I missili dell’Iran possono colpire l’Italia?

Ilena D’Errico

22 Giugno 2025 - 20:47

I missili israeliani possono davvero arrivare fino in Italia? Ecco cosa sappiamo per il momento.

I missili dell’Iran possono colpire l’Italia?

L’attacco di Trump alle infrastrutture nucleari iraniane porta il conflitto a un altro livello, un’escalation su scala mondiale che rischia di coinvolgere, in un modo o nell’altro, tutti i Paesi alleati dell’una o l’altra parte. In questo contesto instabile, anche tralasciando la minaccia nucleare, la straordinaria distanza percorribile dai missili di Teheran fa molta paura. Anche perché secondo l’ambasciatore israeliano potrebbero arrivare fino a Roma. Ecco la verità secondo gli esperti.

Fin dove arrivano i missili dell’Iran: possono colpire l’Italia?

L’Iran possiede un arsenale missilistico particolarmente sofisticato, da cui oggi sta attingendo soltanto in minima parte. La minaccia più importante è rappresentata dai missili a lungo raggio, in grado di coprire distanze elevate con notevole precisione. Uno di questi vettori è il missile Khyber, Khorramshahr di ultima generazione, con gittata fino a 2.000 chilometri, concepito per attacchi strategici in profondità. C’è poi Fattah 2, un missile supersonico avanzato con gittata fino a 1.400 chilometri. Un altro elemento degno di nota è il missile Zolfaqar, con un raggio d’azione fino a 1.000 chilometri, che si rivela fatale per obiettivi marittimi come navi commerciali e militari. Ad alzare ancora l’asticella, il missile Soumar, con un raggio d’azione fino a 2.500 chilometri cieca.

Non risultano al momento esserci vettori con gittata superiore, motivo per cui lo spaventoso arsenale missilistico iraniano non può colpire direttamente l’Italia, quanto meno non i punti nevralgici, per quanto possa perseguire obiettivi europei e siti sensibili anche per il Belpaese. Tra i due Paesi, infatti, c’è una distanza superiore a 3.700 chilometri in linea d’aria. Allo stesso tempo, i missili a medio raggio iraniani potrebbero, nella peggiore delle ipotesi, lambire la Sicilia. Non è certo una prospettiva rassicurante di questi tempi, ma l’attacco resta di fatto assolutamente improbabile e anche laddove possibile molto differente dalla rappresaglia a cui stiamo assistendo contro Israele.

La distanza geografica tra l’Iran e l’Italia elimina soltanto parzialmente la possibilità di un attacco missilistico diretto. I vettori più all’avanguardia potrebbero appunto raggiungere la Sicilia, ma si tratta innanzitutto di un obiettivo improbabile e ingiustificato. D’altra parte, l’eco delle dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, genera più che mai allarme in queste ore. Secondo Peled, infatti, Teheran avrebbe la capacità di colpire diverse capitali europee, Roma compresa. Sulla carta, ciò potrebbe essere consentito, pur con qualche difficoltà, dal già citato missile Soumar. La gittata ipotetica di questo missile arriva infatti fino a 3.000 chilometri, che tuttavia non sono mai stati sperimentati e non possono essere confermati.

Si tratta del missile iraniano a lungo raggio più temibile dell’intero arsenale iraniano, ma la possibilità di concludere un attacco diretto al territorio italiano resta piuttosto bassa. Come spiegato da Emmanuele Panero, responsabile del Desk Difesa e Sicurezza del Centro Studi Internazionale, anche se la distanza con il confine più orientale dell’Italia è di circa 2.000 chilometri, le gittate massime sono soggette a interpretazioni. La distanza diretta in linea d’aria e la traiettoria diretta verso gli obiettivi non è così facilmente prevedibile, ma appare comunque impraticabile un attacco missilistico diretto nei confronti di luoghi simbolici della penisola, proprio come la Capitale.

Ciò che preoccupa maggiormente a tal proposito, invece, è l’eventualità di attacchi terroristici che potrebbero essere compiuti dalle cellule sul territorio europeo. L’Asse della Resistenza ha già fatto intendere che non sarebbe rimasto a guardare dinanzi a un attacco militare statunitense a Teheran, un motivo in più per il quale il governo italiano ha tempestivamente svolto un vertice sulla sicurezza.

In ogni caso, ci sono altri motivi, più rassicuranti rispetto alle sole distanze, per cui appare improbabile un attacco missilistico contro l’Italia. In primo luogo, non c’è motivo per cui il Belpaese debba diventare un bersaglio bellico di Teheran, soprattutto visto che non ha partecipato militarmente all’attacco israeliano, né ha preso posizione (sempre dal punto di vista militare) rispetto all’escalation con gli Usa. L’attacco all’Italia, peraltro, giustificherebbe l’entrata in scena della Nato, un problema in più di cui Teheran non può preoccuparsi in questo momento, già alle prese con i “soli” Usa.

In secondo luogo, per quanto l’arsenale iraniano sia innovativo e avanzato, avrebbe comunque difficoltà a oltrepassare tutte le difese predisposte arrivando fino all’obiettivo. In sintesi, secondo gli esperti non c’è ragione di temere missili iraniani in Italia, ma questo non significa certamente che la sicurezza non in grave pericolo.

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