Italia e lavoro: tra donne e competenze digitali

Guido Gennaccari

3 Febbraio 2024 - 07:10

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La crescita della partecipazione femminile osservata durante lo scorso decennio è stata trainata dalle donne con almeno 50 anni, anche per effetto delle riforme pensionistiche.

Italia e lavoro: tra donne e competenze digitali

Come ha affermato la Vice Direttrice di Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli, “nel 2012 in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro era pari al 53,2 per cento, 20 punti inferiore rispetto a quello maschile; nei dieci anni successivi il tasso di attività femminile è aumentato di 3,3 punti, il doppio di quello degli uomini, e nel primo trimestre del 2023 ha raggiunto il livello più alto dall’inizio delle serie storiche, il 57,3 per cento…

Nonostante queste tendenze positive i progressi registrati durante lo scorso decennio sono del tutto insufficienti: il tasso di partecipazione femminile si colloca ancora su un livello particolarmente basso nel confronto europeo, inferiore di quasi 13 punti percentuali rispetto alla media UE. È ancora al di sotto di quel 60 per cento che era stato indicato come obiettivo da raggiungere entro il 2010 dall’Agenda di Lisbona e dei traguardi impliciti nell’Agenda Europa 2020 che avrebbero comportato per l’Italia un sostanziale allineamento della partecipazione femminile alla media europea. Altri paesi, come ad esempio la Spagna, che negli anni novanta partivano da condizioni simili a quelle dell’Italia, hanno fatto registrare tendenze significativamente migliori.

La crescita della partecipazione femminile osservata durante lo scorso decennio è stata trainata dalle donne con almeno 50 anni, anche per effetto delle riforme pensionistiche. Tra le più giovani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni – la fase della vita nella quale si terminano gli studi, si inizia a lavorare e si gettano le basi per costruire una famiglia – la partecipazione è rimasta stabile a circa il 66 per cento, anche in questo caso uno dei valori più bassi in Europa. Non ne ha beneficiato la natalità, che nelle economie avanzate tende ad essere positivamente correlata con la partecipazione femminile al mercato del lavoro.” [...]

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