Nessuna possibilità per i creditori di questa banca di ricevere i rimborsi. Ultime notizie su una delle pagine più brutte della finanza di casa.
Zero possibilità di rimborso per i creditori chirografari della Banca Popolare di Vicenza. È la pessima notizia che è arrivata ieri nel corso dell’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo del Senato di Giustino Di Cecco, Claudio Ferrario e Francesco Schiavone Panni, i commissari liquidatori della Banca Popolare di Vicenza (BpVI).
I fondi per rimborsare questi creditori, di fatto, non ci sono, e a dirlo sono i conti che i commissari hanno fatto e stanno facendo, andando avanti con la procedura di liquidazione della banca. Procedura che prevede in primis, alla fine di questo anno 2025, il pagamento di una somma di 3,3 miliardi a Intesa SanPaolo - l’istituto che ha rilevato la banca vicentina -, al fine di colmare il gap esistente tra le attività e le passività che ha acquisito.
Una volta versati questi 3,3 miliardi di euro alla banca guidata da Carlo Messina, che rilievò l’istituto appena reduce dal crac per la cifra simbolica di 1 euro, Banca Popolare di Vicenza dovrà versare 6,3 milioni di euro di creditori privilegiati, tra cui figurano ex dipendenti e altri.
Niente rimborso per gli ex soci di Banca Popolare di Vicenza, ecco perché
Ma poi ci saranno ancora altri obblighi, hanno avvertito i commissari liquidatori, stando a quanto riporta Il Corriere della Sera nell’articolo “BpVI, porta chiusa agli ex soci: Non potremo rimborsarli”. Obblighi in particolare verso lo Stato, che si aggirano attorno a 3 miliardi.
Il risultato è, dunque, il seguente: “Non sono ravvisabili concrete prospettive di soddisfacimento dei creditori chirografari ”.
Ovvero, precisa il quotidiano, “ non c’è la possibilità per gli ex soci della Banca Popolare di Vicenza, che sono stati ammessi al passivo di poter ottenere dai liquidatori gli 1,6 miliardi loro formalmente riconosciuti ”.
Tutto, a fronte di quello che, come ha detto Giustino De Cecco, uno dei tre commissari liquidatori della Banca popolare di Vicenza assieme a Claudio Ferrario e Francesco Schiavone Panni, è stato definito, come riporta Il Giornale di Vicenza, “ il crac più grande della storia d’Italia ”.
Così De Cecco, stando a quanto riportato dal quotidiano vicentino:
“È stata una procedura concorsuale di dimensioni incredibili che ha portato a problemi incredibili. La più grande della storia della Repubblica italiana, 31 miliardi; sei volte (5,24 miliardi) l’Ilva e due volte la Parmalat”.
Vale la pena di ricordare che la Banca Popolare di Vicenza è stata sottoposta alla liquidazione coatta amministrativa con il Decreto n. 185 del 25 giugno 2017 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), su proposta della Banca d’Italia. Nell’annunciare la liquidazione sia per la Popolare di Vicenza che per Veneto Banca il MEF ha chiarito che “il Governo avrebbe voluto procedere con una ricapitalizzazione precauzionale ma la condizione di dissesto delle due banche e l’assenza di investitori privati ha reso questo percorso impraticabile”.
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