Virginia Raggi, la sindaca M5S di Roma, ha perso oltre 20 punti percentuali di consensi. La domanda che sorge spontanea è: perché Virginia Raggi piace così poco? Vediamolo insieme.
Virginia Raggi, sindaca M5S di Roma, si trova di nuovo ad affrontare una situazione difficile: secondo la classifica redatta da Il Sole 24 Ore, infatti, è lei una delle sindache meno gradite d’Italia e dopo mesi duri, questo è l’ennesimo ostacolo con cui la Raggi è costretta a fare i conti.
La domanda che molti potrebbero porsi è perché la sindaca di Roma Virginia Raggi piace così poco?
Certo, il consenso dei cittadini non è vitale per continuare ad amministrare una città, non siamo in America e non ci sono le elezioni di metà mandato. Solo che aver perso 23,2 punti percentuali dal giorno delle elezioni ti porta quantomeno a tirare un po’ le somme di tutto ciò che è stato fatto.
La sindaca Virginia Raggi, esponente, del Movimento 5 Stelle, non piace ai cittadini, come non sembra piacere il modo in cui sta portando avanti l’amministrazione della città di Roma.
La frase che più di tutte è stata utilizzata per prendere le difese della Raggi è che Roma è una città difficile da amministrare e che qualcuno (i media o i poteri forti) sta mettendo i bastoni fra le ruote della sindaca di Roma.
A quanto pare, però, tutto ciò non sembra bastare più ai cittadini e dunque è il momento di chiedersi perché Virginia Raggi piace così poco.
Solo una profonda analisi politica della situazione e la capacità di fare un mea culpa potrebbero permettere alla sindaca di rettificare la traiettoria e riconquistare almeno una parte dei consensi.
Intanto facciamo un breve excursus del mandato della Raggi fino ad ora.
M5S, Virginia Raggi: cosa è successo finora
Il consenso di Virginia Raggi, sindaca di Roma, è sceso notevolmente, rendendola la sindaca meno gradita fra tutti quelli italiani.
Nel giorno delle elezioni, infatti, la Raggi ha collezionato il 67,2% dei voti, un numero che oggi è sceso drasticamente al 44%.
Quella della Raggi è una disfatta che pur non essendo annunciata, era quantomeno nell’aria.
L’unica domanda che Virginia Raggi potrebbe porsi a questo punto è perché abbia perso un numero così alto di consensi e questo non in vista di qualche elezione, ma per capire che cosa abbia potuto far perdere ai cittadini romani la fiducia in lei.
La risposta, in realtà, non è semplice, però di sicuro non è solo relativa alle vicende giudiziarie e non, che hanno interessato la giunta capitolina.
Certo, la perdita di consensi è anche una conseguenza dei vari problemi della giunta romana: dal caso Muraro con relative dimissioni, passando per l’arresto di Raffaele Marra, ex braccio destro della Raggi, fino ad arrivare alla possibilità che la stessa Virginia Raggi rischi di ricevere un avviso di garanzia e, dunque, di essere indagata.
Ma è chiaro a tutti che non basta fermarsi ai fatti nudi e crudi, bisogna andare oltre i singoli tasselli e guardare il mosaico nella sua interezza.
La vicenda del bilancio bocciato, ma anche il capodanno tra incertezze e smentite fino all’ultimo momento oppure il possibile stop alla costruzione dello stadio della Roma non ha ha aiutato la sindaca di Roma ad essere amata dai suoi cittadini, ma tutto ciò è anche sintomo di qualcosa di ben più grande ed è a questo che si deve guardare per capire davvero perché Virginia Raggi piace così poco.
M5S, Virginia Raggi: perché la sindaca di Roma piace così poco?
Se si vuole capire davvero perché la sindaca di Roma piace così poco, bisogna prendere atto di un punto: finora il mandato di Virginia Raggi è stato un’altalena continua tra incertezze, rifiuti, errori e dinieghi.
Una sindaca, la Raggi, che è stata eletta al grido de “il nuovo che avanza”, promessa a cui i romani hanno voluto credere, perché di aria nuova avevano bisogno e perché la città di Roma diventa sempre più invivibile, di giorno in giorno.
L’azione politica di un amministratore di Roma dovrebbe partire da un’azione molto semplice: quella di passeggiare per le sue strade e di guardarsi intorno per un po’.
Salta subito all’occhio il potenziale immenso di una città del genere, ma anche quanto questo venga inesorabilmente sprecato.
Una città enorme, complessa, ma non meno di molte città europee e, in termini di patrimonio artistico-culturale, più ricca di ognuna di esse.
E nel nuovo i romani avevano sperato per vedere la loro città finalmente amministrata diversamente. La verità è che si sono ritrovati con una sindaca, Virginia Raggi, che aveva promesso ascolto e innovazione, ma l’ascolto non si fa chiudendo le porte ad ogni critica o ergendosi al di sopra di tutto e tutti; e l’innovazione non può andare di pari passo con l’immobilismo.
Due fattori sembrano essere stati i peggiori alleati della Raggi: la presunzione e l’inesperienza. La presunzione di saper e poter fare, quando l’inesperienza (e in alcuni momenti l’incompetenza) era e sono visibili a tutti, curabile solo con una dose di umiltà, perché non può e non deve passare l’idea che tutti possano fare tutto.
Dispiace dirlo, ma l’onestà non basta. L’onestà è necessaria, preziosa e vitale, ma non basta. Ci vuole anche capacità e propensione all’ascolto, quella che la Raggi ha cancellato nel momento in cui ha deciso di essere diversa dagli altri e, solo per questo, meritevole.
E la paura: quella che ogni passo possa portare più vicino a chi c’era prima, che ogni azione possa portare a paragoni con il passato.
Le mosse, dunque, vanno pensate e ponderate a lungo, fino a che non diventa "troppo a lungo", ma Roma non è una città paziente, che sa aspettare: Roma chiede il qui ed ora, per fronteggiare i problemi che ogni secondo l’affliggono.
E il passato non può essere sempre tutto negativo. L’atteggiamento poteva essere di chi, saggiamente, sa prendere il buono ed eliminare il cattivo, di chi dimostra di saper fare le cose diversamente. Ma per farle diversamente le cose, bisogna fare qualcosa e rimanere fermi non può essere la soluzione.
La Raggi piace così poco perché, banalmente, b e non è perché è lì da poco tempo, è perché ha fatto dell’incertezza e della paura una filosofia politica. E questo Roma non se lo può proprio permettere.
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