Come funzionano le mining pool? Quali criptovalute conviene minare oggi? Ecco la guida completa aggiornata.
L’estrazione di Bitcoin è diventata nel tempo un’attività sempre più complessa e competitiva. Se all’inizio bastava un computer domestico per ottenere qualche frazione di BTC, oggi servono infrastrutture potenti e costose. A rendere ancora più difficile il mining contribuisce anche il meccanismo dell’halving, che riduce periodicamente le ricompense. In questo scenario, i mining pool sono diventati la soluzione più efficace per chi vuole continuare a minare in modo profittevole.
Vediamo cosa sono, come funzionano e quali sono i migliori pool per il mining nel 2025.
Cos’è una mining pool
Una mining pool è un gruppo di minatori che uniscono la propria potenza di calcolo per aumentare le probabilità di risolvere un blocco. I ricavi vengono poi distribuiti in proporzione al contributo di ciascuno, secondo schemi come il PPS (Pay-Per-Share) o il PPLNS (Pay Per Last N Shares).
Questa modalità collaborativa permette anche ai piccoli miner, che da soli avrebbero poche possibilità di successo, di ottenere guadagni regolari, seppure più contenuti.
Tuttavia, con l’aumento della difficoltà di mining, il costo energetico in rialzo e i nuovi requisiti infrastrutturali dopo l’halving, partecipare a una pool è diventato praticamente l’unica via di sopravvivenza per i minatori retail.
Come funzionano le mining pool
Per capire come funzionano davvero le mining pool bisogna partire da un principio semplice: nel mining di criptovalute, la potenza di calcolo è tutto. E quando non ne hai abbastanza da solo, ti unisci ad altri. È qui che entrano in gioco le pool: gruppi di miner che mettono insieme le proprie risorse per aumentare le probabilità di trovare un blocco e ottenere ricompense.
Ogni partecipante contribuisce al lavoro comune inviando una quota – chiamata share – che misura l’impegno effettivo nel processo. Se la pool riesce a convalidare un blocco, le ricompense vengono distribuite in proporzione al contributo fornito. Niente blocco, niente premio. Ma almeno il lavoro non va sprecato: il carico è condiviso.
Al centro della pool c’è un coordinatore, che smista i compiti tra i miner per evitare doppioni. Questo può avvenire secondo due modelli:
- con assegnazione diretta, dove il miner riceve un range specifico di nonce da elaborare;
- oppure con lavoro libero, dove il miner sceglie il proprio intervallo, ma il coordinatore controlla che non ci siano sovrapposizioni.
Ma non tutte le mining pool funzionano allo stesso modo. Cambiano i criteri di distribuzione delle ricompense, e questo incide direttamente sulla redditività:
- PPS (Pay-per-Share): paga subito per ogni share valida, indipendentemente dall’esito del blocco.
- PROP (Proporzionale): divide le ricompense tra i partecipanti solo se il blocco viene effettivamente risolto.
- FPPS: aggiunge anche le commissioni delle transazioni al premio, sempre proporzionalmente.
- PPLNS: tiene conto solo delle share più recenti, premiando la continuità.
- Metodi come SMPPS, DGM, Slush’s pool o SCORE introducono variabili legate al tempo, al rischio o all’efficienza complessiva della pool.
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Migliori mining pool oggi
Nel 2025, il mondo delle mining pool è sempre più concentrato. Poche realtà dominano la scena, spinte da efficienza, bassi costi e payout trasparenti. Foundry USA continua a essere la pool numero uno per hash rate su Bitcoin, soprattutto grazie al supporto di grandi operatori nordamericani e politiche favorevoli negli Stati Uniti. Subito dietro troviamo Antpool, legata al colosso Bitmain, ancora fortissima in Asia e sempre più orientata a strategie eco-friendly per contenere i consumi energetici.
Tra le alternative affidabili spiccano anche ViaBTC, con un buon equilibrio tra varietà di criptovalute minabili e sistemi di ricompensa flessibili (PPS+, FPPS), e F2Pool, storica mining pool cinese che ha saputo adattarsi al mercato globale. Interessante anche Binance Pool, che ha guadagnato terreno grazie all’integrazione con l’ecosistema del noto exchange, offrendo strumenti avanzati di gestione e rendite.
Chi cerca decentralizzazione guarda invece a soluzioni come Luxor o Braiins (ex Slush Pool), che puntano su trasparenza open source e strumenti per ottimizzare l’efficienza del mining anche per i piccoli operatori.
La vera domanda è: conviene scegliere la pool con più hash rate, oppure quella che offre payout più equi, magari su criptovalute minori? Nel 2025, la scelta della miglior mining pool è sempre più strategica. E sbagliare partner significa ridurre al minimo i margini, in un contesto in cui ogni watt conta.
Ecco una tabella comparativa aggiornata al 2025 con le principali mining pool, utile per confrontare rapidamente hash rate, criptovalute supportate, metodi di pagamento e punti di forza:
Mining Pool | Criptovalute supportate | Hash rate (%) | Metodo di pagamento | Punti di forza |
---|---|---|---|---|
Foundry USA | Bitcoin (BTC) | circa 31% | FPPS | Stabilità, leadership USA, affidabilità istituzionale |
Antpool | BTC, Bitcoin Cash (BCH), Litecoin (LTC), Ethereum Classic (ETC), Dash (DASH), Zcash (ZEC), Siacoin (SC) | circa 22% | PPLNS / PPS+ | Supporto Bitmain, ampia offerta, ottimizzazione energetica |
Via BTC | BTC, BCH, LTC, ZEC, DASH, ETHW, DOGE, KDA, ETC | circa 9% | PPS+, FPPS | Versatilità, interfaccia user-friendly, strumenti per miner |
F2Pool | BTC, ETHW, LTC, ZEC, CKB, DOGE, DASH, DCR, KAS, RVN, ETC | circa 8% | PPS | Storico consolidato, payout affidabili, ampia compatibilità |
Binance Pool | BTC, ETHW, LTC, DOGE, BCH, ETC, DASH, ZEC, KDA | circa 7% | FPPS | Integrazione con exchange, app mobile, flessibilità |
Luxor | BTC, LTC, KASPA (KAS), DASH, ZEC, SC, RVN, NEXA, ERG, HNS | circa 2% | FPPS / PPS+ | Ottimizzazione via firmware, API avanzate, focus su trasparenza |
Braiins Pool | BTC | circa 1,5% | Score (Slush’s) | Open source, gestione avanzata, basso rischio di censura |
Come entrare in un mining pool
Per capire davvero se vale la pena entrare in una mining pool, serve prima valutare bene alcuni parametri chiave. Non tutte le pool sono uguali, e una scelta sbagliata può impattare sui guadagni reali più di quanto si pensi.
- Commissioni: la maggior parte dei mining pool applica una fee tra lo 0,5% e l’1,5%. Occhio alle condizioni nascoste: a volte il costo reale è mascherato nel metodo di pagamento scelto.
- Payout minimo: molte pool fissano soglie minime per il prelievo delle ricompense, spesso tra 0,001 e 0,01 BTC. Sotto una certa soglia possono scattare fee aggiuntive.
- Posizione del server: più il server è vicino geograficamente al tuo hardware, minore sarà la latenza e maggiore l’efficienza. Per chi minano da casa o in Europa, è meglio evitare pool con server solo negli Stati Uniti o in Asia.
- Hashrate globale del pool: entrare in un pool con alta potenza di calcolo aumenta le probabilità di blocchi risolti (e quindi di guadagni frequenti).
- Supporto multicoin: possibilità di estrarre diverse monete
- Metodo di pagamento: da FPPS a PPLNS, ogni schema influisce sui tempi e sull’entità delle ricompense. In alcuni casi, conviene una modalità rispetto a un’altra in base alla stabilità del pool e all’hashrate personale.
Procedura per iniziare
Una volta scelta la mining pool, il processo è semplice:
- registrati sulla piattaforma ufficiale (sito o app mobile);
- scarica il software di mining compatibile con la tua criptovaluta e il tuo hardware (ASIC o GPU);
- collega il tuo wallet e imposta i parametri della pool (server, porta, ID del worker, password);
- se sei alle prime armi, molte piattaforme offrono versioni demo per simulare il mining e imparare a usare la dashboard;
- una volta tutto configurato, avvia il software e inizia a minare. I primi payout arriveranno quando raggiungerai la soglia minima impostata.
Nel 2025 la maggior parte delle mining pool consente di regolare in autonomia il payout minimo, ma attenzione: scendere sotto certi limiti può comportare commissioni extra. Anche qui, vale la regola d’oro del mining: ogni dettaglio conta.
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Mining pool: è profittevole?
Molti si domandano se il mining pool è ancora profittevole. Il mining di bitcoin è molto complesso e richiede elevati costi iniziali di investimento e manutenzione non adatto ai principianti che lavorano su piccola scala.
La verità è che il mining, specie su Bitcoin, è diventato un’attività ad alta intensità di capitale, dominata da operatori professionali con accesso a energia a basso costo e hardware ASIC di ultima generazione.
Per chi lavora su piccola scala, il mining in solitaria è ormai fuori portata. Ecco perché le mining pool restano una delle poche strade percorribili per chi vuole provare a ottenere ricompense senza investire milioni in infrastrutture.
Dal 2009 a oggi, il contesto è cambiato radicalmente. All’epoca, ogni blocco minato garantiva 50 BTC. Ma il valore di Bitcoin era irrisorio. Oggi, dopo l’halving di aprile 2024, la ricompensa per blocco è scesa a 3,125 BTC. Questo significa che per guadagnare serve molta più potenza di calcolo e che ogni singolo Satoshi conta.
Il ruolo dell’hashrate (e della pool giusta)
Per stabilire se partecipare a una mining pool è profittevole, bisogna partire da un punto chiave: il proprio hashrate personale. Con un ASIC performante (come gli Antminer S21 o equivalenti), è possibile unirsi a una pool con bassa latenza e buone fee, per ottenere un ritorno economico anche nel presente.
Ma attenzione: serve calcolare bene i costi (energia, ammortamento hardware, eventuali fee di pool e prelievo). Un setup efficiente, unito alla scelta di un pool con metodo di pagamento favorevole (come FPPS), può fare la differenza tra profitto e perdita.
In sintesi? Il mining non è morto, ma non è più per tutti. Le mining pool possono ancora offrire margini, soprattutto se sfruttate con una strategia intelligente e una buona ottimizzazione energetica.
Quale crypto conviene minare nel 2025?
Il mining non è più un’attività riservata solo a Bitcoin. Nel 2025 esistono diverse criptovalute minabili che offrono buone opportunità, anche per chi non dispone di attrezzature professionali o enormi risorse energetiche.
Ecco le crypto più interessanti da minare quest’anno.
- Bitcoin (BTC): dopo l’halving di aprile 2024, la ricompensa è scesa a 3,125 BTC per blocco.
- Kaspa (KAS): una delle sorprese del 2025. Il mining avviene con GPU tramite l’algoritmo KHeavyHash, ed è molto apprezzato per la sua efficienza energetica e la struttura blockDAG, che permette transazioni più rapide e scalabili. Il reward è intorno a 166 KAS per blocco.
- Monero (XMR): sempre in cima tra le crypto minabili con CPU e GPU, grazie all’algoritmo RandomX, resistente agli ASIC. La ricompensa fissa è di 0,6 XMR per blocco, e il suo punto di forza resta l’anonimato totale nelle transazioni.
- Dogecoin (DOGE): si mina con GPU o ASIC (Scrypt), spesso in pool congiunta con Litecoin. La ricompensa è alta — 10.000 DOGE per blocco — e la community resta molto attiva. È ideale per chi cerca volatilità e visibilità sul mercato.
- Ergo (ERG): interessante per i miner con GPU, grazie all’algoritmo Autolykos 2 che consuma poca energia. La ricompensa è di 45 ERG per blocco. Il progetto unisce smart contract, sostenibilità e decentralizzazione.
- Ravencoin (RVN): altro nome da tenere d’occhio. Con 2.500 RVN per blocco e algoritmo KawPow, è ASIC-resistant, offrendo condizioni più eque per chi mina da casa.
- Litecoin (LTC): Condividendo il sistema di mining Scrypt con Dogecoin, offre 6,25 LTC per blocco. Meno impegnativo di Bitcoin ma più stabile, è un’opzione valida per chi dispone già di ASIC compatibili.
- Zcash (ZEC): con un reward di 3,125 ZEC per blocco, si mina via GPU (Equihash) e mantiene un buon equilibrio tra privacy, notorietà e supporto degli exchange.
Quanto tempo ci vuole per minare 1 Bitcoin
Il mining di Bitcoin comporta la verifica delle transazioni e l’aggiunta di nuovi blocchi alla blockchain. Secondo le regole predefinite dal white paper pubblicato da Satoshi Nakamoto, il tempo necessario per estrarre un nuovo blocco è di dieci minuti.
Man mano che il numero di partecipanti al mining aumenta, la difficoltà per l’estrazione di 1 bitcoin aumenta in modo che ci vogliano esattamente 10 minuti per trovare un nuovo blocco. Le probabilità di essere i primi a individuare l’hash corretto per estrarre il nuovo blocco sono però bassissime e variano a seconda delle prestazioni e dalla potenza di elaborazione del computer utilizzato.
Ecco perché con un normale computer dotato di CPU ci potrebbero volere degli anni prima di riuscire a portare a termine il processo: un miner con una potenza di hash pari a 0,48 TH/s potrebbe impiegarci 31.240 anni se mina senza sosta. In altre parole ha 1 probabilità su 1,6 miliardi di riuscire a completare il blocco.
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