L’Italia resta indietro nell’istruzione: perché è tra le peggiori in Ue

Violetta Silvestri

20 Maggio 2023 - 15:50

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Tra le carenze italiane c’è la percentuale di popolazione con istruzione terziaria: il confronto in Europa è deludente e si aggiunge ai tanti ostacoli che vivono gli studenti.

L’Italia resta indietro nell’istruzione: perché è tra le peggiori in Ue

Se lo sviluppo di un Paese si misura con il suo livello di istruzione, l’Italia arranca: lo dicono alcuni dati dell’Eurostat che in tempi difficili come quello attuale, nel quale gli studenti sono tornati a far sentire il loro disagio sul caro affitti, fanno emergere un’allerta.

In realtà, i numeri sulla percentuale di popolazione tra 25 e 34 anni in possesso di un’istruzione terziaria (che da noi è la laurea, ma in generale si riferisce a un titolo post diploma) non sono nuovi e già noti da circa un anno, quando l’ente europeo di statistica li ha pubblicati.

Riprendere quei dati, però, aiuta a capire meglio un problema italiano, quello dell’accesso all’istruzione terziaria o universitaria, che si aggiunge al disagio della mancanza di studentati e di politiche correttive e di sostegno per chi studia fuori sede, con la bomba affitti (e forse speculazione su di essi?) che sta scoppiando ora. E, soprattutto, accende un faro sull’importanza di investire nell’istruzione da parte dello Stato. L’Italia è indietro e in tempi cruciali come questi, dove le competenze sono urgenti anche per le ambizioni del Pnrr, le criticità sono ancora più profonde.

Italia poco istruita? I numeri e il confronto con l’Europa

Eurostat ricorda che gli “Stati membri dell’Ue si sono prefissati l’obiettivo di aumentare al 45% entro il 2030 la percentuale della popolazione dell’Ue di età compresa tra 25 e 34 anni che ha completato l’istruzione terziaria”.

Dov’è l’Italia? Nell’aggiornamento dati che si riferisce al 2021 e pubblicato a maggio 2022, la quota italiana di popolazione con una istruzione terziaria (laurea) tra 25 e 34 anni è del 28%: la percentuale è deludente e osservando il grafico si capisce perché:

Popolazione con titoli di studio terziario in Ue Popolazione con titoli di studio terziario in Ue Confronto

Da notare che Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Svezia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Portogallo e Lettonia hanno già raggiunto la soglia del 45% richiesta. Anche se occorre ricordare che un titolo di studio terziario è diverso in ogni Paese - non si tratta quindi di un semplice confronto sui laureati - la posizione italiana non è lusinghiera.

Così come allarma il fatto che solo il 24,5% di laureati in Italia ha conseguito un titolo di studio in materie scientifiche, che sono invece richieste. Anche in Paesi come Spagna, Malta, Grecia, Uk, Francia e Germania la quota di formati con profili tecnici-scientifici è piuttosto bassa, al 26%. E questo si potrebbe tradurre in un vantaggio per Paesi asiatici come l’India, dove chi consegue titoli tecnici sono molti di più (la Silicon Valley abbonda di indiani).

Il messaggio all’Italia è chiaro: l’evoluzione del Paese passa in primis attraverso un eguale e facile accesso all’istruzione, anche terziaria. Tutto ciò che può essere agevolato in termini d Borse di studio, studentati, agevolazioni con gli affitti e servizi pubblici nell’istruzione va fatto e subito.

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