Meloni candidata europee, perché chiede di scrivere “Giorgia”? Così cambiano i sondaggi

Alessandro Cipolla

29 Aprile 2024 - 10:59

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Meloni sarà capolista di Fratelli d’Italia alle elezioni europee 2024: perché ha chiesto di scrivere “Giorgia” sulla scheda e come cambiano ora i sondaggi elettorali.

Meloni candidata europee, perché chiede di scrivere “Giorgia”? Così cambiano i sondaggi

Giorgia Meloni ha deciso di candidarsi alle elezioni europee 2024 e, come già era stato ampiamente anticipato specie dopo l’analoga decisione presa da Elly Schelin, sarà la capolista di Fratelli d’Italia in tutte e cinque le circoscrizioni.

Fin qui nulla di troppo strano, visto che Meloni e Schlein - ora si è aggiunto anche Calenda - non hanno fatto altro che riprendere quel vezzo tutto italiano di candidarsi alle europee - già sapendo poi di rinunciare al seggio - nel tentativo di massimizzare al meglio in termini elettorali il proprio “brand”.

Sul palco della convention di FdI a Pescara, oltre a evitare di parlare di pensioni, tasse, stipendi, Pil, Patto di Stabilità procedura di infrazione e manovra correttiva, Giorgia Meloni ha fatto anche una richiesta particolare al suo elettorato.

Vi chiedo di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale, ma il mio nome di battesimo - ha spiegato la premier - Ve lo chiedo perché sarò sempre una di voi e mi ha colpito perché quando mi vedete mi chiamate Giorgia, non presidente o Meloni – aggiunge – mi hanno accusato di essere una borgatara o pescivendola, ma io sono una del popolo e non mi farò isolare dal Palazzo”.

In sostanza la presidente del Consiglio ha chiesto agli elettori di scrivere sulla scheda solo “Giorgia” e non “Giorgia Meloni”, una strategia comunicativa che sarebbe possibile grazie a un piccolo stratagemma nonostante i dubbi espressi da diversi giuristi.

Meloni alle europee: perché ha chiesto di scrivere “Giorgia”

Quella andata in scena a Pescara è stata la convention programmatica di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni europee di giugno, ma più che delle proposte elettorali del partito per l’Ue si sta parlando ora solo del “Giorgia” da scrivere sulla scheda come chiesto dalla premier.

La strategia comunicativa che sarebbe stata pensata proprio da Giorgia Meloni di conseguenza è presto spiegata, con la presidente del Consiglio - forte dei sondaggi - pronta a trasformare queste elezioni europee in una sorta di referendum sulla sua leadership.

Come sarà possibile tecnicamente il poter scrivere solo il nome di battesimo l’ha spiegato il ministro dell’Agricoltura - e cognato della premier - Francesco Lollobrigida: “Sarà indicata come ‘Giorgia Meloni, detta Giorgia’”. Uno stratagemma da tempo in vigore soprattutto alle elezioni amministrative, dove i vari candidati indicano anche i soprannomi con cui possono essere votati.

Tecnicamente tutto assolutamente lecito in quanto non c’è una norma che vieta questo “trucchetto”, ma per il costituzionalista Gaetano Azzariti che è stato interpellato da La Repubblicasiamo di fronte a un’evidente forzatura della legge elettorale che parla chiaro, solo il cognome, nome e cognome, se due cognomi anche uno solo dei due, e se c’è confusione tra omonimi ecco la data di nascita”.

In sostanza questa mossa della premier potrebbe provocare ricorsi e problemi all’ufficio elettorale che adesso dovrà valutare se accettare o meno la dicitura “Giorgia Meloni, detta Giorgia” sulla scheda elettorale.

I sondaggi con Meloni candidata alle europee

Polemiche a parte, la decisione di Giorgia Meloni di candidarsi alle elezioni europee come capolista di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni - come fatto già nel 2019 -, potrebbe dare una grande slancio a Fratelli d’Italia.

Diverse settimane fa alcuni sondaggi hanno evidenziato come la presenza della premier avrebbe garantito un 2% di voti in più al suo partito, destinato a fare il pieno di seggi alle europee di giugno.

Una stima inferiore è quella fatta lo scorso 18 aprile da un sondaggio di Noto per Porta a Porta: senza Giorgia Meloni il partito sarebbe al 28,5%, ma con la premier in campo allora FdI arriverebbe al 29,5%.

Un punto percentuale in più che spingerebbe Fratelli d’Italia verso l’asticella del 30%, con Meloni pronta a trasformare questo voto in una sorta di referendum pro o contro la sua guida del Paese, un modo questo anche per mandare un chiaro segnale ad alleati e avversari.

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