In Europa, la stabilità finanziaria è a rischio e può crollare sotto il peso di fragilità e vulnerabilità non risolate: l’analisi è della Bce, che ha reso nota la revisione finanziaria di maggio.
La stabilità finanziaria in Eurozona è fragile ed esposta a vulnerabilità e rischi di shock: questo l’ultimo avvertimento proveniente dalla Bce, che ha appena reso noto il Financial Stability Review di maggio.
Nello specifico, i mercati finanziari potrebbero subire una brusca flessione in caso di ulteriori eventi negativi per l’economia globale. Nella sua revisione sulla stabilità finanziaria di maggio, l’Eurotower ha quindi affermato che le prospettive di stabilità dell’area dell’euro sono rimaste deboli dopo le recenti turbolenze nel settore bancario, che hanno visto il fallimento di diverse banche regionali statunitensi e l’acquisizione di emergenza di Credit Suisse da parte di UBS.
Ci sono almeno 3 importanti motivi per cui temere un crollo della stabilità finanziaria in Europa. Per la Bce, quindi, la prudenza deve ancora guidare le previsioni e la gestione di attività e operazioni, soprattutto per le banche.
Perché la stabilità finanziaria in Europa è in allarme
Nella sua revisione sulla stabilità finanziaria, la Bce ha avvertito della fragilità del sistema Eurozona per almeno 3 ragioni, così elencate nel documento ufficiale:
- Condizioni finanziarie più rigide mettono alla prova la resilienza di famiglie, imprese, governi e mercati immobiliari;
- I mercati finanziari sono vulnerabili ad aggiustamenti disordinati, date le vulnerabilità dei fondi di investimento, le valutazioni eccessive, l’elevata volatilità e la bassa liquidità;
- Le banche dell’area dell’euro sono robuste rispetto ai recenti stress al di fuori dell’area dell’euro, ma i maggiori costi di finanziamento e la minore qualità degli attivi potrebbero pesare sulla redditività
In sintesi, i tassi di interesse più elevati stanno mettendo alla prova la resilienza di famiglie, aziende, governi e mercati immobiliari e tutto questo lascia gli investitori potenzialmente esposti ad aggiustamenti disordinati.
Sebbene le banche siano state finora notevolmente resilienti alle recenti turbolenze negli Stati Uniti e in Svizzera, i maggiori costi di finanziamento e la minore qualità degli asset potrebbero ancora intaccare la loro redditività.
Nel mirino della banca centrale ci sono alcune questioni cruciali. Innanzitutto, “le imprese dell’area dell’euro si trovano ad affrontare condizioni di finanziamento più rigide e prospettive commerciali incerte”: questo può tradursi in gravi difficoltà (o fallimenti) per quelle aziende che hanno debiti elevati e utili fragili, soprattutto dopo la crisi della pandemia.
Sul piano delle famiglie, i prezzi così elevati stanno impoverendo i nuclei già a basso reddito, “riducendo il loro potere d’acquisto e compromettendo la loro capacità di rimborsare i prestiti. La domanda di nuovi prestiti, in particolare mutui, è diminuita drasticamente nel primo trimestre del 2023 in risposta all’aumento dei tassi di interesse”.
Un’attenzione di riguardo è rivolta al mercato immobiliare. I prezzi delle abitazioni si sono notevolmente raffreddati in un periodo di tempo relativamente breve e potrebbero precipitare ulteriormente se i costi dei mutui più elevati continueranno a ridurre la domanda.
Allo stesso tempo, i mercati degli immobili commerciali rimangono in flessione grazie a condizioni di finanziamento più difficili, prospettive economiche incerte e una domanda post-pandemia più debole. Tale correzione potrebbe testare la resilienza dei fondi di investimento.
“La correzione nei mercati immobiliari potrebbe diventare disordinata in caso di sorprese macrofinanziarie negative”, afferma il rapporto.
Infine, un avviso per le banche. In tutte queste sfide, la resilienza delle banche dell’area dell’euro è stata notevole, ma non dovrebbe lasciare il posto all’autocompiacimento secondo De Guindos.
I finanziatori sono stati supportati da solide posizioni di capitale e liquidità che ora devono essere preservate. Le autorità dovrebbero mantenere riserve di capitale macroprudenziali, mentre alcuni paesi potrebbero anche prendere in considerazione aumenti mirati.
Parola d’ordine per la finanza in Europa è massima prudenza. I rischi di crolli sono ancora troppo elevati.
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