Mercati ancora in allerta per la crisi ucraina: i motivi

Violetta Silvestri

16/02/2022

16/02/2022 - 15:21

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I mercati restano allertati sulla situazione in Ucraina. La guerra, o una escalation di tensione con l’applicazione di sanzioni, non sono affatto scongiurati. Cosa prevedono gli analisti.

Mercati ancora in allerta per la crisi ucraina: i motivi

La situazione di stallo tra Russia e Occidente sull’Ucraina continua a irritare i mercati mentre gli investitori costruiscono coperture contro una maggiore volatilità.

L’opinione degli Stati Uniti secondo cui il Cremlino non starebbe affatto indietreggiando ha contrastato parte dell’ottimismo suscitato dall’annuncio della Russia di un ritiro parziale delle truppe radunate vicino al confine ucraino.

Di fatto, il clima resta teso con tutte le opzioni in campo. Per questo, analisti, mercati, investitori, esperti di finanza rimangono in atteggiamento cauto. Alcune considerazioni degli strateghi dei mercati.

Mercati in cauta attesa: cosa può causare davvero la crisi ucraina?

“Non siamo fuori pericolo e c’è ancora il rischio”, così si è espresso a Bloomberg Television Adrian Zuercher, responsabile dell’asset allocation globale di UBS.

La copertura per un’escalation è difficile, ma l’esposizione al petrolio e ad altre materie prime, nonché allo yen rispetto all’euro, sono possibilità, ha affermato.

Gli indicatori di volatilità sia per l’S&P 500 che per il mercato del Tesoro sono significativamente al di sopra delle medie di 12 mesi, un segno che i trader rimangono appesi a un filo.

I mercati stavano già cedendo sotto la pressione dell’inflazione elevata e dell’aumento dei tassi di interesse prima di trovarsi di fronte alla possibilità della più grande crisi della sicurezza europea degli ultimi decenni.

“Non sono sicuro che qualcuno sappia veramente cosa stia succedendo...sospetto che ci saranno più colpi di scena che suggeriscono che le coperture geopolitiche - lungo greggio, oro, volatilità e rischio corto - possono tornare in auge”, ha scritto in una nota Chris Weston, capo della ricerca con Pepperstone Financial Pty.

La situazione ucraina, quindi, resta avvolta nell’incertezza. E anche per questo i mercati non si stanno completamente rasserenando.

Due giorni fa, Peter Oppenheimer di Goldman Sachs, ha affermato che il colpo ai mercati azionari da una potenziale invasione russa dell’Ucraina sarebbe peggiore di quello visto dopo l’annessione della Crimea nel 2014:

“Se guardiamo ad alcuni degli episodi recenti - ad esempio all’annessione della Crimea - il premio per il rischio è aumentato di circa 20 punti base e ha avuto un impatto di circa il 5% sul mercato azionario...il tipo di mosse che stiamo vedendo - forse un aggiustamento dei premi di rischio tra 20 e 40 punti base - potrebbe di per sé ridurre il mercato azionario di poco più del 5%”

Gli strateghi di Barclays, tra cui Emmanuel Cau, hanno sottolineato però “che i prelievi passati dovuti a conflitti militari sono stati di breve durata” e hanno consigliato agli investitori di mantenere la rotta.

Se le tensioni in Ucraina dovessero diminuire, è probabile che l’attenzione si sposterà nuovamente su un inasprimento potenzialmente aggressivo della politica monetaria della Federal Reserve.

Attenzione alle sanzioni contro la Russia

Non solo guerra: anche la prospettiva di sanzioni, che Biden continua a minacciare, potrebbe creare turbolenze.

Il presidente dell’organismo di vigilanza finanziaria più potente del mondo ha invitato i leader globali a “pensarci due volte” prima di imporre sanzioni paralizzanti alla Russia, avvertendo che le sanzioni più punitive corrono il rischio di minare la stabilità finanziaria globale.

Klaas Knot, a capo del Financial Stability Board, ha dichiarato al Financial Times che la sospensione dell’accesso della Russia al sistema di pagamenti internazionali Swift, che sostiene migliaia di miliardi di dollari di transazioni all’anno, potrebbe comportare una “grave interruzione nei flussi di pagamento”.

La rimozione dell’accesso a Swift creerebbe gravi problemi operativi per le banche che sono tagliate fuori dalla rete, ma di per sé non impedirebbe loro di trattare con altri istituti di credito in tutto il mondo.

Una tale mossa potrebbe spronare la Russia a intensificare gli sforzi per sviluppare sistemi alternativi, come il sistema di messaggistica chiamato SPFS, che risulta comunque molto meno capace della rete Swift.

Knot ha messo in guardia su effetti indiretti che al momento è assai difficile prevedere o calcolare, ma che potrebbero innescare meccanismi distorsivi per investitori, fiducia, mercati.

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