Russia, Medvedev e il governo si dimettono: cosa è successo

Mario D’Angelo

15/01/2020

16/01/2020 - 00:19

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L’intero governo russo si è dimesso per dare spazio alle riforme del presidente. Ecco come Putin intende mantenere il potere in Russia

Russia, Medvedev e il governo si dimettono: cosa è successo

L’intero governo russo si è dimesso per dare più spazio alle riforme del presidente Vladimir Putin, che in una nota ha ringraziato l’ormai ex primo ministro Dimitri Medvedev per il suo lavoro. Obiettivo del presidente è paventare la strada per il mantenimento del potere in Russia anche dopo il 2024, anno di fine mandato.

Russia, il governo si dimette

L’eterna spalla di Putin, Medvedev, non si allontanerà troppo: per lui è stata già creata una carica ad hoc, quella di vice capo del Consiglio di Sicurezza. L’esecutivo ha fatto sapere di essersi fatto da parte per “dare l’opportunità” al presidente di “prendere tutte le decisioni necessarie” a progettare il nuovo assetto costituzionale.

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Citato dall’agenzia Tass, il presidente della Russia ha detto nel corso di una riunione con i ministri: “Per quanto mi riguarda, voglio ringraziarvi per tutto quello che è stato fatto fino a questa fase del nostro lavoro, voglio esprimere soddisfazione con i risultati che abbiamo ottenuto”.

“Non tutto è stato fatto, ma nulla viene mai davvero completato”, avrebbe aggiunto Putin. In seguito le agenzie di stampa russe hanno indicato il nome del probabile nuovo primo ministro: il capo del servizio fiscale federale Mikhail Mishustin, altro fedelissimo di Putin.

Russia, la riforma di Putin per mantenere il potere

Il tempismo del cambio di guardia non è stato casuale. Le dimissioni di Medvedev sono arrivate subito dopo l’annuale discorso di Putin all’Assemblea Federale, nel corso del quale il presidente ha illustrato il suo piano di riforme costituzionali.

Queste prevedono uno spostamento dei poteri dalla presidenza verso il Parlamento e il primo ministro. Se Putin infatti non potesse ricandidarsi nel 2024, per via del limite di due mandati consecutivi, il suo successore finirebbe per avere pochi poteri.

Per dare maggior spinta alla riforma, Putin intende proporla in un referendum nazionale. Medvedev ha detto che dopo l’adozione di tali emendamenti “ci saranno significativi cambiamenti non solo in una varietà di articoli costituzionali, ma anche nell’equilibrio dei poteri”.

Putin ha guidato la Russia per due decenni, passando di volta in volta dalla presidenza della Repubblica a quella del Consiglio dei ministri.

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