Amazon dice di voler puntare su una innovazione più veloce ma licenzia migliaia di ingegneri, spiegando la mossa.
A quanto pare, e Amazon docet, nel bel mezzo di questa rivoluzione dell’intelligenza artificiale che sta cambiando i connotati al mercato del lavoro, non si salvano neanche gli ingegneri. Uno schiaffo in faccia soprattutto ai tanti giovani che, nell’era dell’AI, stanno pensando di puntare sulle lauree in ingegneria e, in generale, uno shock per tutti gli ingegneri che hanno ritenuto finora di essere relativamente al sicuro dalla minaccia dei licenziamenti, grazie alle loro specializzazioni.
E invece no, visti i dettagli della notizia relativa ai maxi tagli di Amazon, che di per sé fa già accapponare la pelle, visto che il colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos ha annunciato il mese scorso un piano per dare il benservito a ben 14.000 dipendenti.
Vero che a essere state colpite in questo nuovo round epocale di tagli, il più imponente della storia del gigante di Wall Street, sono state un po’ tutte le posizioni di lavoro.
Gli scatoloni sono stati infatti preparati dai dipendenti delle divisioni di marketing, retal e dei supermercati, così come da quella del cloud computing. Ma, in termini numerici, sono stati per l’appunto gli ingegneri, almeno finora, a essere stati messi alla porta.
Amazon licenzia soprattutto gli ingegneri. I numeri dei tagli che stanno colpendo l’America
Il quadro è emerso dalla documentazione depositata negli Stati americani di New York, California, New Jersey e Washington, dove la forza lavoro di Amazon è stata sforbiciata di più di 4.700 unità. Di questi tagli, quasi il 40% ha colpito la categoria professionale degli ingegneri.
La comunicazione è stata data dalla stessa Big Tech USA, stando alle informazioni consegnate in base a quanto stabilisce il Worker Adjustment and Retraining Notification (WARN) Act, legge federale degli Stati Uniti che impone alle aziende che hanno all’attivo una forza lavoro minima di 100 dipendenti di dare un preavviso scritto ai dipendenti che vengano scaricati, nell’ambito della chiusura di una fabbrica o di tagli di massa.
Nell’annunciare i licenziamenti shock, record della sua storia di 31 anni, Amazon ha seguito la scia di diverse società hi-tech, che quest’anno, anche a fronte di montagne di cash accumulate e di utili in crescita, hanno deciso di ridurre il proprio personale.
Dal sito Layoffs.fyi, è risultato che 231 aziende attive nel settore hi-tech hanno licenziato quest’anno quasi 113.000 dipendenti, portando avanti un trend che è iniziato nel 2022, quando diverse società hanno iniziato a tagliare, con il reopening dell’economia a seguito della pandemia Covid-19.
Di primo acchito, nel caso di Amazon, la notizia del licenziamento di migliaia di ingegneri sembra stridere con il piano del gigante di puntare sull’innovazione, considerato il ruolo cruciale che gli stessi ricoprono nel mondo del lavoro.
Ma la responsabile dell’Ufficio di risorse umane, Beth Gletti ha rimarcato l’impegno della Big Tech di continuare a innovarsi, sebbene con un numero inferiore di dipendenti.
“Questa generazione di AI è la tecnologia più trasformativa che abbiamo visto dai tempi di Internet, e sta permettendo alle aziende di innovare molto più rapidamente che in passato. Siamo convinti che dobbiamo essere organizzati in modo più snello, con meno livelli e maggiori responsabilità, per muoverci il più rapidamente possibile per i nostri clienti e per il nostro business”.
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La scure di Amazon colpisce soprattutto gli ingegneri software. Ecco perché
Dalle segnalazioni arrivate dalla stessa Amazon si è appreso che, tra le migliaia di ingegneri costretti a dire addio ai loro posti di lavoro, sono stati colpiti diversi livelli di ingegneri software.
Tra questi, la scure dei tagli è calata soprattutto sui ruoli SDE II, ossia sui dipendenti di livello intermedio, che sarebbero stati presi di mira, così riporta un articolo della CNBC, in modo anche sproporzionato.
Tuttavia, è stato ricordato, a fronte dello stupore di chi pensa che gli ingegneri non siano a rischio o siano meno a rischio rispetto alle altre posizioni di lavoro che il boom dell’intelligenza artificiale sta rendendo superflue, le assunzioni di ingegneri specializzati nell’attività di sviluppo software stanno diminuendo per una ragione ovvia: di fatto, le aziende stanno facendo sempre più ricorso agli assistenti di programmazione virtuali e alle cosiddette piattaforme di “vibe coding” fornite da vendor come Cursor, OpenAI e Cognition.
La stessa Amazon si è data da fare, creando la propria piattaforma Kiro.
Occhio intanto al trend delle azioni Amazon (AMZN), che non si può dire che abbiano brillato in quest’ultimo anno.
Dall’inizio del 2025, i titoli hanno riportato infatti una flessione di poco superiore all’1%, mentre su base annua la performance è stata di un rialzo del 10%.
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