Le rivolte in Francia e la crisi del paradigma liberale

Pierluigi Fagan

10/07/2023

10/07/2023 - 16:37

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I lunghi decenni di liberal-liberismo producono disordine: sociale, economico, finanziario, geopolitico, culturale, etc.

Le rivolte in Francia e la crisi del paradigma liberale

Qualche storico, per la verità una stretta minoranza eccentrica, provò a spiegare la sequenza che dalla Belle Epoque (1871-1914) portò al doppio conflitto euro-mondiale con in mezzo fascismi e nazismi, come una oscillazione tra un impeto liberal-liberista ed una reazione conservatrice. Il disordine chiama ordine. La fase di impeto liberal-liberista era di crescita (non solo economica), ma questa esplorazione delle possibilità era disordinata, produceva disordine e depositava contraddizioni. Come quando si partecipa la sera ad una festa che presto va su di giri, ci si abbandona alla liberatoria sincronia del bagordo ma l’indomani mattina ci si svegli a pezzi e si giura ordine e moderazione francescana, la reazione fu di verso contrario.

Sul piano storico, la questione è più complessa dell’analogia proposta poiché le nazioni europee erano di diversa fattura e struttura. In particolare, la Gran Bretagna, che pure era l’origine dell’impeto liberal-liberista in forza della sua rivoluzione industriale motore dell’impero su cui non tramontava mai il sole, anche a causa del doppio conflitto che nel frattempo si era generato nel continente, non visse una forte reazione di destra, anche se poi fu comunque conservatrice. Reazione che invece ci fu soprattutto in Germania ed Italia, ma anche altrove.
Al Congresso fascista di Montreaux del ’34, parteciparono delegazioni di 13 paesi ed è simpatico ricordare i temi della relazione del presidente Coselschi che dirigeva i lavori. I temi erano: l’alta finanza, il comunismo, la massoneria e il liberalismo. Oggi il “comunismo” è estinto nell’immaginario pubblico, ma al suo posto c’è il “progressismo”. Altresì, la “massoneria” viene inglobata nel più sfumato concetto di “élite”. Noterete come poco meno di un secolo dopo, questi sono gli stessi temi di quella confusa galassia neoconservatrice che in versione “alternativa”, ma anche di “governo”, raccoglie oggi un suo variegato consenso.
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