Nestlé annuncia 16.000 tagli al personale. Il fatturato è calato dell’1,9%

Giorgia Paccione

16 Ottobre 2025 - 12:14

Il nuovo amministratore delegato Philipp Navratil avvia un piano di tagli globale per ridurre i costi. Il titolo sale alla Borsa di Zurigo dopo l’annuncio.

Nestlé annuncia 16.000 tagli al personale. Il fatturato è calato dell’1,9%

Nestlé ha annunciato un piano di riduzione della forza lavoro che coinvolgerà 16.000 dipendenti a livello mondiale nei prossimi due anni, pari a circa il 6% del totale dei lavoratori del gruppo. L’annuncio, che ha scosso i mercati e l’intero settore alimentare, è arrivato insieme ai risultati economici dei primi nove mesi del 2025, in cui la multinazionale svizzera ha registrato un calo del fatturato dell’1,9%, sceso a 65,9 miliardi di franchi svizzeri (71 miliardi di euro) rispetto ai 67,15 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

A presentare il piano è stato il nuovo amministratore delegato Philipp Navratil, entrato in carica a settembre. “Il mondo sta cambiando e Nestlé deve cambiare più rapidamente. Questo comporterà l’adozione di decisioni difficili, ma necessarie”, ha dichiarato Navratil, sottolineando la necessità di adattare la struttura aziendale a un contesto globale caratterizzato da inflazione, trasformazioni nei consumi e nuove sfide produttive. Ecco cosa prevede il nuovo piano.

Cosa prevede il piano di ristrutturazione di Nestlé

Il piano di tagli, che rappresenta uno dei più significativi nella storia recente del gruppo, prevede che circa 12.000 delle posizioni eliminate riguardino ruoli dirigenziali e quadri intermedi, distribuiti in tutte le aree geografiche in cui Nestlé opera. I restanti 4.000 posti saranno ridotti nei reparti produttivi e nella catena di approvvigionamento, in un processo che si svilupperà gradualmente fino al 2027.

Secondo quanto comunicato dall’azienda, l’obiettivo è incrementare l’efficienza interna e ridurre i costi complessivi, portando il piano di risparmio complessivo a 3 miliardi di franchi svizzeri (circa 3,2 miliardi di euro) entro la fine del 2027, rispetto ai 2,5 miliardi previsti in precedenza. La multinazionale ha precisato che i tagli si inseriscono in una strategia più ampia volta a “semplificare i processi decisionali” e a “reindirizzare le risorse verso le aree con maggior potenziale di crescita”.

Nonostante la riduzione del fatturato complessivo, le vendite del terzo trimestre sono risultate in aumento del 4,3% su base organica, superando le attese degli analisti. Tale crescita, spiegano gli osservatori, è stata trainata in parte dall’aumento dei prezzi e da una moderata ripresa della domanda in alcuni segmenti chiave come caffè e alimenti per l’infanzia. Tuttavia, la performance positiva non è bastata a compensare la flessione complessiva dovuta al rallentamento in Europa e in Nord America.

La nuova guida di Philipp Navratil e il futuro del gruppo

L’arrivo di Philipp Navratil alla guida del colosso alimentare è avvenuto in un momento di forte turbolenza. La sua nomina è avvenuta a seguito del licenziamento improvviso di Laurent Freixe, allontanato a causa di una “relazione sentimentale non dichiarata con una dipendente direttamente subordinata”, come precisato dal consiglio di amministrazione. Insieme a Freixe, si è dimesso anche lo storico presidente Paul Bulcke, sostituito dall’ex amministratore delegato di Inditex, Pablo Isla.

Navratil, ex responsabile del marchio Nespresso, è considerato un manager pragmatico, orientato alla razionalizzazione dei costi e all’innovazione dei processi. La sua strategia punta a riequilibrare i margini operativi e a rilanciare la competitività di Nestlé, in un momento storico in cui le abitudini dei consumatori stanno cambiando e sono sempre più rivolte alla sostenibilità, salute e tracciabilità dei prodotti.

Non possiamo permetterci di restare fermi mentre il mondo evolve”, ha affermato Navratil, ribadendo che l’obiettivo è “rendere Nestlé più agile, efficiente e pronta a investire nelle aree a più alto valore aggiunto”.

Segnale di crisi o strategia di crescita?

Il piano di riduzione del personale rappresenta una delle mosse più drastiche mai adottate dal gruppo di Vevey, fondato nel 1866. Con oltre 270.000 dipendenti in tutto il mondo e marchi iconici come Nescafé, KitKat, Perrier e San Pellegrino, Nestlé resta un gigante del settore, ma si trova oggi a dover fronteggiare margini di profitto sotto pressione e una crescente concorrenza da parte dei marchi locali e dei produttori specializzati in alimenti salutistici.

Alcuni analisti ritengono che “sebbene la situazione resti fragile, queste misure potranno contribuire a ristabilire la fiducia degli investitori e a rafforzare la posizione del gruppo nel medio periodo”. Tuttavia, il rischio di un impatto reputazionale e sociale non è trascurabile, soprattutto nei Paesi in cui Nestlé rappresenta uno dei principali datori di lavoro.

Intanto, dopo l’annuncio del piano di ristrutturazione, il titolo Nestlé ha registrato un forte balzo alla Borsa di Zurigo, con le azioni che, nella mattinata di oggi le azioni sono salite fino al 7,8%. Il rimbalzo innescato dalle dichiarazioni del management ha permesso di correggere almeno in parte le performance del titolo, che da inizio anno risulta in salita di circa il 10%, ma resta negativo nel confronto a uno e cinque anni, rispettivamente con un calo di circa −2% e −24%.

La sfida di Navratil sarà ora riuscire a trasformare il piano di tagli in un’occasione di rilancio per il colosso svizzero dell’alimentare, con l’obiettivo di restituire fiducia agli investitori e stabilità a lungo termine.

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