Non tutti gli addebiti sono dovuti. Contratto, normativa e prove ti tutelano dai costi nascosti del noleggio auto.
L’Antitrust ha sanzionato Hertz Italiana e altre cinque società di noleggio auto, per oltre 18 milioni di euro per addebiti ingiustificati ai clienti per la gestione di multe e omessi pagamenti di pedaggio e parcheggio. Quindi, ricevere addebiti extra dopo aver restituito un’auto a noleggio non è raro. A volte si tratta di costi previsti dal contratto, altre volte di spese poco chiare.
Capire come funziona davvero la gestione degli addebiti nel noleggio auto è utile non solo per evitare sorprese, ma anche per sapere quando e come opporsi in modo efficace.
Spese extra nel noleggio auto: gli addebiti più comuni
Il noleggio auto è una soluzione pratica e diffusa per chi viaggia per lavoro o per turismo, ma può essere fonte di controversie quando, al termine del contratto, compaiono addebiti aggiuntivi non previsti.
Deposito cauzionale e franchigia: garanzia e responsabilità
Una delle prime voci da considerare è il deposito cauzionale o cauzione, cioè la somma temporaneamente bloccata sulla carta di credito al momento del ritiro del veicolo. Tale importo serve a garantire eventuali danni o inadempimenti e può variare da qualche centinaio a oltre mille euro, in funzione della categoria del veicolo e delle coperture assicurative incluse.
“La franchigia assicurativa è la somma massima che resta a carico del cliente in caso di danni, anche quando è stata attivata una copertura Kasko.”
Se il veicolo viene riconsegnato con danni, l’operatore potrà trattenere l’importo fino al limite della franchigia, ma solo previa documentazione e valutazione oggettiva del danno. Occorre conoscere in anticipo i termini della copertura e le modalità di sblocco del deposito: in assenza di danni, le somme devono essere liberate in tempi ragionevoli di norma entro 7 giorni.
Carburante: penali per rifornimento e formule contrattuali
Un altro addebito frequente è il carburante mancante. La modalità più equa è la full-full (ritiro con pieno e restituzione con pieno). Tuttavia, qualora l’auto venga restituita con un livello inferiore di carburante, il contratto può prevedere non solo il costo del carburante, ma anche una penale di rifornimento (che può arrivare a 20–30 euro).
Attenzione alle formule full-empty o prepaid fuel: spesso il cliente paga un pieno anticipato a un prezzo maggiorato e non ha diritto al rimborso del carburante residuo. Occorre leggere attentamente le clausole relative al carburante e documentare con foto il livello del serbatoio alla consegna.
Danni al veicolo: contestazioni e onere della prova
In altri casi cliente può trovarsi addebitato per graffi, ammaccature o imperfezioni contestati solo dopo la riconsegna. La società di autonoleggio ha l’obbligo di fornire prova fotografica o perizia, nonché un preventivo dettagliato dei costi di riparazione. Perciò, è consigliabile effettuare foto del veicolo in fase di ritiro e riconsegna e chiedere che venga firmato un verbale che attesti l’assenza di nuovi danni.
Multe e spese amministrative: costi sotto la lente dell’Antitrust
Nel corso del noleggio, il conducente può incorrere in infrazioni stradali o mancati pagamenti (pedaggi, ZTL, ecc.). In questi casi, la società di noleggio può addebitare al cliente l’importo della sanzione e applicare le commissioni di gestione amministrativa (tipicamente tra i 40 e i 50 euro) per la sola trasmissione dei dati alle autorità.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha ritenuto vessatorie tali clausole quando non proporzionate al costo del servizio reso. Il cliente può ritenere non dovuto l’importo della commissione se non è giustificato da un servizio aggiuntivo.
Ritardi e variazioni nella riconsegna: supplementi legittimi
La restituzione in ritardo del veicolo, se superiore a una certa soglia (es. 30 o 60 minuti), può comportare l’addebito di una giornata di noleggio aggiuntiva o di una penale. Lo stesso vale per la restituzione in una sede diversa rispetto a quella concordata (one-way fee), il cui importo dev’essere chiaramente indicato nel contratto. Tali supplementi sono leciti solo se previamente pattuiti e riportati nel contratto sottoscritto.
Ogni variazione unilaterale degli importi costituisce pratica scorretta ai sensi del Codice del Consumo artt. 20 e ss. D.lgs. n. 206/2005.
Pulizia straordinaria, accessori e altre spese residuali
Infine, possono emergere addebiti ulteriori per pulizia straordinaria (es. sabbia, animali, fumo in auto), smarrimento di chiavi o documenti, ritardo nel rientro degli accessori (GPS, seggiolini), o superamento del chilometraggio previsto. Infatti, ci sono offerte molto economiche che spesso prevedono un tetto giornaliero o complessivo (es. 100 km/giorno), oltre il quale ogni chilometro extra viene fatturato a tariffe elevate.
“Tutte queste voci devono essere specificate nelle condizioni generali di contratto. In mancanza di indicazione chiara e preventiva, il cliente può opporsi al pagamento richiamando la giurisprudenza in tema di trasparenza contrattuale.”
Quando un addebito non è dovuto? Situazioni in cui è legittimo contestare
Non tutti gli addebiti sono legittimi.
“Un addebito è ritenuto ingiustificato quando manca il presupposto giuridico per esigerlo.”
Ciò si verifica ogni volta che il costo non è stato previamente pattuito, non trova riscontro nel contratto, oppure è privo di prova documentale. Tra le circostanze più ricorrenti, vi è il caso del danno preesistente attribuito erroneamente al cliente. Capita spesso che al momento della restituzione del veicolo vengano rilevate imperfezioni già presenti al momento della consegna, ma non annotate sul verbale. In assenza di foto o annotazioni che dimostrino la responsabilità del conducente, l’addebito risulta infondato.
Costi non autorizzati: quando il cliente non ha espresso consenso
Altre volte, il cliente si trova addebitato per servizi mai richiesti. È il caso, ad esempio, di coperture assicurative extra attivate senza consenso, oppure di upgrade del veicolo applicati d’ufficio, magari con la motivazione che la vettura prenotata non era disponibile.
Simili pratiche violano il principio di consenso informato e possono essere impugnate invocando l’art. 33 del Codice del Consumo, che sancisce la nullità delle clausole non trasparenti o imposte unilateralmente.
Sovrapprezzi, penali e mancanza di documentazione
Non meno problematici sono i sovrapprezzi occulti: importi richiesti al momento del saldo che non erano stati indicati durante la prenotazione, in violazione degli obblighi di trasparenza previsti dalla normativa UE sui servizi turistici e dal diritto interno. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ribadito che:
“Il prezzo complessivo deve essere comunicato con chiarezza fin dalla fase precontrattuale, e ogni addebito successivo privo di fondamento è passibile di annullamento.”
Ulteriore area critica riguarda le penali standardizzate. Ad esempio, i costi fissi per la gestione delle multe o per il ritardo nella restituzione, applicati senza valutare il caso concreto.
“L’AGCM ha chiarito che tali penali sono ammissibili solo se proporzionate e indicate nelle condizioni generali.”
Se l’addebito supera in modo evidente il danno subito, può essere impugnato per eccessiva onerosità o clausola vessatoria.
Come contestare gli addebiti non dovuti: procedura completa
Il primo passo è la verifica del contratto di noleggio e le condizioni generali. Non basta controllare il riepilogo spese: occorre confrontare ogni addebito contestato con le clausole specifiche relative a penali, franchigie, condizioni di restituzione e coperture assicurative.
Importante anche la raccolta di foto scattate al veicolo prima e dopo il noleggio, idealmente con data automatica e visuale multipla (fiancate, cofano, interni, targa), oltre al verbale di riconsegna, che spesso contiene l’unica annotazione ufficiale sulla condizione del veicolo. In mancanza di verbale firmato, ogni addebito dell’autonoleggio basata su presunti danni diventa facilmente opponibile.
Contattare tempestivamente il servizio clienti
L’intervento immediato ha valore sia giuridico che strategico. Appena noti un addebito anomalo sulla carta di credito o ricevi una fattura con importi aggiuntivi, scrivi subito all’assistenza clienti della compagnia tramite canali ufficiali. Evita telefonate generiche non documentabili: meglio un’email dettagliata con oggetto chiaro, allegati e cronologia completa dei fatti.
Fare un reclamo scritto
Se il contatto informale non produce effetti, è necessario formalizzare la contestazione tramite una lettera scritta da inviare alla sede legale o all’ufficio reclami dell’azienda. Questo passaggio, spesso trascurato, è volto a creare una traccia formale anche in caso di azioni legali successive.
Nella raccomandata A/R (o PEC) da inviare alla società di noleggio il cliente dovrà:
- indicare i riferimenti del contratto;
- ricostruire i fatti con precisione cronologica;
- motivare perché l’addebito è illegittimo (assenza di danno, clausola abusiva, importo non pattuito);
- allegare tutte le prove: foto, contratto, email, ricevute;
- avanzare una richiesta esplicita di rimborso o storno dell’addebito entro un termine preciso (es. 15 giorni);
- specificare che in caso di mancata risposta, si procederà per vie legali.
Contestazione bancaria dell’addebito (chargeback)
Se l’importo contestato è già stato prelevato, puoi valutare l’attivazione di un chargeback tramite la banca o il circuito della tua carta (Visa, Mastercard, ecc.). È una procedura tecnica che consente di congelare l’importo e avviare un’indagine per transazione non autorizzata.
Diffida formale a mezzo avvocato
Se anche la lettera di reclamo non ottiene risposta o viene respinta con motivazioni infondate, il passo successivo è una diffida formale redatta da un avvocato. È un’intimazione scritta, inviata su carta intestata, che costituisce in mora la controparte e richiama le conseguenze legali dell’inadempimento.
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