Non c’è crisi per tasse e tributi: l’aumento dei prezzi fa volare le entrate per le casse dello Stato

Patrizia Del Pidio

9 Febbraio 2023 - 10:39

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Il Fisco non conosce crisi o, almeno, non ha ancora risentito di quella attuale: le entrate tra tasse tributi sono aumentate.

Non c’è crisi per tasse e tributi: l’aumento dei prezzi fa volare le entrate per le casse dello Stato

Anche se l’Italia sta vivendo un forte periodo di crisi, l’aumento dei prezzi dovuto all’impennata dell’inflazione non può che far bene alle casse dello Stato. Anche se nel corso di quest’anno la crisi è destinata a farsi sentire anche sul gettito fiscale, il 2022 si è chiuso con entrate da record per le casse dello Stato.

L’inflazione, infatti, gonfiando i prezzi ha aumentato anche il gettito portato dall’Iva. Ma il merito delle maggiori entrate è dovuto anche all’andamento del Pil e dell’occupazione che nel 2021 e nel 2022 sono stati abbastanza favorevoli.

La crescita delle entrate tributarie

Nel 2022, quindi, si è assistito ad una crescita totale delle entrate tributarie che è stata superiore al 10%. Una salita del tutto inattesa soprattutto alla luce del fatto che a inizio 2022 le stime prevedevano una stima delle entrate che non avrebbe superato del 3% quelle dell’anno precedente.

Anzi, si stimava addirittura che con l’entrata in vigore delle nuove aliquote Irpef e dei nuovi scaglioni le imposte diette avrebbero subito un calo. Le cose non sono, poi andate esattamente così.

La crescita dell’occupazione nel corso del 2022 ha consentito di compensare quanto si pensava di perdere con l’entrata in vigore della riforma fiscale dello scorso anno e l’Irpef è addirittura cresciuta del 3,6%, mentre le imposte dirette nel complesso hanno subito un incremento del 9,6%.

Sempre tra le imposte dirette, segna un aumento delle entrate pari all’81,5% l’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze e quella sostitutiva sui fondi pensioni arriva addirittura a un aumento del 103,2%

La regina delle imposte indirette è l’Iva

A spiccare tra le imposte indirette, naturalmente, è l’Iva che sulla spinta dell’aumento dei prezzi registra un aumento delle entrate pari al 16,5%. Se gli aumenti, quindi, hanno fortemente penalizzato la maggior parte della famiglie italiane, lo stesso non può dirsi per le casse statali.

Queste ultime, però, possono contare sulla spinta dell’inflazione solo per il 2022, mentre per il 2023 pagheranno, anch’esse il prezzo dell’aumento.

L’inflazione, infatti, andrà a pesare sulle casse dello Stato con ritardo nel 2023 grazie all’adeguamento delle pensioni e delle prestazioni erogate dall’Inps che porteranno ad un esborso maggiore.

Cosa succederà quest’anno?

Il Governo ha annunciato l’apertura di un cantiere per dare il via ad una riforma fiscale più ampia ed omogenea attraverso una Legge delega. Solo con questo passaggio si potranno esplorare quelli che sono i veri margini di coperture che ci sono per poter effettuare una riduzione del prelievo fiscale che oggi pesa sulle spalle dei cittadini. Sia a livello diretto che indiretto.

Si pensa ad un ulteriore allegerimento dell’Irpef con il passaggio delle attuali 4 aliquote su 4 scaglioni, a 3 aliquote che si dovrebbe finanziare con una razionalizzazione delle detrazioni e deduzioni. Queste ultime dovrebbero essere rimodulate inbase al reddito dei contribuenti e potrebbero addirittura essere cancellate per i redditi più alti.

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