Legge elettorale, tempi brevi per il Rosatellum. Perché il PD è ora il favorito?

Alessandro Cipolla

18 Maggio 2017 - 10:47

Legge elettorale: Matteo Renzi lancia la sua road map per l’approvazione in tempi brevi del Rosatellum. Ecco perché il nuovo sistema di voto potrebbe favorire la vittoria del PD.

Legge elettorale, tempi brevi per il Rosatellum. Perché il PD è ora il favorito?

Legge elettorale: Matteo Renzi lancia la sua road map per l’approvazione definitiva in tempi brevi del Rosatellum. Ecco perché il nuovo sistema di voto potrebbe favorire la vittoria del Partito Democratico.

Legge elettorale forse ci siamo. Dopo la bocciatura del Legalicum, la scelta del Partito Democratico è caduta sul Rosatellum, con Renzi che conta di poter arrivare all’agognata fumata bianca già entro il mese di giugno.

Oltre al parere favorevole del PD, il Rosatellum può contare sull’appoggio della Lega Nord, di Ala e sulle Autonomie. Un numero di voti che andrebbero a garantire il sicuro passaggio alla Camera, mentre al Senato occorrerà il supporto di qualche altra forza politica.

Proprio questo particolare non di poco conto potrebbe essere decisivo per formare le alleanze future nelle prossime elezioni politiche. Non sono in pochi infatti ad essere attratti da una probabile grande coalizione di centrosinistra guidata da Matteo Renzi, con diversi senatori che potrebbero garantire il loro sostegno al voto sulla legge elettorale in cambio di un posto sicuro nel prossimo Parlamento.

Visto che il Rosatellum ormai sembrerebbe essere destinato a diventare il nuovo sistema di voto, ora tutti ammiccano verso un Partito Democratico che torna ad essere il grande favorito per la vittoria elettorale.

Legge elettorale, Rosatellum approvato già a giugno?

Adesso o mai più per la legge elettorale. L’accelerata voluta da Matteo Renzi potrebbe risultare decisiva, con tutto il Partito Democratico che è virato in maniera compatta verso il Rosatellum.

Con un post su Facebook, è proprio l’ex premier a tracciare quella che sarà il percorso della nuova legge elettorale: arrivo in Parlamento come da programma il 29 maggio, con l’approvazione definitiva che potrebbe arrivare anche a metà giugno.

Come detto, alla Camera non ci dovrebbero essere intoppi mentre a Palazzo Madama all’appello mancherebbero l’appoggio di una ventina di senatori, ma le grandi manovre politiche per trovare i voti necessari sono già iniziate.

Dato per scontato la contrarietà al testo del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia, restano da convincere i centristi e il Movimento Democratici e Progressisti, che si trovano di fronte a un bivio che potrebbe condizionare anche il futuro politico dei loro partiti.

Il Rosatellum prevede infatti una soglia di sbarramento al 5%, una percentuale che al momento stando agli ultimi sondaggi elettorali non sarebbe raggiungibile né da Alfano né tantomeno da Bersani, a meno di una unione con Pisapia e Sinistra Italiana sempre che questi però siano d’accordo.

In teoria quindi tutti i partiti in bilico sulla soglia di sbarramento dovrebbero essere contrari a questa legge elettorale, ma la prospettiva di un accordo per fare una grande coalizione con il Partito Democratico ingolosisce in molti.

Il Rosatellum potrebbe di fatto spaccare questi partiti, con diversi senatori che alla fine potrebbero optare per il voto favorevole. Ecco perché dagli ambienti dem filtra una certa fiducia circa l’approvazione in tempi brevi del testo.

PD favorito con il Rosatellum?

Con il Rosatellum che ormai sembrerebbe avere la strada in discesa verso la sua approvazione, iniziano già le ipotesi su quali potrebbero essere gli scenari in vista delle elezioni politiche.

Nello specifico si tratta di un sistema elettorale metà maggioritario (circa un centinaio di collegi uninominali) e metà proporzionale, con una soglia di sbarramento fissato al 5% mentre non sarebbe previsto alcun premio di maggioranza.

L’idea che circola negli ultimi giorni è quella di una grande coalizione di centrosinistra, con il PD di Matteo Renzi al centro ma supportato da una serie di alleanze, anche locali, con partiti e movimenti sia di area moderata che di sinistra.

Porte aperte quindi a Giuliano Pisapia, ai centristi ma anche ad una parte degli scissionisti, tranne pare quelli più in vista come Bersani o Speranza con i quali Renzi non vuole avere più niente a che fare.

Con questa legge elettorale il Partito Democratico sarebbe il grande favorito. Nella metà maggioritaria, Renzi potrebbe conquistare anche molto più della metà dei collegi sparsi in tutto il territorio.

Si tratterebbe di un voto simile a quello per eleggere i sindaci ma senza ballottaggio: il candidato che prende più voti viene eletto. Ecco dunque spiegato anche l’appoggio della Lega Nord, che nel settentrione conta di poter aggiudicarsi un buon numero di collegi.

Il PD quindi potrebbe far man bassa di collegi nella parte maggioritaria, per poi puntare ad ottenere più del 30% in quella proporzionale. Un risultato del genere garantirebbe a Matteo Renzi di poter ottenere una solida maggioranza.

Il Movimento 5 Stelle sarebbe molto svantaggiato dalla parte maggioritaria in quanto deficitario di candidati forti sul territorio, fatto che ha spinto diversi esponenti pentastellati a rinominare questa legge elettorale Anticinquestellum.

Non rimane quindi che aspettare di vedere se il Rosatellum riuscirà a ottenere il via libero definitivo, che se dovesse arrivare come paventato prima di luglio non escluderebbe neanche lo scenario di un possibile voto anticipato in autunno, prima ovvero della temuta manovra finanziaria.

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