Non è solo l’AI a far tremare i mercati: il filo che unisce Nvidia, Bitcoin, i rendimenti giapponesi e un titolo italiano svela un rischio più profondo.
A Wall Street, le bolle non scoppiano quando i prezzi sono esagerati, scoppiano quando gli investitori decidono di fare cassa. Ray Dalio, il fondatore di Bridgewater che negli ultimi quarant’anni ha anticipato più crisi di quante se ne possano ricordare, lo ripete da giorni.
Non è una provocazione, ma un avvertimento: secondo lui il rapporto tra ricchezza finanziaria americana e massa monetaria sta toccando livelli che ricordano il 1929 e la stagione delle dot-com. E questo, potrebbe segnalare che nei prossimi dieci anni i rendimenti reali saranno vicini allo zero. Non perché le aziende smetteranno di crescere, ma perché il mercato potrebbe trovarsi all’improvviso nella fase in cui preferisce la liquidità al rischio.
E l’aria di queste settimane assomiglia al momento in cui gli investitori cominciano a guardarsi intorno con inquietudine. Nvidia pubblica risultati record ma il Nasdaq ribalta il rally in un tonfo. Bitcoin crolla proprio quando avrebbe dovuto apprezzarsi. I rendimenti giapponesi salgono oltre una soglia che rischia di risucchiare capitali da mezzo mondo. E perfino in Piazza Affari c’è un titolo, piccolo ma simbolico, che rischia di essere travolto dalla bolla sull’intelligenza artificiale. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA