Garavaglia rassicura: la rottamazione si farà, ma non si sa ancora come. Vediamo cosa ha detto, le ipotesi in campo e cosa potrebbe prevedere la nuova pace fiscale.
Nelle molte incertezze che ci sono sulla Legge di Bilancio 2026, una cosa sembra essere sicura: la rottamazione quinquies si farà. Nelle ultime ore sembra essersi ristretto il perimetro in cui opererà il taglio Irpef il prossimo anno, mentre non è in discussione la nuova pace fiscale.
A confermare gli intenti verso la nuova rottamazione è il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, che spiega che in manovra la pace fiscale ci sarà, anche se non si sa ancora quali saranno i confini di attuazione.
La rottamazione quinquies si farà
Che si voglia chiamare rottamazione quinquies, che si preferisca parlare di pace fiscale, una cosa è fuori discussione: la prossima Manovra conterrà una sanatoria fiscale. Non sono ancora definiti i contorni e il funzionamento, la cui definizione richiede tempo, ma nel 2026 ci saranno agevolazioni per pagare le cartelle esattoriali e i debiti.
Le parole di Garavaglia rassicurano, ma non bisogna dimenticare che la nuova rottamazione dovrà fare i conti anche con le poche risorse a disposizione. Il Governo ha delle priorità, mai nascoste: tra queste ci sono indubbiamente il taglio Irpef per il ceto medio, ma anche la nuova rottamazione.
Ancora non è certo il numero di rate, così come non c’è nulla di sicuro su scadenze e modalità di accesso. Molti elementi sono ancora in attesa di una decisione, lasciando i contribuenti nel dubbio sulla possibilità di rientrare nella nuova sanatoria.
Rottamazione quinquies, le ipotesi
Sicuramente non sarà una rottamazione che comprende tutti i debiti e tutti i debitori, non ci sarebbero abbastanza risorse per la copertura. Si allontana sempre più l’ipotesi di una sanatoria come quella descritta negli ultimi mesi dalla Lega e contenuta nella proposta di legge presentata a inizio anno. Probabilmente le 120 rate mensili in 10 anni saranno un beneficio concesso soltanto ai debitori che versano in uno stato di disagio economico e che hanno debiti molto elevati.
Qualche settimana fa, infatti, Leo aveva sottolineato l’inutilità di rateizzare in 10 anni i debiti più esigui. Proprio in quell’occasione, però, si era ipotizzato di affiancare alla rottamazione delle cartelle anche un saldo e stralcio per i debiti meno elevati. Anche in questo caso non si può sperare in una cancellazione totale del debito (per quello, infatti, c’è il discarico automatico): è ipotizzabile che si attui uno stralcio in base al reddito del debitore e all’importo del debito, ma anche in questo caso non vi è nulla di certo.
La rottamazione, secondo le intenzioni del Governo, dovrebbe prevedere dei paletti per i decaduti dalle precedenti rottamazioni, ma questi ultimi non dovrebbero impedire l’accesso a chi ha intenzione di pagare ed ha difficoltà economica. Vietare quindi l’accesso ai furbetti, ma non a chi è decaduto per rate troppo alte e insostenibili.
È chiaro che definire le regole di accesso non sarà semplice, visto che l’esecutivo non vuole ipotecare le poche risorse a disposizione per permettere a chi non ha intenzione di pagare di ritardare le azioni esecutive.
La rottamazione si farà, ma resta una partita aperta: per capire chi potrà beneficiarne occorrerà attendere ancora qualche settimana.
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