L’inflazione è ancora un grande rischio da temere, ecco perché

Violetta Silvestri

24 Aprile 2024 - 11:04

L’inflazione fa ancora paura a mercati ed economia globale e il motivo sta nell’andamento dei prezzi delle materie prime. Perché temere tensioni inflazionistiche? La risposta dello stratega.

L’inflazione è ancora un grande rischio da temere, ecco perché

Un “jolly” per i mercati e un grande rischio per finanza ed economia globali: così viene descritta l’inflazione dall’ad del più grande fondo patrimoniale del mondo.

Sebbene i prezzi al consumo si stiano raffreddando un po’ ovunque dopo l’impennata alimentata dalla guerra in Ucraina e grazie anche alla politica restrittiva delle banche centrali, il timore di pressioni inflazionistiche elevate non è sparito del tutto.

I motivi sono diversi, ma risiedono un po’ tutti nel contesto geopolitico attuale, così complesso e in mutamento a causa dei due conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, della tensione tra Cina e Usa che ridisegna le relazioni commerciali, del ritorno del protezionismo e del nazionalismo, dell’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi che impattano su settori strategici quali quello agricolo.

Non a caso, la riflessione di Nicolai Tangen, amministratore delegato della Norges Bank Investment Management (NBIM) si concentra proprio sulle materie prime: la “grande preoccupazione” per gli investitori è cosa potrebbe significare un rally delle materie prime per le prospettive di inflazione.

Perché temere un terremoto inflazionistico?

Nicolai Tangen ha dichiarato martedì allo “Squawk Box Europe” della CNBC che l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime potrebbe rivelarsi un “serio grattacapo” per le principali banche centrali mentre continuano a combattere l’inflazione.

Martedì pomeriggio, l’indice S&P GSCI, un indice di riferimento che replica la performance delle materie prime globali, è salito del 9% dall’inizio dell’anno. I prezzi del petrolio e del rame sono aumentati rispettivamente di circa il 13% da inizio anno, mentre l’oro ha ripetutamente raggiunto nuovi massimi record negli ultimi mesi.

Un campanello d’allarme c’è. La scorsa settimana anche la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde aveva segnalato l’impatto dei prezzi delle materie prime, nel contesto più ampio delle prossime misure di politica monetaria delle istituzioni. Ha detto che la banca centrale rimane sulla buona strada per tagliare i tassi, salvo eventuali shock importanti, con la massima attenzione del board ai movimenti dei prezzi delle materie prime. “Chiaramente sull’energia e sul cibo, ha un impatto diretto e rapido”, ha detto Lagarde in riferimento all’inflazione.

Se, quindi, da una parte occorre ricordare che l’inflazione della zona euro è rallentata più del previsto attestandosi al 2,4% a marzo, dall’altra è importante sottolineare anche che negli Usa viaggia intorno al 3% e in generale il settore materie prime rimane caldo.

Nell’ultimo monitoraggio sulle materie prime fornito dall’Osservatorio dei conti pubblici e risalente al 19 aprile, si legge che rispetto a marzo petrolio, gas e carbone crescono del 3%, del 20% e del 6%. Le altre materie prime aumentano di valore ad eccezione di legname, cotone e ferro. In confronto con il periodo pre-Covid, i prezzi di molte commodities sono rimasti elevati. Sono, queste, indicazioni da leggere con attenzione, poiché significano che le materie prime sono un campo minato a causa di fattori esterni, geopolitici, commerciali in profondo mutamento proprio dalla pandemia.

I fattori destabilizzanti per l’inflazione

Riconoscendo i molteplici fattori che ora sostengono l’inflazione, Tangen ha affermato: “Ci sono alcune tensioni geopolitiche, c’è il near-shoring, c’è l’effetto climatico sul cibo e sul raccolto mondiale, ci sono alcuni cambiamenti nelle rotte commerciali e così via, e anche l’inflazione salariale è più elevata di quanto forse ci aspettassimo”.

Ha aggiunto: “Ci aspettiamo meno tagli dei tassi rispetto a quelli che il mercato ha scontato, ovviamente, all’inizio dell’anno. Devo dire che la mia sorpresa è che il mercato l’ha presa così bene. Mi sarei aspettato che il mercato avrebbe reagito in modo più negativo a questo rinvio dei tagli dei tassi di interesse”.

Con un potenziale rally delle materie prime all’orizzonte, tutto può ancora essere sconvolto: mercati ed economia globale.

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