L’ultimo tentativo del governo coincide con un maxi programma governativo di permuta dal valore di 42 miliardi di dollari
La Cina sta cercando da anni di rendere i consumi interni il motore principale dell’economia nazionale nel tentativo di ridurre la dipendenza dalle esportazioni, che risentono di guerre commerciali e rallentamenti globali, e dagli investimenti statali e infrastrutturali, che creano debito e bolle speculative.
La missione del Dragone, di per sé molto complessa, è stata recentemente complicata dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti, dall’invecchiamento della popolazione d’oltre Muraglia e da varie altre difficoltà interne. Ciò nonostante Pechino continua a escogitare modi per spingere i suoi cittadini a fare acquisti e ad incrementare la spesa. L’ultimo tentativo – tra l’altro particolarmente fruttuoso - coincide con un maxi programma governativo di permuta dal valore di 42 miliardi di dollari (una somma doppia rispetto alla cifra stanziata nel 2024).
Come funziona? Semplice: l’obiettivo consiste nel dare impulso ad un’impennata della spesa in un momento di precarietà economica sovvenzionando sconti per un’ampia gamma di beni di consumo (dalle lavatrici ai veicoli elettrici, dagli smartphone ai televisori). A maggio le vendite al dettaglio sono così cresciute di un sorprendente 6,4%, superando le aspettative degli economisti, trainate dalla robusta domanda – sorpresa! - proprio di smartphone ed elettrodomestici. [...]
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