per garantire la sicurezza di questi trasferimenti, limitandoli non in linea generale ma richiedendo passaggi specifici per garantire che si compiano in modo ottimale. In conseguenza a queste misure, le banche estere che ancora non si erano adeguate hanno previsto (o intensificato) delle norme di sicurezza.

In particolare, è stato previsto il divieto di trasferire denaro tra conti deposito in maniera diretta. Per portare a termine la transazione è necessario effettuare un passaggio attraverso il conto corrente a cui è collegato il conto di risparmio da cui trasferire i fondi. Di fatto, non c’è alcuna novità per l’Italia e molti altri Paesi Ue, in cui i trasferimenti di denaro da un conto deposito (a maggior ragione se verso un altro conto deposito) richiedono l’intermediazione di un conto corrente. Non esistono in ogni caso divieti al trasferimento di soldi tra i propri conti correnti.

Limiti e divieti sul trasferimento di fondi

Per evitare qualsiasi equivoco è bene sapere che i trasferimenti tra i propri conti correnti non sono soggetti a limitazioni, nemmeno per quanto riguarda le regole sul contante o i presunti redditi in nero. Ricordiamo infatti che dal punto di vista fiscale ogni accredito o versamento corrisponde a un reddito da dichiarare, dovendo essere il contribuente a provare il contrario se richiesto. Il giroconto (o girofondo che sia) è di fatto lo strumento più elastico in assoluto, proprio perché non prevede alcun arricchimento/impoverimento, grazie al fatto che i soldi sono del medesimo titolare. Nel caso in cui uno o entrambi i conti abbiano dei cointestatari, tuttavia, si potrebbero subire controlli maggiori sull’effettiva provenienza del denaro quando ci sono movimentazioni sospette di evasione o elusione fiscale.

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