La svolta dei tassi d’interesse in Giappone sta rivoluzionando banche e risparmiatori: nuovi comportamenti, più concorrenza, e un’imminente redistribuzione generazionale della ricchezza.
Il Giappone sta attraversando un cambiamento epocale che i mercati globali e il suo stesso sistema finanziario iniziano solo ora a comprendere appieno: la fine dell’era dei tassi di interesse zero. Dopo decenni in cui il denaro non rendeva quasi nulla, il ritorno a tassi positivi ha attivato forze dormienti, scatenando una competizione mai vista nel settore bancario e spingendo i cittadini giapponesi a ripensare profondamente il loro rapporto con il denaro.
A marzo 2024, la Bank of Japan ha ufficialmente chiuso l’era dei tassi negativi, aprendo la strada a una nuova stagione di rendimenti, ma anche di rischi e opportunità. Da allora, il comportamento dei risparmiatori giapponesi sta cambiando radicalmente, così come quello delle banche, che ora competono con offerte concrete e innovative per attrarre i depositi.
Il mutamento non è solo economico, ma anche demografico. Entro il 2035, si prevede che circa 17,4 milioni di giapponesi — il 14% della popolazione attuale — moriranno, dando vita a una colossale ondata di trasferimenti ereditari. Questa «valanga» di denaro in movimento rischia di sconvolgere gli equilibri storici, poiché gli eredi non sembrano intenzionati a parcheggiare la propria ricchezza dove lo hanno fatto i genitori. [...]
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