Nomi vietati in Italia per legge, elenco di come non si può chiamare il proprio figlio o figlia

Ilena D’Errico

7 Maggio 2023 - 23:46

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La legge italiana cerca di tutelare i futuri adulti dalla scelta di nomi ridicoli oppure offensivi. Ecco un elenco dei nomi vietati per sapere come non si possono chiamare i propri figli.

Nomi vietati in Italia per legge, elenco di come non si può chiamare il proprio figlio o figlia

Anche in Italia, così come in diversi altri paesi, la scelta del nome da dare al proprio figlio non è del tutto libera. Questo perché ci sono alcuni nomi banditi dalle anagrafi comunali, per diverse ragioni. Ci sono, ad esempio, nomi correlati a personaggi storici che hanno dato un contributo particolarmente negativo, oppure nomi che in abbinamento al cognome forniscono un insieme ridicolo. Nella maggior parte dei casi, il divieto riguarda la tutela della persona da imbarazzo, derisione e pregiudizi, oltre ad alcuni casi previsti dalla legge. Per vedere i nomi vietati in Italia per legge è quindi più semplice fare una divisione fra le origini che motivano il divieto, così da fornire degli elenchi esemplificativi utili a chi si appresta a dare il nome al proprio figlio.

Nomi vietati dalla legge italiana

Una delle prime regole che riguarda la scelta del nome è il divieto assoluto fatto dalla legge italiana di creare omonimie potenzialmente problematiche. In origine questo ha portato al divieto di dare ai figli il nome dei genitori o di fratelli e sorelle, in quanto era previsto sempre il cognome unico che veniva adottato anche dalla moglie.

Ad oggi la situazione è leggermente differente, il divieto non cambia ma è più facile aggirare questo ostacolo. Le mogli mantengono il cognome, non essendo pertanto omonime delle figlie che hanno lo stesso nome, mentre per eventuali sorelle il divieto resta immutato. Allo stesso tempo, con la possibilità di dare il doppio cognome, anche il figlio può assumere lo stesso nome del padre, ma soltanto quando il cognome della madre è il primo. Anche in questo caso, non si può dare a un figlio lo stesso nome del fratello, perché l’omonimia sarebbe inevitabile. Non è poi consentito ovviare al problema apponendo “junior” al nome come è invece concesso in altri paesi, il nome vietato può in questo caso essere posto come secondo nome perché il divieto si basa esclusivamente sulla limitazione delle omonimie.

Si ricorda, comunque, che la legge a riguardo non è stata espressamente variata, ma sono di fatto venuti a mancare alcuni presupposti di applicazione. Un altro divieto generico riguarda la distinzione fra nomi femminili e maschili, il cui genere deve rigorosamente rispettare il genere del nascituro. Sono comunque previste rare eccezioni, come il nome Andrea che ormai è considerato a tutti gli effetti unisex. Oltre a questo, si citano anche i meno diffusi:

  • Celeste;
  • Diamante;
  • Fiore;
  • Felice.

Anche per quanto riguarda questo divieto, il nome non concordante può essere apposto come secondo nome. È poi sempre vietato utilizzare come nome un cognome, in quanto si creerebbero confusioni e fraintendimenti. Infine, non sono ammessi i nomi contenenti caratteri speciali che non hanno corrispondenza fonica (come &, @ o #), mentre lettere esistenti sono sempre consentite a prescindere dall’alfabeto nazionale.

Personaggi storici e di finzione, i nomi e gli abbinamenti vietati

I nomi dei personaggi storici non sono vietati in assoluto dalla legge italiana, nel rispetto della libertà di pensiero e ideologia assolutamente individuale. Allo stesso tempo, alcuni rimandi ai personaggi storici rappresenterebbero un’inevitabile condanna per il portatore. Si tratta di personalità collegate ad azioni particolarmente riprovevoli, così tra i nomi vietati figurano:

  • Adolf Hitler;
  • Benito Mussolini;
  • Josif Vissarionovich Stalin;
  • Osama Bin Laden;
  • Jack Lo Squartatore.

Bisogna sottolineare che riguardo a questi nomi il divieto attiene esclusivamente al personaggio storico richiamato dall’abbinamento e non al nome a sé stante. È così consentito chiamare il proprio figlio Adolfo oppure Jack, mentre ad esempio Stalin risulta, anche preso singolarmente un evidente rimando, anche se non esiste comunque un espresso divieto in questo senso..

Di pari passo sono anche vietati tutti i nomi appartenenti alla finzione letteraria o cinematografica, compresi i nomi di personaggi di fumetti o videogiochi. In questo caso il divieto riguarda i nomi puramente fittizi e stravaganti e altrimenti inesistenti, come:

  • Conte Dracula;
  • Moby Dick;
  • Madame Bovary;
  • Grande Gatsby
  • Madame Butterfly.

Riguardo, invece, ai nomi esistenti ma diventati famosi con la diffusione di opere che li riguardano, bisogna fare attenzione alla popolarità del nome in questione e anche alle circostanze a cui rimanda. Sono così vietati:

  • Hannibal Lecter;
  • Ken;
  • Pollon;
  • Doraemon;
  • Satana;
  • Ikea.

In ogni caso, la legge non prevede un elenco specifico di nomi – anche se alcuni sono rintracciabili dai precedenti di giurisprudenza – ma vieta in genere i nomi e gli abbinamenti che possono risultare offensivi, ridicoli o vergognosi. Ad esempio, non è possibile chiamare la propria figlia Venerdì, dato che questo giorno della settimana è associato alla sfortuna dalle credenze popolari. Di pari passo, anche il nome Mercoledì è vietato, in questo caso per l’omonimia con il celebre personaggio della Famiglia Addams.

Lo stesso principio si applica anche nel caso in cui il nome preso singolarmente non ha alcuna connotazione particolare, ma in abbinamento con il cognome possono creare risultati ridicoli o rimandanti a handicap, ingiurie, soprannomi o disgrazie.

Cosa succede se chiamo mio figlio con un nome vietato?

Appresi i nomi vietati, ci si chiede quali sono le conseguenze per i genitori che cercano di ignorare questo divieto. In effetti, non esiste alcun tipo di sanzione o multa, proprio perché la legge prevede in questo senso un meccanismo riparatorio accurato. Quando il nome scelto dai genitori viola uno dei divieti citati, l’ufficiale di stato civile deve provvedere alla registrazione ma notificarla al procuratore della Repubblica. Quest’ultimo, provvede a una prima valutazione e se lo ritiene necessario richiede una sentenza di rettifica. Nel corso di procedimento, se il nome è considerato improprio si procede alla sua variazione. I genitori rischiano in sostanza il cambiamento del nome, oltre al rifacimento dei documenti.

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