Novo Nordisk annuncia 9.000 tagli al personale per un risparmio di 8 miliardi annui

Giorgia Paccione

10 Settembre 2025 - 10:07

Il colosso danese della farmaceutica riduce l’11,5% della forza lavoro globale. Il piano punta a rafforzare le aree strategiche e a semplificare la struttura interna.

Novo Nordisk annuncia 9.000 tagli al personale per un risparmio di 8 miliardi annui

Novo Nordisk ha annunciato una drastica ristrutturazione che comporterà la riduzione di circa 9.000 posti di lavoro a livello globale, pari a oltre l’11% della sua forza lavoro complessiva, che attualmente ammonta a circa 78.000 unità.

La misura, che interesserà in particolare la Danimarca con circa 5.000 esuberi, è parte di un piano di trasformazione volto a contenere i costi e a riallocare le risorse verso i settori considerati strategici.

L’azienda prevede di ottenere risparmi annui pari a circa 8 miliardi di corone danesi, ovvero 1,07 miliardi di euro, entro la fine del 2026.

Le difficoltà di Novo Nordisk e le ragioni della riorganizzazione

La decisione arriva in un momento delicato per Novo Nordisk, che negli ultimi anni è stata protagonista di una crescita straordinaria grazie ai farmaci anti-obesità come Wegovy e ai trattamenti per il diabete come Ozempic. Tuttavia, il mercato statunitense, principale bacino di ricavi per l’azienda, sta diventando sempre più affollato e la concorrenza di Eli Lilly si fa sentire.

A questo si aggiungono la crescente pressione sui prezzi e la diffusione dei cosiddetti compounder, aziende autorizzate a produrre versioni generiche basate sugli stessi principi attivi dei farmaci di Novo, a causa delle carenze di fornitura. Un mix di fattori che ha eroso la quota di mercato del colosso danese e costretto il management a correre ai ripari.

I nostri mercati stanno cambiando, in particolare quello dell’obesità, che è diventato più competitivo e orientato al consumatore. Anche la nostra azienda deve evolversi”, ha dichiarato il CEO Mike Doustdar, subentrato lo scorso mese alla guida dell’azienda.

Risparmi e costi della ristrutturazione

Il piano di ristrutturazione prevede costi una tantum per circa 9 miliardi di corone danesi (1,2 miliardi di euro), che verranno contabilizzati nel terzo trimestre 2025. Una parte sarà compensata già nel quarto trimestre dell’anno, con risparmi stimati intorno al miliardo di corone.

La riduzione del personale riguarderà sia le aree di staff che le funzioni centrali a livello globale e, secondo quanto comunicato dall’azienda, permetterà di rendere la struttura più snella e agile nei processi decisionali. L’obiettivo è liberare risorse da reinvestire nella ricerca, nello sviluppo scientifico e nel potenziamento delle capacità produttive.

Ciò significa promuovere una cultura ancora più orientata alle performance, utilizzare le nostre risorse in modo sempre più efficace e dare priorità agli investimenti nei settori terapeutici in cui possiamo avere il maggiore impatto”, ha sottolineato Doustdar.

Gli analisti guardano con favore alla mossa e ammettono che si tratta di un piano “duro, naturale e allo stesso tempo molto necessario”, aggiungendo che il nuovo CEO “deve fare pulizia per permettere a Novo di andare avanti”.

Impatto sulle previsioni e sulle azioni in Borsa

La ristrutturazione ha già avuto riflessi sulle guidance 2025. Novo Nordisk ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’utile operativo annuo a cambi costanti: l’intervallo atteso passa infatti dal precedente 10-16% a un più prudente 4-10%. Un taglio che riflette i costi straordinari legati alla riorganizzazione, pur a fronte di benefici attesi nel medio-lungo termine.

Nonostante le difficoltà, il nuovo CEO si dice convinto della bontà della strategia: “A volte le decisioni più difficili sono quelle giuste per il futuro che stiamo costruendo. Sono certo che questa sia la scelta giusta per il successo a lungo termine di Novo Nordisk”, ha scritto in un post su LinkedIn.

Il mercato azionario ha finora reagito con cautela. Dopo un 2024 segnato da forti scosse, con il titolo che ha perso quasi la metà del suo valore dai massimi dell’anno precedente e la capitalizzazione crollata a circa 181 miliardi di dollari, gli investitori restano in attesa di segnali concreti sull’efficacia della nuova strategia.

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