Potrebbero cambiare le lingue ufficiali dell’Unione europea. Ecco quali sono i possibili cambiamenti.
Prosegue senza sosta il dibattito sulle lingue europee, dividendo gli Stati membri su posizioni contrapposte, ognuno con ragioni valide e rilevanti. Da una parte c’è la Spagna, che chiede il riconoscimento delle proprie lingue nazionali per una rappresentazione equa all’interno dell’ordinamento comunitario. Non bisogna infatti dimenticare che le lingue europee non riguardano soltanto il lato identitario e culturale, ma anche e soprattutto l’accessibilità, la democrazia e la partecipazione giuridica. Non è possibile far valere i principi cardine dell’Ue in un contesto nel quale i partecipanti non riescono a leggere atti e documenti nella propria lingua madre.
Dall’altra parte, però, ci sono inevitabili questioni politiche ed economiche legate a un’eventuale modifica delle lingue ufficiali, un passaggio decisamente rilevante per l’Ue e da gestire con cura per preservare l’identità europea. Indipendentemente da ciò, comunque, c’è chi ritiene che la riflessione su eventuali nuove lingue europee debba essere rimandata in questo delicato contesto geopolitico. Un’ipotesi che la Spagna condanna, fermamente convinta di necessitare il riconoscimento di tutte le proprie lingue per evitare discriminazioni. Il dialogo intanto prosegue.
Le possibili nuove lingue dell’Ue
La Spagna si batte da tempo per il riconoscimento ufficiale nell’Unione europea di catalano, basco e galiziano, parlate rispettivamente da 10 milioni, 700.000 e 3 milioni di persone. Di fatto, una delle principali argomentazioni contrarie alla richiesta spagnola riguarda il possibile effetto su altre lingue minoritarie o regionali parlate nel territorio Ue. Si rischierebbe così di discutere dell’inserimento di ulteriori 60 lingue nella documentazione europea, ostacolando i processi burocratici ma soprattutto le finalità istituzionali dell’ufficializzazione stessa.
La questione, comunque, sarebbe dovuta essere sottoposta al voto nella primavera, ma la presidenza ha preferito rimandare ulteriormente. Per approvare la richiesta spagnola è infatti essenziale il consenso all’unanimità dei 27 Stati membri, impossibile da ottenere senza chiarire i loro dubbi e soprattutto garantire che non ci saranno costi ulteriori da sostenere. Sono in particolare 7 gli Stati membri che ostacolano l’iniziativa, vale a dire Germania, Croazia, Italia, Svezia, Repubblica Ceca, Finlandia e Austria, ma molti altri condividono delle perplessità al riguardo. Tra questi anche il Lussemburgo, il cui ministro degli Esteri Xavier Bettel ha detto senza mezzi termini: “Capisco perfettamente che per gli spagnoli e per il multilinguismo le tradizioni sono molto importanti, ma davvero, davvero, non è il momento giusto”.
Una posizione condivisa anche dalla Francia, preoccupata soprattutto di valutare le possibili connotazioni politiche seguenti a un’eventuale approvazione delle nuove lingue europee. Qualcosa però potrebbe cambiare, visto che il principale oppositore alla richiesta europea, vale a dire il governo tedesco, ha avviato un dialogo con l’omologo spagnolo.
Le lingue ufficiali dell’Unione europea
Attualmente le lingue ufficiali dell’Unione europea sono 24, poiché alcune di queste sono rappresentative di più Paesi membri. In particolare vengono riconosciute:
- inglese (Irlanda e Malta, infatti rimane una lingua ufficiale nonostante la Brexit);
- francese (Francia, Belgio e Lussemburgo);
- tedesco (Germania, Austria, Belgio e Lussemburgo);
- italiano (Italia);
- spagnolo (Spagna);
- portoghese (Portogallo);
- olandese (Paesi Bassi e Belgio);
- polacco (Polonia);
- ceco (Repubblica Ceca);
- slovacco (Slovacchia);
- umgherese (Ungheria);
- rumeno (Romania);
- bulgaro (Bulgaria);
- croato (Croazia);
- greco (Grecia e Cipro);
- danese (Danimarca);
- svedese (Svezia);
- finlandese (Finlandia);
- maltese (Malta);
- lituano (Lituania);
- lettone (Lettonia);
- estone (Estonia);
- irlandese (Irlanda).
Questo è l’elenco di lingue ufficiali dell’Unione europea, scelto come rappresentativo delle lingue usate e parlate dagli Stati membri. Tutti gli atti giuridici dell’Ue devono essere tradotti in ognuna di queste lingue, con un’importanza tanto simbolica nel riconoscimento del multilinguismo che compone il territorio comunitario, quanto pratica. La presenza di queste lingue garantisce infatti che tutti i membri dell’Unione europea accedano con pari mezzi alla documentazione e alla normativa comunitaria. Non resta quindi che monitorare il dialogo tra Germania e Spagna nell’attesa di un compromesso.
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