È tempo di cercare le vecchie musicassette italiane e straniere che ascoltavamo molti anni fa. Una in particolare vale oltre 10.000 euro.
Guadagnare soldi grazie alla vendita di oggetti che hai - da anni - a casa a prendere polvere. È quello che può succedere a chi trova in un cassetto, in un armadio o in un vecchio baule uno degli oggetti attualmente più ricercati dai collezionisti: le care, vecchie musicassette.
Nel mercato del collezionismo la nostalgia per il vinile ha conquistato i cuori di migliaia di collezionisti, ma anche le musicassette - il formato che ha segnato un’epoca tra gli anni ’80 e ’90 - sono finalmente entrate nella lista di oggetti che possono valere una piccola fortuna.
Alcuni esemplari, infatti, hanno raggiunto cifre da capogiro sul mercato del collezionismo. A testimonianza di come anche un piccolo oggetto di plastica possa avere un grande valore.
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Tutti pazzi per le musicassette
Le musicassette sono state il formato che, per anni, ha dominato il mercato della musica portatile, affiancandosi al vinile nelle case degli italiani. Ma con l’avvento dei CD e successivamente delle piattaforme di streaming, sono inesorabilmente cadute nel dimenticatoio.
Eppure, già a partire dagli anni 2010 si è registrato un ritorno di fiamma. Collezionisti, nostalgici e anche artisti indipendenti hanno riscoperto le potenzialità delle musicassette, oggi considerate oggetti di culto. Alcune cassette, soprattutto quelle rare o limitate, sono diventate veri e propri pezzi da collezione, con prezzi che superano di molto il loro valore originale.
Per i lettori di Money.it abbiamo stilato una classifica delle 15 musicassette - italiane e straniere - che valgono di più, presentando dapprima gli esemplari nostrani, che hanno più probabilità di giacere, dimenticate, nelle nostre casa.
Ma, ça va sans dire, l’esemplare con il valore più alto non è legato a un album italiano. La musicassetta che vale di più, al momento, è la “Yesterday and Today” dei Beatles, uscita nel 1966, con un valore che può superare i 10.000 euro.
Le musicassette italiane che valgono di più
“Ma cosa vuoi che sia un canzone” di Vasco Rossi (1978)
Nel 1978 iniziò la leggendaria carriera di Vasco Rossi, uno degli artisti più amati della storia della musica italiana. Il primo disco dato alle stampe fu “Ma cosa vuoi che sia un canzone” e, come accade spesso, ebbe pochissimo successo.
Per questo motivo ne vennero stampate poche copie, sia su vinile che su musicassetta. De abbiamo una copia di questa cassetta in prima edizione, ben conservata, potremmo tranquillamente rivenderla a un fan o a un collezionista a più di 1.000 euro.
“Fetus” di Franco Battiato (1973)
Franco Battiato ebbe una carriera molto particolare. Prima di passare al pop d’autore e diventare uno degli artisti più importanti della storia della musica italiana, si dedicò alla musica elettronica e alla sperimentazione. In particolar modo nei suoi primi due dischi: “Fetus” del 1972 e “Pollution” del 1973.
Entrambi i lavori vendettero molto poco appena usciti e vennero riscoperti soltanto negli anni successivi. Ma chi ha creduto in Battiato fin dagli inizi e ha una musicassetta prima edizione di «Fetus» ha fatto davvero un affare: oggi è valutata dai 1.000 euro in su.
“Il nostro caro angelo” di Lucio Battisti (1973)
Il 1973 fu un anno importante per Lucio Battisti che diede una svolta rock alla sua discografia con il disco “Il nostro caro angelo”. A stupire, oltre alla bellezza del singolo omonimo e dell’altro singolo estratto “La collina dei ciliegi”, fu la qualità delle registrazioni, buona parte delle quali fatte allo studio Abbey Road di Londra.
Un lavoro di così tanto pregio da aver reso la musicassetta in cui è impresso un pezzo da collezione. Un pezzo che oggi vale tra i 300 e i 700 euro.
“Tutti morimmo a stento” di Fabrizio De André (1968)
Non poteva mancare tra le musicassette italiane più rare anche un lavoro di Fabrizio De André. In questo caso si tratta di “Tutti morimmo a stento”, concept album dedicato alla morte uscito nel 1968.
Per l’artista genovese fu un album importante, uno dei primi concept della discografia italiana, e per chi ne ha una musicassetta ben conservata della prima stampa potrebbe esserlo ancora di più. Il suo valore può raggiungere tranquillamente gli 800 euro.
“Il mondo di Giulietta e Romeo” dei Matia Bazar (1986)
La cassetta di “Il mondo di Giulietta e Romeo” del 1986, tra tutte quelle del gruppo, è molto ricercata per il suo raro formato. Può raggiungere anche un valore di 700 euro in ottime condizioni.
“I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero (1988)
Renato Zero è una delle icone più amate della musica italiana e “I migliori anni della nostra vita”, uscito nel 1988, è un album che ha segnato un’epoca. La cassetta, soprattutto nelle edizioni originali con copertine particolari e tirature limitate, è molto ricercata dai collezionisti.
La rarità e la figura di Renato Zero, un artista che ha avuto un impatto duraturo sulla scena musicale italiana, fanno sì che alcune cassette di questo album possano superare i 500 euro.
“Sono solo parole” di Lucio Battisti (1988)
Qualsiasi produzione di Lucio Battisti è sempre un oggetto ambito dai collezionisti. Ma la musicassetta dell’album “Sono solo parole”, uscita nel 1988, è particolarmente ricercata, soprattutto nella versione originale. Il suo valore può arrivare fino a 500 euro se in perfette condizioni.
“La donna cannone” di Francesco De Gregori (1990)
Francesco De Gregori, con il suo album “La donna cannone”, ha scritto una delle tante pagine della Storia della musica italiana. La cassetta originale di questo album ha un valore che può sfiorare i 400 euro, soprattutto nella sua versione rara distribuita inizialmente con una tiratura limitata.
“In bocca al lupo” di Loredana Bertè (1983)
Un altro nome che ha segnato la storia musicale italiana è Loredana Bertè. L’album “In bocca al lupo”, pubblicato nel 1983, è un pezzo molto ricercato dai fan della cantante. Le cassette originali dell’album, grazie anche al forte legame con la sua figura iconica, possono arrivare a superare i 300 euro.
“Desaparecido” dei Litfiba
Nel 1985 iniziò la carriera di successo dei Litfiba, band fiorentina guidata da Piero Pelù e Ghigo Renzulli. Il primo album a riscuotere il favore del pubblico e della critica fu “Desaparecido”, lavoro capace di coniugare melodia italiana e sonorità new wave. Chi ne ha una copia in musicassetta potrebbe ricavarci tra 200 euro e 500 euro.
Le musicassette straniere che valgono di più
“Yesterday and Today” dei Beatles (1966)
La cassetta dei Beatles “Yesterday and Today”, che inizialmente venne distribuita solo negli Stati Uniti, è una delle cassette più rare e costose al mondo. In buone condizioni, può raggiungere anche i 10.000 euro. La rarità dell’edizione e la copertura della cassetta, che inizialmente raffigurava una foto controversa (con i componenti del gruppo vestiti con camicie da macellaio, circondati da pezzi di carne cruda e bambole smembrate) hanno aumentato il suo valore nel tempo.
“The Black Album” di Prince (1987)
L’album “The Black Album” di Prince, noto per essere stato ritirato dal mercato poco dopo la sua uscita, è diventato un pezzo da collezione. L’artista, all’ultimo minuto, decise di annullare il rilascio dell’album per motivi personali e spirituali. Secondo diverse versioni, Prince sarebbe stato influenzato da esperienze spirituali e da un episodio che lo turbò profondamente durante la lavorazione dell’album.
Le cassette originali dell’album, che hanno una tiratura limitata, possono raggiungere anche i 5.000 euro. La sua fama di album «maledetto», mai distribuito ufficialmente, ne aumenta la rarefazione e, di conseguenza, il valore.
“Sticky Fingers” dei Rolling Stones (1971)
La cassetta di “Sticky Fingers” dei Rolling Stones è un’altra rarità che può arrivare a costare migliaia di euro. In particolare, le prime edizioni americane sono molto ricercate e, se in condizioni impeccabili, possono facilmente raggiungere i 2.000 euro l’una.
“The Velvet Underground & Nico” dei Velvet Underground (1967)
Questa cassetta è una delle più rare e ricercate nel panorama del rock internazionale. “The Velvet Underground & Nico”, l’album di debutto della band di Lou Reed, è stato un pilastro della musica alternativa e del rock underground.
La versione della cassetta con la famosa copertina della banana (che nelle edizioni originali era anche «grattabile» per rivelare il colore) è considerata una delle più pregiate. Soprattutto quelle in ottime condizioni e nelle edizioni limitate degli anni ’60 possono superare i 2.000 euro.
“Bleach” dei Nirvana (1989)
La prima cassetta di “Bleach”, il disco di debutto dei Nirvana, è un oggetto ambito da molti collezionisti, soprattutto nella sua versione con copertina alternativa. In perfette condizioni, il valore può superare i 1.000 euro. L’album rappresenta l’inizio della carriera di una delle band più influenti della storia del rock, e questo ne aumenta la domanda sul mercato.
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Dove vendere le musicassette per guadagnare?
Per guadagnare con le musicassette, necessariamente, bisogna venderle. La chiave per ottimizzare le entrate è tutta nello scegliere il giusto canale di vendita in base al valore dell’oggetto e alla domanda del mercato.
Una delle piattaforme più adatte è eBay, che permette di raggiungere un pubblico a livello mondiale. È possibile mettere gli oggetti all’asta oppure venderle a prezzo fisso, garantendosi così una visibilità ampia. Discogs è un’altra piattaforma ideale per il collezionismo musicale, dove i fan di vinili e cassette rare cercano articoli particolari. Qui la domanda è molto mirata, il che aumenta le possibilità di vendere a un buon prezzo.
Se si preferisce una vendita locale e diretta, Facebook Marketplace e i gruppi Facebook dedicati ai collezionisti possono essere una buona soluzione. Qui la trattativa è rapida e senza spese di spedizione. Ma anche i negozi di dischi usati o i mercatini dell’usato sono un buon posto per vendere musica vintage - puoi trattare direttamente con i compratori, ma il guadagno potrebbe essere inferiore rispetto alle vendite online.
Infine, se hai cassette particolarmente rare, potresti considerare i siti di aste online come Catawiki, dove il prezzo finale può crescere grazie alla competizione tra i collezionisti.
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