Italia: ripresa di nuovo in bilico e spread sopra i 200 punti

Violetta Silvestri

13 Luglio 2022 - 13:13

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L’Italia ricade nella trappola della crisi di Governo, con lo spread che rimane sopra i 200 punti. Tra la corsa alla sostituzione del gas russo e l’urgenza delle riforme, dove andrà il Paese?

Italia: ripresa di nuovo in bilico e spread sopra i 200 punti

I venti della crisi di Governo soffiano sempre più forti in Italia: cosa può accadere alla strada, già impervia, della ripresa economica?

Ci sono molte sfide in gioco in questo momento per la crescita del Paese. Dal piano di sostituzione del gas russo con attenzione al riempimento degli stoccaggi fino al lavoro sul Pnrr, fondamentale per dare fiducia e sviluppo alla nazione.

L’esecutivo Draghi, però, vacilla in modo preoccupante con i grillini di Conte pronti a dare la spallata finale. In questo scenario, si riaccendono anche i riflettori sullo spread: il differenziale tra Btp e Bund decennali supera di gran lunga i 200 punti. Non è ancora un allarme, ma una sentinella di acque agitate sì.

Spread oltre 200 punti e ripresa rischio: Italia sotto assedio?

Lo spread viaggia sui 207 punti, dopo aver aperto la giornata del 13 luglio a 214. Non siamo certo dinanzi ai livelli allarmanti sul crollo della fiducia nel sistema Italia, ma un’allerta c’è.

Innanzitutto perché le acque del Governo Draghi sono molto agitate. Molto probabilmente il Movimento 5 Stelle uscirà dall’aula del Senato domani, quando si voterà sul Decreto Aiuti. La voglia di rottura da parte di Conte e dei suoi seguaci sembra prevalere, con tutte le conseguenze che questo può comportare.

Matteo Salvini, leader della Lega, ha già avvisato: “Se domani il M5s, forza di maggioranza, non vota il decreto Aiuti in Senato, fine, basta. Mi sembra evidente che si vada a votare”. Tradotto: crisi di Governo a tutti gli effetti.

Nel caso, lo spread tornerà protagonista, con possibile impennata. Da ricordare che l’Italia sta già soffrendo in attesa del primo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, previsto il prossimo 21 luglio. Lo strumento di Francoforte anti-frammentazione, o salva-spread, è ancora tutto da architettare e alla sola notizia dell’aumento del costo di finanziamento, i rendimenti del Btp decennale erano schizzati.

La crisi di Governo potrebbe esacerbare questo andamento, con evidenti svantaggi per il Paese. Lo spread che sale impatta sulla spesa dello Stato per gli interessi sul debito, facendola impennare. Considerando gli ultimi 10 anni, per esempio, l’Italia ha pagato 680 miliardi di euro per onorare il debito pubblico, mentre la Germania ne ha sborsati 180. Differenze significative, che potrebbero allargarsi in questo momento così turbolento.

Un esecutivo spaccato, inoltre, andrebbe a rallentare la tabella di marcia delle riforme e degli obiettivi del Pnrr, che invece rappresenta l’ancora di salvezza nazionale.

Il clima è assai agitato. Draghi ha affermato che le fibrillazioni non impediscono ancora al Governo di lavorare, “ma con gli ultimatum non si lavora, si perde la ragione d’essere dell’esecutivo. Sulla crisi, non ho mai detto che non c’è un Governo senza 5 stelle e non ho mai detto che ci sarà un nuovo Draghi dopo questo esecutivo.”

Il rebus del gas pesa sull’Italia

Le incertezze politiche si sommano a quelle energetiche. L’Italia, come tutti i Paesi dell’Europa, sta lottando per evitare la mancanza di gas in vista dell’inverno. Intanto, però, i prezzi energetici aumentano e pesano sui bilanci delle famiglie.

Secondo un’analisi di Bloomberg, comunque, ci sarebbero buone notizie per la nostra nazione: l’Italia ha fatto di più per ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di gas russe di qualsiasi altro Stato europeo, cinque mesi dopo che l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin ha innescato una crisi energetica globale.

Il Belpaese ora dipende dalla Russia per circa un quarto, in calo rispetto al 40% circa di inizio anno. La Germania, la più grande economia europea, importa ancora circa il 35% del proprio fabbisogno dalla Russia.

Secondo i dati Snam, rielaborati da Bloomberg, da aprile nel nostro Paese è entrato più gas dall’Algeria, come evidente nel grafico:

Gas in entrata in Italia Gas in entrata in Italia Gas da Russia e da Algeria in Italia

Notizie rincuoranti, ma pur sempre delicate considerando la volatilità del prezzo del gas - viaggia su 182 euro al megawattora nel benchmark olandese - e come cambia in modo repentino lo scenario della guerra e dei rapporti con la Russia. L’Italia è a rischio e la crisi di Governo sta peggiorando le aspettative.

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