Limite pagamenti in contanti, scattano i controlli del Fisco: chi rischia di più

Rosaria Imparato

15/07/2021

02/12/2022 - 15:00

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Il Fisco intensifica i controlli sui pagamenti in contanti e superare il limite potrebbe far scattare le sanzioni. Chi rischia di più?

Limite pagamenti in contanti, scattano i controlli del Fisco: chi rischia di più

L’uso eccessivo dei contanti per effettuare pagamenti potrebbe far scattare i controlli del Fisco, col rischio di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

Attualmente il limite per i pagamenti in contanti è 2.000 euro. Dal 1° gennaio 2022 la soglia massima scenderà ancora, arrivando a 1.000 euro.

L’obiettivo è quello di combattere l’evasione fiscale, partendo dalle abitudini dei cittadini, che di solito (soprattutto quelli più anziani) tendono a evitare i mezzi di pagamento tracciabili.

Vediamo quali comportamenti fanno scattare i controlli del Fisco e quindi chi rischia di più.

Limite all’uso dei contanti: quando scattano i controlli del Fisco

Una delle situazioni che fa scattare i controlli del Fisco riguarda i movimenti bancari dei contribuenti. In particolare, la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate prova a scovare le situazioni in cui l’ammontare dei versamenti supera di gran lunga la giacenza media del titolare del conto corrente bancario o postale.

Il Fisco poi può sempre richiedere al contribuente, qualora ci siano i presupposti di attività fraudolenta, i documenti attestanti le spese effettuate: in questo modo risulterebbe nero su bianco se i limiti dei pagamenti in contanti sono stati superati.

Un altro campanello d’allarme per il Fisco è costituito da una discrepanza tra quanto dichiarato nel modello 730 e il tenore di vita del contribuente. Quest’ultima situazione si verifica abbastanza spesso, quando per esempio il cittadino dichiara un reddito basso ma poi riesce (inspiegabilmente) a permettersi auto di lusso o acquisti particolarmente dispendiosi.

Controlli del Fisco sui contanti: chi rischia di più?

I controlli dell’Agenzia delle Entrate sull’utilizzo dei contanti scattano quindi in tre ambiti principali:

  • movimenti bancari o versamenti sospetti;
  • controlli documentali col fine di verificare l’eventuale evasione delle tasse;
  • corrispondenza tra dichiarazione dei redditi e tenore di vita.

A rischiare di più, in tal senso, sono tutti quei soggetti che percepiscono somme di denaro da fonti diverse rispetto a quelle provenienti da redditi di lavoro.

Anche ricevere denaro in contanti da genitori o nonni, regali in buona fede insomma, potrebbe costituire un rischio se viene superato il limite stabilito per legge a 2.000 euro nel 2021 (e 1.000 euro dal 1° gennaio 2022, salvo novità con la prossima Legge di Bilancio).

Nel caso in cui un contribuente, seppur in buona fede, non rispetti i limiti massimi di utilizzo del contante per effettuare un pagamento, il Fisco può applicare sanzioni da 2.000 fino a 50.000 euro.

La sanzione viene applicata a entrambe le parti contraenti, quindi non solo a chi riceve i soldi, ma anche a chi li regala.

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