Mercati, tutto può ancora accadere e i motivi sono 5

Violetta Silvestri

17/11/2023

Mercati, cosa sta per accadere? La prossima settimana propone almeno 5 temi chiave che possono sconvolgere le Borse. Quali sono e perché gli investitori li osservano.

Mercati, tutto può ancora accadere e i motivi sono 5

La prossima settimana sarà ricca di spunti per i mercati, con 5 temi osservati da vicino e in grado di scuotere le piazze finanziarie globali.

Dai dati economici sull’Eurozona ai movimenti dello yen, fino all’analisi delle spese dei consumatori Usa nell’atteso Black Friday, all’esito elettorale in Argentina e alle comunicazioni sull’economia nel Regno Unito, gli investitori sono interessati a capire come si ripercuoteranno i prossimi eventi sulle Borse.

In un contesto molto incerto e complesso a causa di due guerre in corso, tensioni geopolitiche, allerta recessione nelle potenze mondiali, questi 5 temi daranno un’ulteriore spinta alla volatilità?

1. Black Friday

La stagione dello shopping natalizio prende il via con il Black Friday del 24 novembre, in un momento in cui gli investitori si chiedono se l’economia statunitense, che molto si basa sulla forza dei consumi, sia davvero resiliente.

Il Black Friday di quest’anno arriva mentre gli americani sono alle prese con tassi di interesse in rialzo e un’inflazione che, sebbene in diminuzione, rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% della Federal Reserve.

I dati di ottobre hanno già mostrato che le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite e hanno quindi indicato un rallentamento della domanda, sebbene il calo sia stato inferiore al previsto.

L’andamento dei consumi nel venerdì d’oro per gli acquisti sarà studiato nei dettagli, per captare segnali di depressione della domanda o di una ancora salda propensione alla spesa.

2. Debolezza dello yen

Yen sempre più debole? La risposta degli investitori resta in bilico e dipenderà da una parte dalle scelte della Banca del Giappone, che dovrebbe essere vicina alla fine della politica ultra-espansiva. Dall’altra dalla Fed, ormai vista alla conclusione del suo percorso aggressivo di politica monetaria.

Dopo essere sceso dal limite di 152 per dollaro all’inizio della settimana, ricevendo un’ancora di salvezza dal raffreddamento dei dati sull’inflazione statunitense, il giorno dopo lo yen è tornato a quota 151. Gli investitori non si sono stupiti, considerando che il sostegno derivante dai dati deboli sulle buste paga statunitensi del 3 novembre è durato solo un fine settimana.

Sebbene i differenziali di tasso tra Giappone e Stati Uniti non siano di buon auspicio per lo yen, il cambiamento nelle direzioni politiche dovrebbe almeno dare una pausa allo scivolamento della valuta giapponese secondo gli analisti.

Intanto, la pressione sul governo Kishida continua, poiché uno yen debole è politicamente impopolare.

3. Atterraggio morbido o duro?

Capire se le grandi potenze economiche cresceranno oppure no non è compito facile per gli investitori.

La Commissione Europea prevede che la zona euro eviterà la recessione tecnica, ma la crescita nel 2024 sarà modesta e rivista al ribasso rispetto alle previsioni estive.

I futuri PMI flash di novembre, in uscita la prossima settimana a livello globale, dovrebbero aiutare gli investitori a valutare i rischi di recessione e la rapidità con cui inizieranno i tagli dei tassi.

Il PMI della zona euro è già al di sotto del numero 50, suggerendo che l’attività economica è in contrazione. Lo stesso discorso vale in Gran Bretagna, mentre il PMI manifatturiero statunitense di ottobre ha subito una brusca diminuzione.

PIMCO, il colosso obbligazionario, stima al 50% la probabilità di una recessione negli Stati Uniti entro un anno. I prezzi di mercato per i tagli dei tassi suggeriscono che i trader ritengono che la crescita economica rallenterà abbastanza velocemente da consentire alla Fed e alla Banca Centrale Europea di passare a un allentamento della politica monetaria. E, naturalmente, le speranze di un atterraggio morbido potrebbero svanire rapidamente se l’inflazione diminuisse più rapidamente e la disoccupazione aumentasse rapidamente.

4. Il futuro del Regno Unito

Il ministro delle Finanze Jeremy Hunt cambierà farà sua dichiarazione autunnale il 22 novembre, concentrandosi sul rilancio della crescita in vista delle elezioni previste per il 2024.

Gli analisti prevedono che il governo, ostacolato da un’economia stagnante e da un debito elevato, non farà grandi impegni di investimento.

Tuttavia, Hunt sembra destinato a tagliare le tasse per gli elettori e le imprese. Potrebbe anche ridimensionare le aspettative di prestito a breve termine, aumentando temporaneamente i gilt.

Natwest afferma che il Regno Unito potrebbe emettere il 10% in più di debito nel 2024-2025 rispetto a questo anno fiscale, una svolta che amplificherebbe le preoccupazioni a lungo termine sull’eccesso di offerta del mercato dei titoli di Stato.

5. Chi sarà il presidente in Argentina?

Gli argentini eleggeranno un nuovo presidente in una competizione elettorale molto combattuta e incerta nell’esito, che vede il capo dell’economia peronista di centrosinistra Sergio Massa contro l’outsider libertario Javier Milei.

I due politici hanno visioni completamente diverse per la seconda economia del Sud America. Milei propone soluzioni estreme per il Paese in difficoltà che ha esaurito le riserve valutarie, ha l’inflazione che supera il 140% e si trova ad affrontare la recessione. Il pragmatico Massa promette un governo di unità e un cambiamento più graduale per risolvere la crisi che si è aggravata sotto il suo controllo.

Gli investitori si stanno preparando ad affrontare tempi difficili, con il cruciale programma argentino da 44 miliardi di dollari del FMI alle corde.

E nei mercati emergenti si prospetta una maggiore volatilità indotta dalle elezioni, con Egitto, Taiwan, Sud Africa e India che affronteranno votazioni chiave nei prossimi mesi.

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