Lavaggio delle mani antisettico: come prevenire le infezioni in ospedale

Vittorio Proietti

14 Giugno 2017 - 16:33

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Il lavaggio delle mani è un passo fondamentale per prevenire infezioni ed eliminare le spore di germi e batteri. Medici e infermieri adottano un lavaggio antisettico, manovra semplice e caldamente raccomandata dall’OMS.

Lavaggio delle mani antisettico: come prevenire le infezioni in ospedale

Il lavaggio delle mani antisettico è un passo fondamentale per prevenire infezioni ed eliminare le spore di germi e batteri. Medici e infermieri adottano diversi metodi, ma l’OMS lo raccomanda caldamente sia dentro che fuori l’ospedale.

Molto spesso accade che la pratica assistenziali di infermieri e OSS funga da veicolo per le infezioni. L’Ipasvi dichiara che il lavaggio delle mani secondo il metodo raccomandato dall’OMS elimina gran parte della flora batterica presente nella pelle, riducendo il rischio di infezioni.

Le linee guida dell’Ipasvi per gli infermieri consistono in una procedura standard per il lavaggio delle mani antisettico, che è suddiviso e specifico a seconda del ruolo del professionista e dell’intervento in ospedale, oppure dell’attività di cui è responsabile nel SSN.

Vediamo qual è il metodo raccomandato dall’OMS per il lavaggio delle mani antisettico e come prevenire le infezioni in ospedale.

Lavaggio mani antisettico: come prevenire le infezioni

Il lavaggio delle mani antisettico è il metodo principale per impedire il proliferare delle infezioni all’interno di un ambiente sanitario, caldamente raccomandato dall’OMS dentro e fuori da un ospedale.

Le linee guida esposte dall’Ipasvi associa un tipo lavaggio delle mani antisettico ad ogni ruolo o intervento cui si presta il medico, l’infermiere o l’OSS.

Il primo tipo di lavaggio è detto igienico, con acqua e sapone e si esegue prima delle manipolazioni sul paziente, del cibo e dei farmaci. Per essere efficace secondo l’Ipasvi occorre una durata compresa tra i 40 e i 60 secondi.

Un secondo tipo di lavaggio è l’applicazione di una preparazione composta dal 60-80% di alcol, che ha la funzione principale di eliminare i batteri, quindi ridurre al minimo il rischio di infezioni.

Questo tipo di lavaggio asettico si effettua prima e dopo il contatto con il paziente, in quanto occorre effettuarlo anche appena tolti i guanti. In questo caso l’Ipasvi raccomanda almeno 20-30 secondi.

Il lavaggio antisettico vero e proprio costituisce il terzo metodo per prevenire le infezioni in ospedale e nelle strutture sanitarie: l’infermiere o il medico dovrà evitare di sovrapporlo ai precedenti lavaggi e ricordarsi che la sua efficacia è raggiunta con almeno 40 o 60 secondi.

Tra le indicazioni esposte dall’Ipasvi c’è la raccomandazione ad avere molta cura dell’igiene delle unghie, come di liberarsi di indumenti più lunghi degli avambracci, oltre che di indossare gioielli.

Anche in questo caso non seguire le linee guida potrebbe spostare la responsabilità medica sull’infermiere o sull’operatore.

Infezioni correlate all’assistenza: il lavaggio delle mani è solo il primo passo

Nelle attività di assistenza di medici e infermieri all’interno del SSN si può incorrere in infezioni correlate all’assistenza stessa, in acronimo ICA. Anche all’interno di un ospedale il rischio di contagio può essere alto, per questo motivo anche l’Anipio promuove e incentiva al corretto lavaggio delle mani antisettico.

Le ICA hanno un costo notevole per il SSN, poiché a seconda della gravità delle infezioni e dei medici o infermieri infettati, la qualità del servizio sanitario può risentirne anche gravemente.

Al di là della sicurezza nei luoghi di lavoro, l’ospedale può diventare un tramite di infezioni proprio per la quantità di pazienti che frequenta ogni giorno la struttura, non soltanto per gli operatori.

L’Anipio si occupa di tutelare gli infermieri specialisti dal rischio infettivo, ricordando che il punto di partenza della prevenzione delle infezioni è proprio il lavaggio delle mani antisettico.

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