Non condividere il video privato di Stefano De Martino. Ecco cosa rischi

Ilena D’Errico

18 Agosto 2025 - 08:19

Non condividere il video privato di Stefano De Martino, anzi segnalalo se ne hai l’occasione.

Non condividere il video privato di Stefano De Martino. Ecco cosa rischi

Tutti hanno diritto a tutelare la propria privacy, anche i personaggi famosi. Questo dovrebbe già essere un motivo sufficiente per non condividere immagini e video altrui senza il consenso degli interessati, ma sappiamo bene che la realtà è molto diversa. Il video privato di Stefano De Martino, estrapolato dalle telecamere di sorveglianza e lasciato alla mercé del web, continua infatti a essere diffuso con tutti i mezzi. Le autorità, che stanno lavorando per trovare i responsabili, hanno messo in atto le procedure necessarie a limitare la diffusione dei contenuti, ma ciò è possibile soltanto fino a un certo punto.

La condivisione su Whatsapp e Telegram, per esempio, è molto difficile da bloccare. Il video viene oscurato quando pubblicato dalle piattaforme sul web, ma bastano pochi secondi di ritardo per consentire agli utenti di appropriarsene e allungare la catena. Il danno, ovviamente, risiede nella visibilità stessa del contenuto, ma aumenta di pari passo al numero di persone che lo vedono e commentano. Anche se il conduttore è vittima di un illecito, infatti, la diffusione del video può avere conseguenze terribili. Oltre al danno reputazionale, particolarmente elevato per chi svolge una professione nel mondo dello spettacolo, c’è anche una forte componente morale. Ogni persona dovrebbe avere il diritto di tenere la propria vita domestica privata, senza subire continue violazioni.

Tanto dovrebbe bastare non soltanto a non diffondere ulteriormente il video ma anche a non guardarlo in primo luogo, rispettando la volontà e i diritti del protagonista. Condividere il video, peraltro, può avere gravi conseguenze legali. Ecco cosa si rischia.

Cosa rischia chi condivide il video di Stefano De Martino?

Condividere il video di Stefano De Martino non è soltanto illegale, ma un reato specifico disciplinato dall’articolo 613 ter del Codice penale. Quest’ultimo è stato introdotto con l’intenzione di punire i casi di revenge porn, quindi la diffusione di materiale sessualmente esplicito ai danni della vittima come forma di vendetta dopo la fine della relazione. La formulazione del reato, tuttavia, è più generica di così e si applica a qualsiasi diffusione di immagini e video dal contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, avvenuta senza il consenso della vittima. Chi commette questo reato è punibile con la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro.

In base al secondo comma, viene applicata la stessa pena a chiunque condivida i contenuti, indipendentemente dal modo in cui li ha ottenuti, per arrecare un danno alla vittima. Quest’ultima circostanza è essenziale per la configurazione del reato quando il materiale è stato “solo” condiviso, anche se chiaramente non è difficile da essere rilevata. È uno dei principali reati di cui può essere accusato chi partecipa alla diffusione del video, ma c’è anche la diffamazione quando la diffusione avviene per danneggiare la reputazione della vittima.

Al di fuori dai casi specifici, chiunque condivida il video può comunque essere accusato della violazione della privacy, disciplinata dall’articolo 167 del Codice della privacy e punita - nell’ipotesi più lieve - con la reclusione da 6 mesi a 1 anno e 6 mesi. Oltre alle ipotesi penali, l’illecito permette comunque alla vittima di chiedere un risarcimento dei danni patiti.

Il numero elevato di utenti che partecipano alla condivisione del video non aiuta la punibilità della condotta, ma non deve neanche essere considerato come un salvagente per agire indisturbati. Innanzitutto, il reato resta tale indipendentemente dalle difficoltà pratiche. In secondo luogo, non è davvero possibile escludere delle conseguenze. Le indagini della Polizia postale consentono di rintracciare gran parte degli autori e nulla vieta alla vittima, Stefano De Martino in questo caso, di procedere contro ognuno, per quanto improbabile possa essere. Naturalmente, la posizione degli hacker che hanno estrapolato il video dalle riprese delle telecamere di sicurezza è ancora più grave.

Argomenti

# Reato

Iscriviti a Money.it