La Juventus non è in vendita. Gli Elkann rifiutano l’offerta di acquisto da €1,1 miliardi

P. F.

15 Dicembre 2025 - 12:34

Exor ha rifiutato un’offerta di acquisto da 1,1 miliardi di dollari da parte di Tether, la più grande emittente di stablecoin al mondo.

La Juventus non è in vendita. Gli Elkann rifiutano l’offerta di acquisto da €1,1 miliardi

La Juventus resta a casa sua. Exor, holding olandese della famiglia Agnelli-Elkann, ha rifiutato un’offerta da 1,1 miliardi di euro da parte di Tether, la più grande emittente di stablecoin al mondo fondata dal torinese Giancarlo Devasini. Già proprietaria del 10% della storica squadra di calcio piemontese, Tether ha deciso di tentare il tutto per tutto, lanciando un’offerta vincolante non sollecitata per acquisire l’intera quota del 65,4% detenuta dal colosso di casa Agnelli.

In un post pubblicato su X il 12 dicembre, il CEO di Tether, Patrizio Ardoino, aveva annunciato in pompa magna l’intenzione di voler acquistare la società calcistica bianconera:

“Oggi Tether ha inviato una proposta ufficiale ad Exor per comprare la loro intera quota di Juventus. Sin dall’inizio il nostro obiettivo è sempre stato quello di sostenere la squadra e riportarla alla gloria che merita. Come parte del nostro commitment, se questa transazione andrà a buon fine, Tether investirà 1 miliardo di euro nel club”.

L’esito, tuttavia, non è stato quello sperato: Exor ha negato qualsiasi intenzione di cedere la Juventus, manifestando un velato - ma nemmeno troppo - fastidio nei confronti delle pretese della concittadina società di criptovalute.

John Elkann ribadisce: i nostri valori non sono in vendita

Nemmeno 24 ore dopo il tweet di Ardoino, il profilo X della Juventus ha messo fine a qualsiasi speculazione sull’operazione, pubblicando un video in cui a “metterci la faccia” è niente meno che John Elkann, CEO di Exor. L’erede di casa Agnelli ha ribadito come la squadra bianconera faccia parte della sua famiglia da 102 anni e come, nonostante i momenti di estrema difficoltà, non abbia alcuna intenzione di cambiare proprietario. La storia e i valori della società, quindi, non sono in vendita.

“La Juve fa parte della mia famiglia da 102 anni, nel vero senso della parola. Nel corso di un secolo, quattro generazioni l’hanno resa forte, accudita nei momenti difficili e festeggiata nei momenti felici. La Juve fa parte di una famiglia molto più grande, la famiglia bianconera, fatta di milioni di tifosi nell’Italia e nel mondo, che amano la Juve come si amano le persone care. Proprio pensando a questa passione, a questa storia d’amore che ci unisce da oltre un secolo, come famiglia continuiamo a sostenere la nostra squadra e a guardare al futuro, per costruire una Juve vincente. La Juventus, la nostra storia e i nostri valori non sono in vendita”.

Oltre al carattere non richiesto dell’offerta, a indignare particolarmente Exor è stato il prezzo proposto da Tether. Per la famiglia Agnelli, la Juventus avrebbe un valore di almeno 2 miliardi di euro, determinato non solo dalla società sportiva (e il suo brand) ma anche dal patrimonio immobiliare a essa collegato, tra cui figurano asset come l’Allianz Stadium, l’Allianz Training Center di Vinovo e l’Area Continassa, che comprende il Juventus Training Center, il J|Hotel, il J|Medical e il Juventus Museum.

La frecciatina di Exor a Tether: “ha sede a El Salvador”

In un comunicato stampa, poi, Exor ci è andata ancora più pesante. Nel testo vengono ulteriormente ribaditi i valori di famiglia e di tradizione già richiamati nel video, insistendo sull’“italianità” del marchio Juventus. La società si pone così in netta contrapposizione con Tether che, come viene puntualizzato nella nota, ha la sua sede principale a El Salvador, un piccolo Stato dell’America Centrale, e quindi sarebbe italiana solo “sulla carta”:

“Exor ribadisce le sue precedenti e coerenti dichiarazioni secondo cui non ha intenzione di vendere alcuna delle sue azioni Juventus a terzi, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, Tether, con sede a El Salvador. La Juventus è un club storico e di successo, di cui Exor e la famiglia Agnelli sono azionisti stabili e orgogliosi da oltre un secolo e restano pienamente impegnati nel Club, supportando il suo nuovo team dirigenziale nell’esecuzione di una strategia chiara per ottenere risultati importanti sia dentro che fuori dal campo”.

Il responso di Exor non lascia dunque spiragli: la Juventus non si “svende” e, soprattutto, resta italiana, nella casa che la ospita da più di un secolo.

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