I laureati in SDE non potranno lavorare più al nido: lo prevede la Buona Scuola

Anna Maria D’Andrea

07/06/2018

07/06/2018 - 16:39

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I laureati in Scienze dell’Educazione non potranno più lavorare negli asili nido dal 2019/2020. Presentata una petizione per chiedere al Ministro Bussetti di modificare il decreto 65/2017 attuativo della Buona Scuola.

I laureati in SDE non potranno lavorare più al nido: lo prevede la Buona Scuola

Migliaia di laureati in Scienze dell’Educazione (L19) non potranno più insegnare negli asili nido a partire dal 2019/2020, anno in cui entrerà in vigore la norma prevista dal decreto 65/2017.

Il decreto attuativo della riforma della Buona Scuola sul sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni prevede che, per lavorare negli asili nido, sia necessario possedere uno dei seguenti titoli di studio:

  • laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo specifico in educatore dei servizi educativi per l’infanzia;
  • laurea in Scienze della formazione primaria, integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari.

Potranno continuare ad insegnare nei nidi coloro che hanno conseguito titoli riconosciuti a livello regionale entro il 31 maggio 2017, ovvero data di entrata in vigore del decreto sul sistema integrato 0-6.

Per i laureati in SDE (L19) le porte per l’ingresso ai nidi saranno presto sbarrate: la norma non prevede deroghe per tutti quegli studenti e quelle studentesse che hanno studiato Scienze dell’Educazione o che si sono iscritti prima dell’entrata in vigore della riforma.

L’ultima speranza è che intervenga il neo Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti: a chiederglielo è l’associazione nazionale studentesca Link Coordinamento Universitario, tramite una petizione che ha raggiunto, ad oggi, più di 1.500 firme.

I laureati in SDE non potranno lavorare più al nido: lo prevede la Buona Scuola

I laureati in Scienze dell’Educazione L19, insieme all’associazione Link Coordinamento Universitario, chiedono al Ministro dell’Istruzioni del nuovo Governo Lega e M5S di modificare il decreto 65/2017.

Il tutto tramite una petizione pubblicata sul sito Change.org che ha come oggetto principale la richiesta che l’obbligo di laurea specifica in educatore dei servizi educativi per l’infanzia non sia retroattiva e che, agli studenti già laureati o già iscritti all’università, venga data comunque la possibilità di insegnare al nido.

Questo perché molti degli Atenei d’Italia ancora non hanno adeguato la propria offerta formativa e, di fatto, tra gli sbocchi professionali indicati per i laureati in Scienze dell’Educazione L19 vi è ancora il tanto ambito posto come insegnante di asilo nido.

Pertanto, a fronte di una situazione di cui non tutti gli studenti sono ad oggi informati e soprattutto che vede le Università ancora impreparate ad offrire il giusto piano formativo e le giuste indicazioni, la richiesta è che l’accesso al nido sia ammesso per tutti gli immatricolati in SDE (L19) fino all’Anno Accademico 2017-2018 e che la richiesta specifica di laurea in servizi educativi per l’infanzia valga solo dalle immatricolazioni effettuate a partire dall’Anno Accademico 2018-2019.

Laurea obbligatoria per il nido, si rischia di creare un esercito di disoccupati

La petizione per richiedere la modifica del decreto 65/2017 sulla Buona Scuola va ben oltre le criticità per i tanti laureati o studenti di Scienze dell’Educazione ma si spinge ad analizzare quella che è l’attuale situazione:

“Creare un corso di laurea triennale specifico per lavorare negli asili nido è fortemente in contrasto con la quasi totale assenza di strutture pubbliche per l’infanzia: esso infatti potrebbe portare alla presenza di molti più laureati di quanti sono i posti disponibili all’interno degli asili nido. La necessità di investimenti pubblici in questo settore è sempre più urgente, sia per la tutela del lavoro sia per un servizio garantito a tutti e tutte”

Insomma, oltre al rischio di creare laureati di serie A e laureati di serie B, di lasciare a casa e senza la possibilità di lavorare migliaia di studenti iscritti all’Università prima della riforma, lo scenario attuale fa pensare alla nascita di un nuovo esercito di disoccupati.

Ancora tempi bui per gli educatori: la tanto agognata Legge Iori è stato soltanto un primo timido inizio e il futuro è ora nelle mani del Governo del Cambiamento.

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