L’Isee corrente riguarda i redditi e i patrimoni degli ultimi 12 mesi: vediamo quali documenti servono, le istruzioni Inps per il calcolo e le novità.
Come si fa l’Isee corrente? E qual è la differenza con il modello Isee ordinario? Sono due domande ricorrenti: in generale, l’Isee è quel documento che fotografa la situazione economica e patrimoniale di un nucleo familiare.
La differenza tra Isee corrente e ordinario sta nel periodo preso in considerazione: il valore dell’Isee corrente riguarda gli ultimi 12 mesi, mentre quello ordinario riguarda gli ultimi due anni.
L’Isee inoltre va richiesto per accedere a tutta una serie di agevolazioni fiscali e prestazioni, per esempio dal reddito di cittadinanza al bonus prima casa per gli under 36. Tra le novità va ricordato poi l’assegno unico, il cui importo viene stabilito su vari parametri, compreso l’Isee.
Vediamo, nella guida di seguito, quali documenti servono per l’Isee corrente, come si richiede, e tutte le informazioni per orientarsi sul calcolo e sulla validità del documento, tenendo in considerazione le ultime novità.
Isee corrente: cos’è e a cosa serve
Partiamo dal concetto generale: il modello Isee fa riferimento ai redditi percepiti nel secondo anno solare precedente la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica). Due anni però sono un lasso di tempo abbastanza lungo, durante il quale la situazione economica di un nucleo familiare può variare (quindi sia migliorare che peggiorare) per molti motivi.
Per questo motivo è possibile richiedere il modello Isee corrente, che invece fotografa la situazione di redditi e patrimoni nei 12 mesi precedenti alla Dsu, molto più aderente alla realtà del nucleo familiare.
Per accedere all’Isee corrente deve essersi verificata una delle seguenti situazioni:
- una variazione dell’attività di lavoro autonomo o dipendente;
- una variazione nei trattamenti assistenziali, previdenziali o indennitari, anche esenti Irpef;
- un cambiamento del reddito complessivo del nucleo familiare superiore al 25%;
- una diminuzione del patrimonio (mobiliare e/o immobiliare) del nucleo familiare di oltre il 20% rispetto a quello indicato nell’Isee ordinario (di 2 anni prima).
L’ultima condizione è una delle novità introdotte dal decreto del Ministero del Lavoro pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 25 agosto 2021.
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Quando si può richiedere l’Isee corrente
Visto che l’Isee corrente è legato alle variazioni di redditi e patrimoni, può essere richiesto nel momento in cui:
- si perde il lavoro;
- il rapporto lavorativo viene ridotto o subisce una sospensione;
- il contribuente membro del nucleo familiare trova lavoro dipendente a tempo indeterminato;
- se si verifica un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
- se, durante il periodo di validità di un Isee corrente, inizia la fruizione di trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
- se si cambia lavoro, passando per esempio ad aprire una propria attività come lavoratore autonomo durante il periodo di validità dell’Isee corrente.
Quali documenti servono per l’Isee corrente
Per ottenere il modello Isee corrente servono i seguenti documenti:
- l’Isee ordinario;
- la Dsu;
- la certificazione attestante la variazione della condizione lavorativa (per esempio la lettera di licenziamento, o la chiusura partita Iva), oppure la comunicazione della variazione del trattamento, attestante la data e il tipo di variazione;
- l’indicazione di quanto percepito nell’anno precedente (quindi 12 mesi) alla presentazione dell’Isee corrente (quindi buste paga, certificazione lavoro autonomo) compresi i trattamenti assistenziali previdenziali e indennitari a qualunque titolo, percepiti da amministrazioni pubbliche, incluse le carte di debito assistenziali (ovvero tutti i bonus, il reddito di cittadinanza, gli assegni familiari, ecc.);
- in caso di perdita del patrimonio mobiliare e/o immobiliare va prodotta la documentazione del patrimonio riferita al 31 dicembre dell’anno precedente, infine va comunicato saldo e giacenza per i conti correnti.
Come si calcola l’Isee corrente
L’Isee corrente è quindi un Isee aggiornato dei redditi e trattamenti degli ultimi 12 mesi o degli ultimi 2 mesi.
Per il calcolo dell’Isee corrente ci si basa sui dati aggiornati dei redditi di ciascun componente del nucleo familiare, che per esempio ha perso il lavoro, o rientra in una delle situazioni viste nel paragrafo precedente.
Nel caso in cui il modello di Isee corrente indichi i dati degli ultimi due mesi, per il calcolo l’INPS moltiplica i redditi per 6, in modo da rapportarli all’intero anno.
Validità Isee corrente: quanto tempo dura
Il modello Isee corrente potrà essere presentato dal 1° aprile di ciascun anno anche in caso di variazioni nel patrimonio, ed è valido fino al 31 dicembre.
In caso di Isee corrente valido, si verifica una variazione per uno dei componenti del nucleo famliare (come un nuovo lavoro o la percezione di nuovi trattamenti previdenziali o di assistenza o indennitari che non rientrano nel reddito complessivo ai fini IRPEF), è necessario presentare nuovo Isee corrente entro due mesi dall’inizio della variazione.
I controlli INPS sul modello Isee corrente
Se da un lato viene estesa la possibilità di utilizzo dell’Isee corrente, dall’altro lato si ampliano anche i controlli da parte dell’INPS, al fine di rilevare omissioni o difformità.
Anche in cooperazione con l’Agenzia delle Entrate, sarà ad esempio verificata la corrispondenza tra i dati autodichiarati nella Dsu integrativa e quelli presenti nelle banche dati pubbliche. Nel mirino anche le giacenze medie dei conti correnti, non solo per il dichiarante ma anche per il nucleo familiare di appartenenza.
In caso di difformità, sarà possibile presentare un nuovo modulo per la Dsu ai fini dell’Isee corrente ovvero richiedere la prestazione mediante l’attestazione già presentata, che resta in ogni caso valida. Inoltre, nel caso di indebita fruizione di prestazioni agevolate riconosciute in seguito alla presentazione dell’Isee con omissioni o difformità, oltre all’applicazione delle sanzioni amministrative e penali, non sarà possibile richiedere il rilascio dell’attestazione corrente per due anni.
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