Qualcomm, colosso californiano dei chip, annuncia l’acquisizione di Arduino, la storica azienda italiana simbolo dell’open source. Il valore dell’operazione non è stato ancora reso noto.
È ufficiale: Arduino, l’azienda nata a Ivrea e diventata sinonimo mondiale di schede open source e innovazione accessibile, passa sotto il controllo di Qualcomm. Il gruppo statunitense, leader globale nei semiconduttori e nelle tecnologie per la connettività, ha annunciato l’acquisizione come parte della propria strategia di espansione nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’Internet of Things (IoT).
L’accordo segna un passaggio storico per una realtà che in vent’anni ha trasformato il modo in cui milioni di persone imparano, progettano e sperimentano con l’elettronica. Nata nel 2005 all’interno dell’Interaction Design Institute di Ivrea, Arduino si è imposta grazie a un approccio radicalmente aperto: hardware e software accessibili a tutti, un linguaggio di programmazione semplice e una community globale di oltre 33 milioni persone tra sviluppatori e studenti.
Secondo quanto riportato da Reuters, l’operazione non prevede cambiamenti drastici nella struttura o nell’identità del marchio. Arduino manterrà il proprio nome, la sua missione e i suoi strumenti, pur beneficiando delle risorse tecnologiche e finanziarie del gruppo americano. Il valore economico dell’acquisizione non è stato reso noto, ma l’accordo resta soggetto alle approvazioni regolatorie previste.
L’unione strategica tra AI e hardware open source
Per Qualcomm, l’acquisizione di Arduino rappresenta un tassello importante nel processo di diversificazione che l’azienda ha avviato da tempo oltre il settore mobile. Dopo gli ingressi di Edge Impulse e Foundries.io, questa operazione rafforza la visione di un ecosistema integrato che unisca hardware, software e servizi cloud destinati all’industria, all’automazione e alla robotica.
“Con l’unione di Arduino, stiamo accelerando la democratizzazione dell’accesso alle nostre tecnologie avanzate nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’informatica - ha dichiarato Nakul Duggal, General Manager di Qualcomm per Automotive, Industrial e Embedded IoT - Combinando la filosofia open source di Arduino con il nostro portafoglio tecnologico, permetteremo a milioni di sviluppatori di creare soluzioni intelligenti in modo più rapido ed efficiente”.
L’operazione segna anche il debutto di Arduino UNO Q, una nuova scheda sviluppata con Qualcomm e basata sul chip Dragonwing QRB2210. Il dispositivo introduce un’architettura “dual brain”, in grado di combinare un processore compatibile con Linux Debian e un microcontrollore per il controllo in tempo reale.
Si tratta di una piattaforma pensata per applicazioni di visione e audio AI destinate alla smart home e all’automazione industriale, integrata con il nuovo ambiente di sviluppo Arduino App Lab, che semplifica la programmazione tra sistemi real-time, Python e flussi di intelligenza artificiale.
Le radici italiane e il futuro globale di Arduino
Nonostante la sede legale in Svizzera, la maggior parte del team di Arduino resta in Italia, in particolare a Torino, dove si concentrano ricerca e sviluppo. Il CEO Fabio Violante ha confermato che il personale “resterà nel Paese e sarà rafforzato con nuovi investimenti”. La produzione continuerà a essere affidata principalmente a fabbriche italiane, mentre la nuova scheda sviluppata con Qualcomm sarà realizzata in Asia.
Violante ha spiegato che l’operazione consentirà all’azienda di fare “un salto di scala” necessario per crescere nell’ambito industriale e nell’Edge AI, cioè l’intelligenza artificiale eseguita direttamente sui dispositivi. “Ci permetterà di evolvere dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale”, ha aggiunto.
Massimo Banzi, cofondatore e per vent’anni volto simbolo di Arduino, ha invece annunciato il suo prossimo passo indietro: “Arduino ha democratizzato l’accesso alla tecnologia dando vita a una community che è la sua forza. Per proseguire nella missione dell’intelligenza artificiale serve qualcuno con le spalle larghe”. Banzi accompagnerà la transizione prima di lasciare definitivamente l’azienda.
Nel futuro di Arduino, secondo l’azienda, resteranno tre pilastri fondamentali: l’education, il settore consumer e quello industriale. Dall’apprendimento nelle scuole alla prototipazione rapida, fino alle applicazioni professionali, la filosofia open continuerà a guidare la piattaforma. Solo che, questa volta, avrà alle spalle la potenza di una multinazionale americana.
Con questa acquisizione, Qualcomm consolida il proprio ruolo nell’ecosistema globale dell’AI e dell’elettronica embedded, mentre Arduino apre un nuovo capitolo della sua storia, portando l’eredità di Ivrea nel cuore della Silicon Valley.
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