Italia fanalino di coda Ue per occupazione

Marco Ciotola

21 Aprile 2019 - 15:49

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Lontanissimi dagli standard fissati da Bruxelles i dati attuali, che attestano come l’Italia insieme alla Grecia sia il peggior Paese europeo sul fronte occupazione

Italia fanalino di coda Ue per occupazione

Il tasso di occupazione italiano è il peggiore in Europa. A certificarlo il report firmato da OpenPolis, che individua un disastroso 63%, vale a dire la percentuale più bassa dell’Ue insieme alla Grecia.

Cifra che va inoltre profondamente in contrasto con la strategia di crescita imposta da Bruxelles per il 2020, con uno standard minimo fissato al 67%, davvero molto difficile da raggiungere per il Paese in pochi mesi.

Con una media europea al 72,2% in fatto di occupazione, i numeri attuali del Belpaese segnano una distanza e una difficoltà sempre più difficili da ignorare rispetto al resto del blocco, con l’unica eccezione del 58% segnato da una Grecia che a malapena si sta rialzando dopo gli anni bui della crisi.

Bruxelles, su scala globale, ha parlato di una media al 75% per il 2020, in ogni caso molto difficile da raggiungere per il momento.

Italia fanalino di coda Ue per occupazione

I dati della Fondazione OpenPolis dipingono un quadro disastroso per il Belpaese sul fronte occupazionale, distante anni luce dal trend europeo e da ogni obiettivo minimo imposto da Bruxelles.

E il dettaglio dei numeri dall’interno certifica una situazione se possibile ancora peggiore, con un Paese letteralmente spaccato in due.

A titolo esplicativo, OpenPolis sottolinea come la differenza del tasso di occupazione tra Bolzano (provincia più virtuosa d’Italia) e l’intera Sicilia (regione meno virtuosa) si assesti a 35 punti percentuali.

La Sicilia segna infatti il record negativo del Paese, con un 44% di occupati, seguìta dai numeri tutt’altro che positivi registrati da Campania, Calabria e Puglia, con percentuali appena vicine al 50%.

Per contro al Nord è raro che si vada sotto il 70%. Un vero abisso dunque tra le due aree geografiche, che segna la spaccatura più rilevante nel report, a cui fanno subito seguito i 28 punti percentuali di differenza tra tasso di occupazione maschile e tasso di occupazione femminile.

I giovani occupati si fermano al 42,7%, appena poco più della Grecia fanalino di coda e incredibilmente distante dalle medie europee.

In ultimo i Neet - acronimo di neither in employment nor in education and training, ovvero i giovani che non lavorano, non studiano né si formano in alcun modo - sono il 23,4%, vale a dire quasi il doppio rispetto alla media europea, ferma al 13,4%.

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