La ricetta segreta della Polonia. Prima in crisi, ora tra le 20 maggiori economie del mondo

Flavia Provenzani

20 Settembre 2025 - 14:23

Perché la Polonia è entrata tra le 20 maggiori economie mondiali nel 2025? Dati, cause del boom, sfide future e confronto con le altre grandi potenze economiche.

La ricetta segreta della Polonia. Prima in crisi, ora tra le 20 maggiori economie del mondo

Secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per il 2025, la Polonia si classifica al 20° posto tra le maggiori economie del mondo. Il prodotto interno lordo nominale del Paese è stimato intorno ai 980 miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti dominano la classifica con un PIL di oltre 30,5 trilioni di dollari, seguiti da Cina (19,2 trilioni di dollari), Germania (4,7 trilioni di dollari), India e Giappone, che condividono il quarto e il quinto posto con 4,2 trilioni di dollari ciascuno. Nella top 10 figurano anche, in ordine, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Brasile.

La Polonia è davanti a Paesi come Svizzera, Svezia, Belgio e Austria. Ma attenzione. La classifica si basa sul PIL nominale espresso in dollari USA, senza tenere conto delle differenze di potere d’acquisto e dei livelli dei prezzi.

I motivi dietro al boom economico polacco

L’ascesa della Polonia in classifica è dovuta in gran parte al rafforzamento della valuta nazionale. Nelle ultime settimane, il dollaro statunitense si è mosso tra i 3,58 e i 3,75 zloty, il livello più basso degli ultimi quattro anni. L’indebolimento del dollaro contro la maggior parte delle valute mondiali è alimentato dall’incertezza sulle politiche fiscali e commerciali statunitensi, nonché dagli effetti dell’allentamento monetario da parte della Federal Reserve.

Se la Polonia riuscirà effettivamente a rimanere al 20° posto dipenderà dal tasso di cambio del dollaro. Se lo zloty dovesse rafforzarsi ulteriormente rispetto al dollaro, e ancor più di quanto farà il franco svizzero, allora il Paese potrebbe anche consolidare il suo ingresso nella top 20.

Ma l’economia polacca non si basa esclusivamente su fattori valutari. Negli ultimi 20-30 anni è stato il Paese a più rapida crescita tra gli altri membri dell’Unione Europea. Dal 2004 ha recuperato circa 30 punti percentuali di PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto) rispetto alla «vecchia Europa».

La Polonia è poi nota in tutto il mondo per la sua resilienza in tempi di crisi, la stabilità del suo sistema finanziario e lo sviluppo delle esportazioni. Tra i suoi punti di forza troviamo un ampio mercato interno e una posizione geografica favorevole.

Quello che i dati non mostrano

L’alto posizionamento nelle classifiche nominali può essere fuorviante, perché in termini reali la Polonia sta ancora recuperando terreno rispetto agli altri Paesi. Il PIL nominale mostra la dimensione assoluta dell’economia, ma non è utile a confrontare gli standard di vita.

La Cina, ad esempio, ha un’economia quattro volte più grande di quella tedesca, ma una popolazione 17 volte maggiore. Allo stesso tempo, Paesi piccoli come il Lussemburgo presentano un PIL pro capite eccezionalmente alto, nonostante il loro peso economico decisamente più limitato.

Per il 2025 si stima che sarà la Svizzera a dominare la classifica per PIL pro capite, con 104.900 dollari ad abitante. Seguono Singapore, Islanda, Norvegia e Stati Uniti con quasi 89.100 dollari pro capite. Seguono altri Paesi fortemente dipendenti dall’estrazione di risorse naturali, come Norvegia, Qatar e Australia

L’importanza del PIL a Parità di Potere d’Acquisto (PIL PPA)

Secondo gli economisti, la misura più accurata del benessere è il PIL pro capite calcolato a parità di potere d’acquisto. Elimina l’influenza dei tassi di cambio, delle differenze di prezzo e dell’inflazione.

Singapore è in testa alla classifica con 134.300 dollari pro capite, seguita da Qatar, Norvegia e Svizzera. Gli Stati Uniti sono al sesto posto con 76.400 dollari.

La Polonia è ben indietro, sebbene si classifichi meglio in questo indicatore rispetto al PIL pro capite puramente nominale. Ciò è dovuto ai prezzi più bassi di beni e servizi in Polonia rispetto alle economie sviluppate. Ma fa meglio dell’Italia, che per il 2024 si colloca al 29° posto con una stima di 60.993 dollari.

Le sfide che la Polonia deve (ancora) affrontare

Gli economisti polacchi avvertono che «chi resta fermo, in realtà resta indietro». Per mantenere la sua posizione nel panorama internazionale, il Paese deve affrontare una serie di problemi.

In primo luogo, gli investimenti. Mentre il livello medio degli investimenti nell’UE si aggira intorno al 22% del PIL, in Polonia si attesta solo sul 17-18%, il che la colloca in fondo alla classifica insieme a Bulgaria e Grecia. Il settore privato investe sempre meno. La speranza principale risiede nei piani statali di investimenti pubblici per un valore di 500 miliardi di euro per il prossimo decennio, tra progetti nei settori dell’energia e della difesa.

Un altro grave problema è la demografia. Le previsioni per il 2060 indicano che la popolazione polacca potrebbe ridursi a circa 32 milioni di persone e, in uno scenario negativo, addirittura a meno di 30 milioni. È necessaria una politica migratoria attiva e a lungo termine, volta ad attrarre personale specializzato qualificato.

Se questi problemi non verranno affrontati, gli economisti avvertono che il Paese rischia di uscire dalla top 20, mentre altri Paesi accelerano la loro crescita.

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