Sì a manovra in deficit e addio al pareggio di bilancio: la proposta

C. G.

29 Marzo 2019 - 09:30

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Coprire le clausole di salvaguardia con il deficit? Dire addio al pareggio di bilancio? La proposta del leghista Claudio Borghi

Sì a manovra in deficit e addio al pareggio di bilancio: la proposta

Dopo le elezioni europee, le clausole di salvaguardia saranno coperte con il deficit, secondo Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera.

Le sue idee sono emerse in occasione di un’intervista rilasciata all’Huffington post, durante la quale l’economista della Lega ha tracciato due strade per l’Italia: quella del deficit e quella della golden rule.

“Dopo le elezioni la nuova Unione europea si renderà conto che l’austerità e il pareggio di bilancio non vanno più bene e allora le clausole le copriremo con il deficit, che non verrà concesso ma incoraggiato”.

Questa la chiave di volta della proposta di Borghi, che si è già detto particolarmente fiducioso in merito all’esito delle elezioni di fine maggio nelle quali, a sua detta, vincerà una nuova Europa.

Evitare l’aumento dell’Iva con deficit e golden rule

Nei prossimi mesi il Governo gialloverde dovrà lavorare alacremente per trovare 23 miliardi di euro necessari a disinnescare le temute clausole Iva. L’aumento dell’imposta verrà evitato, secondo Borghi, grazie al deficit oppure con il ricorso alla golden rule, ossia l’esclusione dallo stesso deficit della spesa pubblica destinata agli investimenti.

“Una volta liberati questi denari dal vincolo del 3% si liberano enormi spazi di bilancio e il problema delle clausole si risolve così,”

ha affermato il leghista, tornando poi sul tema del deficit e su quello della manovra correttiva.

Qualche mese fa l’Italia e l’Unione europea si sono affrontate in un lungo braccio di ferro che ha imposto al Belpaese di rivedere al ribasso le iniziali previsioni sul deficit/PIL dal 2,4% al 2,04%. Cosa accadrà ora, alla presentazione del Def?

Borghi, che ha escluso l’idea di una manovra correttiva, ha ricordato come il rapporto italiano (concordato sulla base di certe aspettative di crescita) sia in realtà più basso rispetto a quello degli altri Paesi. Se l’economia nostrana avanzerà meno del previsto il deficit dovrà salire.

Riserve auree: di Bankitalia o dei cittadini?

Nella sua lunga intervista, l’economista della lega è tornato altresì sul tema delle riserve auree, sul quale si è espresso ieri anche il presidente della BCE. Mario Draghi ha confermato che la detenzione e la gestione dell’oro spetta in ultima istanza a Bankitalia.

Per Borghi, però, questo è stato tutt’altro che uno stop:

“Draghi mi ha dato ragione, seppure a denti stretti, e con buona pace della Banca d’Italia. La proprietà dell’oro è dei cittadini, l’Eurosistema detiene e gestisce questo oro attraverso la Banca d’Italia.”

Per dirla con le stesse parole del presidente della commissione Bilancio, detenzione e proprietà sono due cose diverse: l’oro è gestito e detenuto da Bankitalia, ma appartiene sempre ai cittadini.

Riserve auree a parte, se le proposte di Borghi avranno successo dipenderà anche e soprattutto dall’esito delle elezioni europee di fine maggio. L’eliminazione del pareggio di bilancio e la copertura delle clausole di salvaguardia con deficit o golden rule saranno davvero prese in considerazione?

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