Con Stefano Quintarelli approfondiamo dati, rischi e possibili effetti sui mercati.
Michael Burry, l’investitore che aveva previsto con estrema precisione la crisi dei mutui subprime — diventando poi protagonista del film The Big Short — torna a scuotere Wall Street. Questa volta nel mirino non ci sono strumenti finanziari complessi, ma i giganti dell’intelligenza artificiale.
Secondo Burry, aziende come Meta, Oracle e altri colossi tecnologici avrebbero gonfiato i profitti legati all’AI manipolando la durata degli ammortamenti dell’hardware, in particolare i costosi sistemi necessari all’addestramento e all’esecuzione dei modelli di intelligenza artificiale. Una scelta contabile che, se confermata, potrebbe aver sovrastimato gli utili futuri anche del 20-30%.
Per comprendere la portata di queste accuse e le possibili ricadute sui mercati, Money.it ha intervistato Stefano Quintarelli, uno dei maggiori esperti italiani di innovazione digitale. Ex deputato, ideatore dello SPID, pioniere dell’Internet italiano e fondatore di I.NET, primo ISP business e primo “unicorno” digitale del Paese, Quintarelli ha ricoperto ruoli di primo piano in organismi internazionali su sicurezza, AI e tecnologie avanzate per UE e ONU.
La sua analisi permette di inquadrare meglio ciò che potrebbe celarsi dietro la denuncia di Burry: quanto contino davvero gli ammortamenti nel raccontare la redditività dell’AI, quali dati suggeriscano una sopravvalutazione dei profitti e quali scenari si aprano ora per investitori, regolatori e grandi piattaforme tecnologiche.
Stefano Quintarelli
Stefano Quintarelli è considerato uno dei massimi esperti italiani di innovazione digitale e uno dei protagonisti della prima fase di sviluppo di Internet nel nostro Paese. Laureato in informatica, è tra i pionieri del web in Italia: negli anni ’90 fonda I.NET, primo Internet Service Provider business italiano, società che diventerà il primo vero “unicorno” digitale nazionale e che contribuirà in modo decisivo alla diffusione dell’economia online.
La sua attività non si ferma all’impresa. Quintarelli è stato deputato nella XVII legislatura, durante la quale si è occupato di politiche digitali, cybersecurity, tutela dei dati, neutralità della rete e identità digitale. È tra gli artefici del percorso che ha portato alla nascita dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale oggi utilizzato da milioni di cittadini.
Nel tempo ha ricoperto ruoli chiave in organismi internazionali e gruppi di esperti per Unione Europea e Nazioni Unite, lavorando su temi come intelligenza artificiale, governance di Internet, sicurezza, interoperabilità e innovazione tecnologica. Consulente e divulgatore, è autore di numerosi contributi e analisi sulle trasformazioni economiche e sociali abilitate dal digitale.
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