Non paga interessi questo titolo di Stato diverso dal BOT ma raddoppia il capitale a scadenza

Stefano Vozza

5 Luglio 2025 - 06:09

Meglio puntare alla cedola o al rendimento o alla plusvalenza finale o al mix di questi elementi investendo su un titolo di Stato?

Non paga interessi questo titolo di Stato diverso dal BOT ma raddoppia il capitale a scadenza

All’espressione titolo di Stato e/o bond in generale, la mente (e la curiosità) corrono veloci verso 1-2 parametri chiave. Il primo in assoluto è la cedola nominale annua, ossia quanti interessi paga l’emittente del titolo sul debito sottoscritto dal risparmiatore. Poi segue la richiesta di conoscere l’associato rendimento effettivo, visto che i due dati, cedola e rendimento, coincidono solo quando il prezzo di carico è alla pari. Poiché da emissione a rimborso il prezzo è più un’eccezione che la norma, ecco spiegata l’importanza di conoscere lo yield effettivo.
Poi ci sono obbligazioni, anche sovrane, con cedola nulla e pari a 0,00% dal principio alla fine. Ad esempio non paga interessi questo titolo di Stato diverso dal BOT ma raddoppia il capitale a scadenza. Vediamo di quale titolo si tratta.

Il Bund tedesco con cedola allo 0,00%

Se il titolo che stiamo illustrando è denominato in euro e ha la capacità di raddoppiare il capitale a scadenza, allora vuol dire che si tratta di una lunga durata. E difatti si tratta di un bond, meglio di un Bund, con data scadenza 15 agosto 2050, tra 25 anni, 1 mese e 1 settimana circa.
L’obbligazione ha matricola ISIN DE0001102481 ed è stata emessa dalla Repubblica Federale Tedesca il 21/08/2019. All’epoca il costo del denaro BCE era pari a 0,00% e i ritorni effettivi erano negativi per i tratti medio-corti della curva dei rendimenti. Per gli emittenti sovrani tripla A come la Germania, invece, il segno meno andava anche oltre il medio termine. Ciò aiuta comprendere come abbia fatto l’emittente a indebitarsi sui mercati prendendo a prestito “senza nulla a rendere”, ossia fissando una cedola dello 0,00%.
In altri termini, il risparmiatore che in emissione ha sottoscritto il Bund Tf 0% Ag50 ha accettato di prestare i suoi soldi senza ricevere neanche 1 € di interessi per 30 anni. Incredibile verrebbe da dire, quasi una sorta di mondo all’incontrario, ma nel recente passato il reddito fisso era spesso deludente in termini di ritorni.

Il trend dei prezzi da emissione a oggi

Quasi a “rincarare” la dose vediamo qual è stato il trend del Bund sul secondario (EuroMOT di Borsa Italiana). Il grafico ha debuttato a 106,9 nell’agosto 2019, poi è sceso fino a 89 nel gennaio 2020 prima di ripartire al rialzo e segnare il massimo di sempre (ad oggi) a 118,14 a marzo dello stesso anno. La stagione dei rialzi dei tassi BCE ha la discesa dei valori del titolo fino al minimo storico a 43,23 nell’ottobre ’23.
Oggi il Bund prezza sui 47,9 centesimi, per un rendimento effettivo a scadenza del 3,00% lordo (dati: Borsa Italiana). Detta in altri termini, sarebbe come sottoscrivere una cifra X di debito nominale pagandolo quasi la metà, cioè con lo sconto del 52,1% sul valore di rimborso finale.
Giusto a titolo di esempio, il BTP trentennale del Tesoro in scadenza il 1° ottobre 2054 e lanciato lo scorso autunno paga il 4,3% annuo lordo e prezza 100,7.
La duration modificata del Bund Tf 0% Ag50, infine, è del 24,39.

Non paga interessi questo titolo di Stato diverso dal BOT ma raddoppia il capitale a scadenza

Ora, a chi potrebbe potenzialmente interessare un simile titolo di Stato? Ovviamente non spetta a noi rispondere dato che l’articolo non nasce per fare consulenza, sfera che non ci appartiene minimamente.
Tuttavia, alcune considerazioni sono così palesi che non possiamo non citarle. L’obbligazione, per esempio, potrebbe interessare chi non ricerca, non si cura di ricevere un flusso cedolare costante nel tempo come nel caso del BTP Valore, per esempio. Su quest’ultimi la cedola è trimestrale, mentre sul Bund non si assiste mai all’accredito in c/c di una sola cedola. Di contro, lo stesso cassettista punta alla costituzione di un dato capitale a scadenza investendo oggi la metà della cifra che necessiterà a quella data. Tra 25 anni o prima se le circostanze lo consentiranno, sarà il mercato ad aggiungere il “complemento” all’X somma.
Poi pensiamo a chi vorrebbe inserire in portafoglio una piccola fiche speculativa di medio-lungo termine e affidarsi alle sorti del mercato. Certo, in questi casi l’elevata propensione al rischio deve essere una prerogativa di base inderogabile. Il minimo storico a 43,23 dell’ottobre del ’23 potrebbe non ritornare più, ma potrebbe anche essere infranto. Del resto il titolo ha ancora lunga vita dinanzi a sé e sui mercati finanziari …mai dire mai.

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