Mediobanca alla vigilia del giorno X, rumor su colpo di scena: questo socio storico pronto a mollarla?

Laura Naka Antonelli

26 Giugno 2025 - 08:35

Secondo le indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, questo azionista storico starebbe studiando la vendita della quota storica detenuta in Mediobanca.

Mediobanca alla vigilia del giorno X, rumor su colpo di scena: questo socio storico pronto a mollarla?

I rumor sono stati riportati da Il Sole 24 Ore, in un articolo pubblicato oggi, alla vigilia del giorno X per Mediobanca che, a sorpresa, per convincere gli azionisti a non aderire all’OPS lanciata da MPS, ha preso la decisione di aggiornamento il piano industriale al 2028 domani, venerdì 27 giugno 2025.

Le indiscrezioni piombano a Piazza Affari mentre gli operatori di mercato fiutano la prospettiva che gli annunci di Piazzetta Cuccia si sostanzino anche nella promessa di dividendi più ghiotti, una carta che il CEO Alberto Nagale potrebbe decidere di fatto di giocare, per portare i soci a dire no all’OPS del Monte dei Paschi di Siena.

Banca Mediolanum pronta a mollare Mediobanca?

Banca Mediolanum studia la vendita della partecipazione in Piazzetta Cuccia ”, è il titolo dell’articolo pubblicato dal quotidiano di Confindustria, che riporta i rumor, precisando allo stesso tempo che “nessuna decisione è stata ancora presa”.

Detto questo, si legge, “Banca Mediolanum valuta di chiamarsi fuori dallo scontro acceso per il controllo di Mediobanca e, a sorpresa, studia la vendita della storica quota in Piazzetta Cuccia ”. Storica, in quanto si parla di una partecipazione che venne acquistata dalla banca guidata oggi da Massimo Doris ben 25 anni fa. E di una quota, tra l’altro, che “ è vincolata al patto di consultazione di Mediobanca ”.

Un patto (occhio alle sue caratteristiche) che rappresenta l’11,6% del capitale di Mediobanca e che è stato interessato già da novità sconfortanti, vista l’altra mossa che ha interessato Piazzetta Cuccia, ovvero l’uscita da parte di Vittoria Assicurazioni, in data 20 giugno, dell’intera quota detenuta nell’istituto guidato dal CEO Alberto Nagel, costituita da 2,2 milioni di azioni, pari allo 0,27% del capitale.

La possibile decisione anche di Banca Mediolanum di mollare Mediobanca cedendo la quota complessiva del 4,45%, spiega il Sole 24 Ore, risiederebbe da un lato nel desiderio dell’istituto fondato da Ennio Doris di non farsi coinvolgere in uno scontro che si sta facendo sempre più acceso - quello tra i vertici di Mediobanca e la banca offerente Monte dei Paschi di Siena -, quest’ultima forte della benedizione arrivata dalla BCE, che punta dritto al suo obiettivo.

Dall’altro lato, Banca Mediolanum è reduce da un periodo di crescita significativa del business e dei profitti e potrebbe essere propensa a rimanere fuori da logiche di natura politica, preferendo concentrarsi piuttosto sul suo core business.

Le dichiarazioni recenti del CEO di Banca Mediolanum Massimo Doris sulle due OPS

Nessun commento è stato rilasciato dalla banca gestita dal CEO Massimo Doris, contattata da Il Sole 24 Ore.

Agli inizi di maggio, nel commentare la strategia difensiva anti MPS impostata da Mediobanca con il lancio a sorpresa di una OPS per la conquista di Banca Generali, controllata di Assicurazioni Generali Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, aveva sottolineato come, a suo avviso, le due OPS, ovvero quella di Mediobanca su Banca Generali e l’altra di MPS-Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, fossero “compatibili”.

In quella occasione, Doris aveva rimarcato l’intenzione di Banca Mediolanum di rimanere azionista di Piazzetta Cuccia, anche se l’OPS di quest’ultima lanciata su Banca Generali (un dossier che è stato per ora rimandato a settembre) avesse avuto successo.

Credo che rimarremo soci anche se saranno ancora più concorrenti nostri ”, aveva precisato il CEO, rilasciando altri commenti.

Occhio intanto al trend del titolo Banca Mediolanum che, nell’ultimo mese di contrattazioni a Piazza Affari, ha perso il 2%, estendendo a più del 6% la flessione degli ultimi tre mesi.

Positiva la performance YTD, ovvero dall’inizio del 2025, con un rialzo del 25%, mentre su base annua le azioni sono salite del 37% circa.

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