Lega avanti sulla proposta di chiusura domenicale dei negozi, ma - precisa - si va verso una lettura meno stringente. I dettagli
È a metà tra un passo in avanti e uno all’indietro quello fatto oggi dalla Lega riguardo all’argomento chiusura domenicale dei negozi.
All’esame della Commissione Attività Produttive della Camera, il testo è al momento nella forma della sua ultima versione presentata, quella del 31 gennaio. Ma sembrano ancora tutti da definire i punti che lo caratterizzeranno.
La drastica visione dei 5 Stelle - tutti i negozi chiusi la domenica, con scarse e rare eccezioni - pare infatti destinata a mescolarsi con quella ben più aperta espressa dalla Lega, che pure ha confermato di voler fare passi avanti riguardo la scelta dell’esecutivo gialloverde.
Ma si va verso una lettura molto meno stringente, come precisato dalla Presidente di commissione Barbara Saltamartini - della Lega - che ha chiarito come la linea sia passata da tutti i negozi chiusi a la ben diversa interpretazione ’aperti con buon senso’
Da aggiungere - spiega Saltamartini - il tema dei centri storici, e insistere su una lotta allo spopolamento dei centri abitati.
Negozi chiusi la domenica: la Lega apre a una lettura di buon senso
Secondo Saltamartini il testo in esame è soggetto a cambiamenti, visti anche i già anticipati tavoli di confronto con diverse realtà del settore commerciale:
“Presto ci sarà un nuovo confronto con le realtà associative anche per rivalutare gli effetti sull’occupazione, poi passeremo alla fase emendativa”.
L’annunciato passo in avanti da parte della Lega è stato da molti letto in realtà come un passo indietro, vista la volontà di rivedere in maniera massiccia molti aspetti di un testo che - ha proseguito Saltamartini - “non è la bibbia”.
Non si tratta però di un passo indietro secondo Andrea Dara, uno dei relatori del testo della misura, che ha etichettato il nuovfo documento in esame come il frutto di un confronto tra le parti.
Non sono certo mancate le critiche all’esecutivo gialloverde e all’odierno “passo del gambero”, così come ha definito oggi Andrea Mazziotti di +Europa la revisione della misura:
“Dopo tanti proclami, un ridicolo passo del gambero. E ora speriamo che le varie associazioni che saranno sentite dicano chiaramente alla maggioranza che questa legge è un’assurdità e la convincano ad accantonarla per sempre”.
Nella sua forma iniziale, il testo parla di 26 aperture domenicali su 52 e chiusura nelle 12 festività nazionali, salvo 4 giorni a discrezioni delle Regioni.
Restano però le eccezioni in caso di centri storici e negozi di vicinato, questi ultimi con una totale libertà relativa alle aperture domenicali, salvo durante le festività.
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