Ius soli: Papa Francesco spinge per l’approvazione, Renzi d’accordo ma il governo frena

Alessandro Cipolla

22 Agosto 2017 - 10:31

Ius Soli: dopo le parole di Papa Francesco che parla di nazionalità dalla nascita la legge torna a far discutere, Renzi favorevole ma il governo temporeggia.

Ius soli: Papa Francesco spinge per l’approvazione, Renzi d’accordo ma il governo frena

Le parole di Papa Francesco riaprono la discussione in merito allo ius soli. Dopo il suo arrivo in Parlamento nello scorso giugno, con relativo stop dopo la bagarre che si è scatenata al Senato, la legge relativa alla cittadinanza ai figli di immigrati potrebbe tornare in auge.

In un Messaggio infatti Papa Francesco ha esortato a riconoscere il “diritto alla nazionalità dalla nascita”, rimettendo così in moto la querelle politica in merito allo ius soli con la Lega Nord che subito si è affrettata a criticare la presa di posizione del Santo Padre.

Ma le parole del Pontefice hanno fatto suonare la sveglia anche all’interno della maggioranza. Matteo Renzi è da sempre favorevole all’approvazione immediata della legge, anche ponendo la fiducia, ma nonostante le parole a favore dello ius soli è il premier Paolo Gentiloni ora a nicchiare.

La priorità per il governo in autunno sarà quella di approvare la legge di Bilancio. La Finanziaria infatti inizierà il suo iter parlamentare quando il Parlamento tornerà a essere operativo, con l’approvazione che deve avvenire entro la fine dell’anno.

Uno stop alla manovra economica significherebbe la caduta del governo, ragion per cui Gentiloni non vuole correre rischi, vista la risicata maggioranza al Senato, mettendo subito in agenda a settembre lo ius soli.

Ius Soli, interviene Papa Francesco

Con il Parlamento ancora in ferie, ci pensa Papa Francesco a rianimare la discussione politica nostrana ancora piuttosto intorpidita da questo caldo agostano. Mentre è sempre attuale il tema dei migranti, ecco che il Pontefice interviene anche sulla vicenda ius soli.

Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale.

Parole queste che sono un estratto del Messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante 2018, che si terrà il prossimo 14 gennaio. Un’occasione questa per ribadire ancora una volta quale sia la posizione del Vaticano sul tema.

Questo nuovo appello del Pontefice però trova una risposta piuttosto freddina da parte del mondo politico. Critico come sempre è Matteo Salvini “se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure”, ma anche tra le forze politiche più moderate si è scelta più la via del silenzio o delle mezze parole.

Dal punto di vista della maggioranza, Renzi è da sempre d’accordo per una rapida approvazione, con anche il premier Gentiloni che di recente ha parlato di “conquista di civiltà”. Nell’atto pratico però la legge potrebbe trovare però più di un ostacolo.

I dubbi di Gentiloni

Nonostante la chiara presa di posizione di Papa Francesco, il mondo politico cattolico ha dimostrato più di un dubbio in merito allo ius soli. Il caos che si è generato al Senato quando il testo è approdato in Parlamento, ha spinto la maggioranza a congelare al momento la legge.

Il governo in questo momento naviga a vista, aggrappato a quel piccolo margine che gli garantisce una striminzita maggioranza a Palazzo Madama. Far tornare subito in Parlamento lo ius soli significherebbe creare un nuovo momento di agitazione.

Cosa in teoria strana visto che, se votassero compatti Partito Democratico, Movimento Democratici e Progressisti, Sinistra Italiana e Alternativa Popolare, la legge potrebbe in scioltezza superare lo scoglio della fiducia.

Con ogni probabilità però ci potrebbe essere il rischio della presenza di più di un franco tiratore, ragion per cui meglio propendere nel dare la precedenza a un testo di grande importanza come la prossima Finanziaria.

Gentiloni quindi, nonostante il parere favorevole verso lo ius soli, starebbe pensando di portare a casa prima l’approvazione della legge di Bilancio. Una volta incassato questo importante sì, l’agenda del governo potrebbe tornare ad occuparsi delle battaglie per i diritti civili.

Una volta però praticamente entrati in campagna elettorale, la probabilità che lo ius soli venga accantonato da parte del Partito Democratico, magari propenso a non prestare il fianco agli attacchi strumentali di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, potrebbe essere alta.

Nell’epoca in cui alla televisione si sono aggiunti anche i social network a creare allarmismo e confusione, lo ius soli rischia dunque di essere sacrificato in nome della convenienza politica, con buona pace per Papa Francesco.

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