Navetta spaziale cinese segreta: un nuovo pericolo per la sicurezza spaziale?

Ilena D’Errico

9 Maggio 2023 - 19:09

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Dopo oltre nove mesi, è atterrata la navetta spaziale cinese segreta. Ecco quello che sappiamo su questa misteriosa navetta e sul pericolo che rappresenta per la sicurezza spaziale.

Navetta spaziale cinese segreta: un nuovo pericolo per la sicurezza spaziale?

Nella giornata di ieri, lunedì 8 maggio, Pechino ha comunicato il rientro della navetta spaziale, rimasta in orbita per ben 276 giorni. Un incredibile progresso rispetto al lancio precedente avvenuto nel 2020, quando la missione si concluse in soli 4 giorni. Questa volta, la misteriosa navetta è atterrata nella base Lop Nur dello Xinjiang dopo più di nove mesi, dopo essere stata inviata da un razzo nel deserto del Gobi il 4 agosto 2022. A parte sintetiche comunicazioni, la Cina non ha fornito alcuna informazione sulla navetta e sul suo funzionamento, al punto che anche sul suo nome – che dovrebbe essere Shenlong- non ci sono sicurezze.

Si sa per certo che si tratta di un’operazione militare e che la gestione del progetto è stata affidata alla China aerospace science and technology corp (Casc), la principale impresa statale per il programma spaziale cinese. Oltre a ciò, le osservazioni astronomiche permettono di avanzare qualche ipotesi sul ruolo della misteriosa navetta, che ha dimostrato capacità avanzate tali da poter rappresentare un futuro pericolo per la sicurezza spaziale.

Un nuovo pericolo per la sicurezza spaziale, quello che sappiamo sulla navetta segreta cinese

Il 4 agosto è partita la navetta cinese, spinta da un razzo da un poligono situato nel deserto del Gobi. Il rientro è avvenuto soltanto ieri, dopo un lunghissimo periodo di orbita, quando la navetta è atterrata come un aereo nella base di Lop Nur. Oltre a queste informazioni, i dati ufficiali sono ben pochi ma è indubbio l’incredibile potenziale tecnologico del veicolo.

Le osservazioni astronomiche hanno infatti appurato che la navetta ha cambiato orbita più e più volte, allontanandosi e avvicinandosi rispetto all’atmosfera, oltre ad aver posizionato un satellite contenuto nella stiva. Questo sistema costituisce un potenziale pericolo per la sicurezza spaziale, per via della capacità della navetta cinese di raggiungere e neutralizzare i satelliti, compresi quelli di spionaggio e comunicazione.

Conseguenze che si rivelerebbero catastrofiche e appaiono ancora più temibili secondo l’ipotesi avanzata dagli esperti, secondo cui la navetta cinese rientrata ieri sarebbe nient’altro che un prototipo, destinato a essere seguito da un mezzo decisamente più grande. Probabilmente le limitate dimensioni della navetta, che ha un peso di 8 tonnellate, sono dovute alla scelta del lancio del vettore Lunga Marcia 4F.

Preoccupazioni condivise da Makena Young, del think tank Center for strategic and international studies, che ha dichiarato ad Axios la possibilità che la capacità della navetta di rilasciare oggetti nello spazio sia impiegata per finalità belliche, anche se per il momento non si sa nulla di concreto.

Il piano spaziale della Cina, una potenza spaziale in crescita

In ogni caso Pechino prosegue dritta sul piano spaziale, accorciando sempre più le distanze dagli Stati Uniti, che per molti anni hanno rappresentato l’eccellenza assoluta in questo campo. Diverse compagnie cinesi stanno infatti lavorando al progetto di navette riutilizzabili, mentre il paese ha raddoppiato il numero dei satelliti da quando è stata creata la Space Force, avviando nello spazio oltre 700 operazioni.

Proprio la Casc si sta dedicando alla progettazione di una navetta in grado di trasportare un intero equipaggio umano sulla Luna, per poi rientrare atterrando come un aereo. Una tecnologia simile allo Space Shuttle statunitense realizzato negli anni 70, che ha compiuto lo storico lancio inaugurale nel 1981. Ad oggi, tuttavia, gli Stati Uniti possiedono un unico mezzo del genere, la navetta X-37 finanziata dal Pentagono. Complici la crisi finanziaria e i numerosi incidenti, il primato trentennale statunitense sta per soppiantato dal progresso cinese, in grado di costituire minacce avanzate e sofisticate.

D’altro canto, anche Washington mantiene il riserbo sulle attività spaziali. Proprio lo scorso novembre, la X-37 ha concluso un’orbita di oltre 900 giorni, con lo scopo di testare nuove tecnologie. Si ipotizza anche che la navetta sia stata impiegata per osservare più da vicino le tecnologie di Pechino, dato che dalla documentazione emersa dalla fuga dei leak, appare evidente il timore della capacità spaziale cinese, considerata seconda solo agli Stati Uniti, almeno per ora.

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