Gli oggetti in argento che hai in casa valgono una fortuna. Conviene vendere ora?

Giacomo Astaldi

30 Ottobre 2025 - 11:57

Molti italiani riscoprono l’argento come fonte di guadagno extra. Dalle posate ai vassoi, vendere oggi può valere centinaia di euro, se si riconosce il momento giusto per farlo.

Gli oggetti in argento che hai in casa valgono una fortuna. Conviene vendere ora?

In tempi di rincari e portafogli sempre più leggeri, non è raro che molti italiani si guardino intorno cercando nuovi modi per guadagnare e racimolare qualche euro extra. Finito l’oro da vendere nei cassetti, lo sguardo cade su un altro metallo prezioso, spesso dimenticato ma ancora presente in molte case: l’argento.

Candelabri, posate, cornici, vassoi, gioielli o vecchie bomboniere. Ma quanto vale davvero l’argento oggi? E soprattutto: conviene venderlo?

La quotazione, aggiornata al momento della scrittura, parla chiaro: l’argento si aggira intorno ai 48,50 dollari l’oncia troy, che corrispondono a circa 1,30-1,35 euro per grammo di argento puro, con oscillazioni legate al cambio e alla purezza del metallo. È una cifra che, se paragonata all’oro, appare modesta, ma resta comunque interessante per chi vuole liberarsi di oggetti dimenticati e monetizzare un piccolo capitale.

Quanto si può guadagnare vendendo argento?

Immaginiamo un set di posate in argento 925, con un peso complessivo di 200 grammi. A questi valori, il ricavo teorico sarebbe intorno ai 260 euro. Naturalmente, si tratta di una stima ideale. Nella realtà il compro oro (o meglio, il compro argento) riconoscerà una cifra inferiore, tenendo conto della lega, dell’usura e del margine commerciale. Si finisce quindi per ottenere qualcosa in meno - magari 200 o 220 euro - ma resta pur sempre una somma concreta, specie per chi ha in casa pezzi che non utilizza da anni.

Un vassoio da portata in argento massiccio 800, dal peso di circa 500 grammi, al momento ha un valore teorico attorno ai 775 euro. In un negozio specializzato, il prezzo effettivo riconosciuto potrebbe oscillare tra i 600 e i 650 euro, a seconda dello stato di conservazione e della purezza della lega.

Oppure pensiamo a un servizio da tè d’epoca - teiera, zuccheriera e lattiera - in argento 925, per un peso complessivo di 800 grammi. In base alle quotazioni attuali, il valore lordo si aggirerebbe intorno ai 1.240 euro, ma realisticamente un compro oro potrebbe offrire 900 o 950 euro, che resta comunque una somma di tutto rispetto per chi decide di separarsene.

Un altro esempio più modesto, ma altrettanto comune, è quello dei portacandela o delle cornici in argento. Un paio di portacandele da 300 grammi complessivi potrebbero valere all’incirca 465 euro teorici, ridotti a 350-380 euro netti dopo la valutazione.

Perfino i vecchi gioielli, ma anche piccole coppe sportive in argento 925 possono riservare sorprese. Un lotto misto da 150 grammi può fruttare circa 230 euro lordi, che diventano 170 o 180 euro reali al momento della vendita.

Conviene vendere argento?

La risposta, come spesso accade, è: dipende. La quotazione dell’argento oggi si mantiene su valori piuttosto interessanti ma resta un metallo molto più volatile rispetto all’oro. Gli analisti, in questo momento, si dividono: alcuni ritengono che le quotazioni possano ancora salire nei prossimi mesi, sostenute dalla domanda industriale legata all’intelligenza artificiale, ai pannelli solari e ai semiconduttori, settori in cui l’argento è sempre più utilizzato. Altri, invece, invitano alla prudenza, ricordando che il prezzo dell’argento è già salito molto nel 2025 (da inizio anno ad oggi è volato di quasi il 70%) e potrebbe subire una fisiologica fase di consolidamento se i tassi di interesse resteranno elevati o il dollaro tornerà a rafforzarsi.

In generale, conviene vendere se si possiedono oggetti realmente in argento, riconoscibili dal punzone (come il classico “925”) che ne certifica la purezza, e se il peso complessivo non è trascurabile: pochi grammi difficilmente giustificano il tempo e i costi di una valutazione. È importante anche essere consapevoli che il prezzo ottenuto sarà inferiore al valore teorico, perché chi compra - siano essi compro oro o gioiellerie - deve considerare margini commerciali, usura e pulizia del metallo.

L’argento, insomma, non promette guadagni clamorosi, ma può offrire una piccola ma concreta opportunità di liquidità immediata, soprattutto per chi ha in casa oggetti dimenticati e senza un vero valore affettivo. Non è una corsa all’oro, ma una forma intelligente di valorizzare ciò che già si possiede, approfittando di un momento di mercato tutto sommato favorevole.

Dove vendere argento?

Vendere argento non è complicato. Basta recarsi in una gioielleria, un compro oro, in un banco metalli o in un negozio specializzato nella compravendita di preziosi. Gli operatori valuteranno il peso e la purezza del metallo, identificheranno il punzone (generalmente “925” o “800”) e offriranno una cifra basata sulla quotazione del giorno.

Per legge, è necessario presentare un documento d’identità, poiché la vendita di metalli preziosi usati è tracciata. In pochi minuti, si può ricevere il pagamento in contanti o con bonifico, a seconda delle politiche del negozio.

C’è però un punto importante: non tutto ciò che luccica è argento. Molti oggetti solo apparentemente d’argento sono in realtà argentati, cioè rivestiti da un sottile strato del metallo prezioso su una base di rame o acciaio. In questi casi, il valore è pressoché nullo. Per questo, prima di recarsi in un compro oro, è sempre meglio verificare la presenza del punzone o chiedere una valutazione gratuita. C’è da considerare anche che alcuni oggetti antichi o d’argenteria fine possono avere un valore artistico o collezionistico che supera quello del metallo. È quindi consigliato informarsi prima di far fondere un pezzo raro per pochi euro.

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