Il fatturato aggregato delle 25 società AI quotate su EGM sfiora i €996 milioni, mentre il mercato complessivo italiano raggiunge quota 1,2 miliardi.
Il settore dell’intelligenza artificiale in Italia rivela numeri che dimostrano la vitalità delle aziende specializzate e testimoniano il crescente interesse degli investitori e delle imprese tradizionali. Le società attive nell’AI e quotate sull’Euronext Growth Milan (EGM) hanno infatti registrato nel 2024 un giro d’affari aggregato di 996 milioni di euro, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente, secondo quanto emerso dalla seconda edizione dell’Osservatorio ECM AI di IRTOP Consulting e Banca Generali.
Il valore complessivo del mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2024, segnando un balzo del 58% rispetto al 2023 e nonostante l’Italia resti indietro rispetto ad altri Paesi europei per diffusione dell’AI tra le PMI, le aziende che hanno già adottato queste tecnologie mostrano livelli di integrazione nei processi superiori alla media UE.
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Il boom delle società AI: numeri, performance e attrattività per gli investitori
Le 25 società AI quotate su EGM rappresentano oggi il 14% della capitalizzazione totale di questo segmento di Borsa, con una forza lavoro aggregata di oltre 7.000 dipendenti e un EBITDA margin medio del 16%. Queste aziende si distinguono anche per una maggiore liquidità rispetto alla media di mercato: il controvalore medio giornaliero scambiato supera del 90% quello delle altre società EGM, con un flottante medio del 33,3%. L’AI Index, creato da IRTOP per monitorare l’andamento borsistico di queste realtà, ha segnato negli ultimi tre anni un +19%, in netta controtendenza rispetto al -23% dell’indice FTSE Italia Growth.
La crescita non riguarda solo le società quotate. Il panorama delle startup AI è altrettanto dinamico: l’Osservatorio ha censito 39 startup ad alta attrattività, di cui il 62% in fase pre-seed o seed. Il 42% di queste ha chiuso un round di finanziamento nell’ultimo anno e il 74% prevede di aprirne uno nuovo entro il 2025. Le startup sono concentrate soprattutto nel Nord Italia (69%), con Milano in testa come principale hub tecnologico, seguita da Roma, Torino e Napoli. I settori di maggiore attività sono data management & cloud, cybersecurity e industrial automation.
PMI e startup tra ostacoli e opportunità
Nonostante l’entusiasmo del mercato, il quadro italiano presenta ancora luci e ombre. Se da un lato le grandi aziende guidano la crescita e l’adozione dell’AI, dall’altro le PMI restano in ritardo: solo il 7% delle piccole e il 15% delle medie imprese ha avviato progetti concreti di intelligenza artificiale, nonostante il 58% dichiari un forte interesse. Questa distanza rispetto agli altri Paesi UE è uno dei principali ostacoli alla piena valorizzazione del potenziale italiano.
Tuttavia, dove l’AI viene adottata, i risultati sono tangibili. Le aziende italiane che hanno già integrato l’intelligenza artificiale nei processi mostrano tassi di utilizzo superiori alla media europea, segno di una capacità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie una volta superate le barriere iniziali. La composizione del tessuto imprenditoriale AI italiano è caratterizzata da una prevalenza di microimprese (quasi il 62% con meno di 5 addetti), spesso specializzate nello sviluppo software e nella consulenza IT. Se da un lato questo modello favorisce l’innovazione e la flessibilità, dall’altro pone sfide in termini di scalabilità e accesso a risorse finanziarie.
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