Perché Lega e M5S litigano sulla von der Leyen? I motivi della spaccatura in Europa

Alessandro Cipolla

18 Luglio 2019 - 15:49

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Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della Commissione Europea con i voti decisivi del Movimento 5 Stelle, con la Lega che invece si è espressa contro: i motivi di questo strappo che potrebbe portare a una crisi di governo.

Perché Lega e M5S litigano sulla von der Leyen? I motivi della spaccatura in Europa

Come nel copione di una commedia cinematografica, magari di quelle ambientate al mare visto il periodo, alla fine è sempre una donna a far litigare due amici tanto da logorare, forse anche per sempre, i rapporti tra di loro.

Se poi la donna in questione è Ursula von der Leyen, la nuova presidente della Commissione Europea, mentre i due amici rispondo al nome di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i leader dei partiti di governo, allora tutto si fa ancora più complicato.

Dopo essere stata nominata dal Consiglio Europeo, dove il premier Conte tanto si era speso in suo favore, martedì 16 luglio la von der Leyen per soli 9 voti è stata eletta ufficialmente a capo della Commissione dal Parlamento Europeo.

Determinanti sono stati i 14 voti favorevoli del Movimento 5 Stelle mentre la Lega, dopo che inizialmente sembrava essere anch’essa propensa al via libera, alla fine si è espressa contro scagliandosi poi verso gli alleati pentastellati rei di “aver tradito il voto degli italiani” facendo ora sponda con il PD che ha votato la fiducia alla tedesca.

Per i 5 Stelle invece è stata la Lega a cambiare idea all’ultimo, con Salvini che ora starebbe cercando la crisi per coprire l’indagine Russia-Savoini. Ma cosa sta succedendo veramente alla maggioranza gialloverde? La verità è che il governo del cambiamento in pratica già da un po’ non esiste più.

Qui il nostro sondaggio su Salvini deve far cadere il governo?

La von der Leyen spacca Lega e M5S

Può sembrare un paradosso, ma l’esperienza di quello che doveva essere un governo capace di portare il paese verso una autoproclamata Terza Repubblica potrebbe finire ivece per una classica questione tutta politica, come ai tempi del Pentapartito.

L’elezione del presidente della Commissione Europea è un affare non da poco, visto che ora Ursula von der Leyen prenderà il posto di Jean Claude Juncker svolgendo in pratica il ruolo di premier dell’Unione.

Il suo nome è uscito fuori dal Consiglio Europeo, dove i capi di governo dei 28 Paesi membri hanno prima affossato il candidato ufficiale dei Popolari e poi quello dei Socialisti, proponendo infine un pacchetto di nomine voluto soprattutto da Emmanuel Macron con il placet di Angela Merkel e dei paesi di Visegrad.

Una scelta quella di Ursula von der Leyen rivendicata a gran voce pure da Giuseppe Conte, che è riuscito a strappare per l’Italia anche la promessa di un commissario di peso come quello al Commercio.

La tedesca è una Popolare di ferro, a lungo ministro della Merkel ed espressione di un patto lungo l’asse Francia-Germania. Nonostante questo il Movimento 5 Stelle, che a Strasburgo non fa parte di nessun gruppo, ha votato a favore per coerenza della linea dettata dal premier.

La Lega invece in un primo momento aveva fatto trapelare l’intenzione di un voto favorevole, ma poi si è espressa contro così come tutto il proprio gruppo Identità e Democrazia dove ci sono anche la Le Pen e i tedeschi di AfD.

Crisi di governo?

Un comportamento questo del Carroccio che secondo il premier Conte potrebbe “arrecare danni al paese”, mentre Salvini dal canto suo attacca i 5 Stelle di aver votato insieme a “Macron, Merkel, Renzi e Berlusconi”.

Voci parlano di una Lega che ha voltato le spalle alla tedesca dopo che non ha avuto certezze sul via libera di Giancarlo Giorgetti come commissario, ora la sua candidatura è molto compromessa, altre che sia stata tutta una tattica per poter così attaccare i 5 Stelle.

Fatto sta che lo strappo all’interno dei gialloverdi adesso non sembrerebbe essere facile da ricucire, anche perché si racconta di un Giuseppe Conte letteralmente furioso per le mosse del Carroccio, vedi anche incontro al Viminale con i sindacati per parlare della manovra.

Lega e Movimento 5 Stelle sono quindi divisi in Europa e sempre più distanti anche a casa nostra, tanto che ormai si sembrerebbe discutere soltanto di quando verrà staccata la spina al governo del cambiamento.

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