Un upgrade storico che cambia tutto e allo stesso tempo non cambia nulla. Il vero impatto sul BTP è meno scontato di quanto sembri.
Finalmente nei giorni scorsi è arrivato l’upgrade del rating dell’Italia tanto aspettato. Una notizia che mette tutti di buon umore e che, almeno in superficie, sembra confermare ciò che il mercato aveva già “annusato”: la compressione dello spread rispetto al Bund non era casuale, anzi trovava una sua logica tecnica ben precisa. Ma ora che Moody’s ha promosso l’Italia dopo 23 lunghi anni, la domanda diventa inevitabile: il mercato guarderà oltre? Il BTP potrà continuare a sovraperformare in termini relativi rispetto agli altri titoli europei? Oppure la risposta è meno evidente di quanto sembri?
La verità è che l’upgrade può sembrare un segnale lineare, semplice, quasi “ovvio”. In realtà, per chi investe in obbligazioni sovrane, nulla è mai così diretto. E capire il reale significato di questa promozione richiede uno sguardo più profondo, tecnico, e, soprattutto, prospettico.
Cosa ha davvero detto Moody’s (e perché conta davvero)
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